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mercoledì 22 aprile 2009

RdB-CUB: "La legge salva manager è uno scandalo. Chi investirà più nella sicurezza del lavoro?"

Salvare i manager per salvare i profitti. E’ questa la filosofia che ispira la modifica al Testo Unico sulla Sicurezza apportata, con un vero e proprio colpo di mano, dal ministro Sacconi che l’ha inserita nella bozza di decreto legislativo. La norma che inchiodava gli alti vertici delle aziende alle loro responsabilità, in quanto “il non impedire l’evento equivale a cagionarlo”, viene di fatto annullata dalle condizioni introdotte: “che l’evento non sia imputabile ai soggetti di cui agli articoli dal 56 al 60 compreso del presente decreto legislativo per le violazioni ivi richiamate”.
I soggetti a cui si riferisce sono i preposti, il medico competente, i progettisti, i fornitori e i lavoratori. “Sarà facile dimostrare in giudizio, per chi ha uno staff legale strapagato, che le responsabilità sono da ricercare nella scala gerarchica dei sottoposti, fino ad individuare nei lavoratori, cioè le vittime, i veri responsabili degli incidenti che li colpiscono, arrivando anche a richiedere loro il risarcimento dei danni materiali e morali”, denuncia Giuliano Greggi, della Direzione Nazionale RdB-CUB P.I. “Con queste premesse quale interesse avranno gli imprenditori a investire nella sicurezza del lavoro? Questo ulteriore e pesante attacco ai diritti dei lavoratori – prosegue Greggi - è ancora più odioso in quanto si vuole scaricare sulle vittime la responsabilità della non applicazione delle norme di tutela sacrificate sull’altare del profitto. La RdB/CUB, anche alla luce dei contributi giunti da giuristi ed esperti della materia al convegno sulla sicurezza organizzato lo scorso14 marzo Torino, darà battaglia a questa controriforma, facendo appello direttamente ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) e a tutti i lavoratori, non solo per difendere il diritto alla sicurezza sui luoghi di lavoro ma rilanciando sul terreno della prevenzione e del coordinamento delle attività ispettive sui luoghi di lavoro”, conclude il dirigente RdB-CUB.

domenica 19 aprile 2009

Terremoto. La RdB dei Vigili del Fuoco scrive lettera alle massime autorità dello Stato

"Vogliamo un sistema di risposta all’emergenza che sia anche preventivo, adeguatamente finanziato e riportato alla sua funzione sociale"

La RdB-CUB Vigili del Fuoco ha inviato ieri una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti di Camera e Senato e ai Presidenti dei gruppi parlamentari sulle problematiche inerenti la funzione e la condizione dei Vigili del Fuoco che sono state ulteriormente evidenzate nella gestione dell’emergenza sisma in Abruzzo. “Ci rivolgiamo a Voi – recita la lettera - poiché siamo gente del soccorso, che prima svolge con professionalità l’emergenza e poi ci riflette sopra (….) Oggi ci troviamo con competenze maggiori, uomini e attrezzature in meno e in una gravissima situazione debitoria. Nonostante ciò abbiamo mantenuto il dispositivo del soccorso ad un livello altissimo nel paese, tanto da essere imitati da altri”. “Riteniamo che, alla luce dell’rinnovata e riconsacrata importanza dei Vigili del Fuoco, la politica debba fare il necessario sforzo a riconsiderare urgentemente i criteri di finanziamento del personale del Corpo Nazionale”. La RdB-CUB VVF chiede di riconsiderare inoltre l’organizzazione dei Vigili del Fuoco: “una struttura ingessata e militarizzata”, mentre la realtà stessa assegna al Corpo una funzione essenzialmente sociale. “Siamo l’unico ente dello Stato che può disporre di un contingente di ingegneri e professionisti ad orario continuativo, immediatamente sul campo, che si confronta con la popolazione e diviene l’interfaccia di esperti ed enti locali senza interposizione”, viene sottolineato nella lettera. “Una potenzialità, questa del Corpo Nazionale VV.F, che deve essere valorizzata nel paese per la messa in sicurezza di tutti gli edifici, le industrie, le attività produttive, e soprattutto per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro”.“Manca una attività preventiva delle emergenze, delle previsioni dei rischi – prosegue la missiva - il Corpo Nazionale è scollegato dai grandi centri di rilevamento delle attività sismiche o della previsione di alluvioni. Così come mancano punti di contatto con gli enti locali, che spesso si autorganizzano in modo difforme sul territorio”.La lettera si conclude chiedendo: “un sistema in cui l’organizzazione e il coordinamento degli enti che concorrono e collaborano all’emergenza sia pianificata ante evento calamitoso e non successivamente o ad intervento in corso. Tutto ciò per evitare il verificarsi di problematiche gestionali e/o di coordinamento dei soccorsi, come ci sono state in questo periodo, tale da ridurre i tempi per riportare alla normalità la vita quotidiana dei cittadini delle zone interessate alle calamità naturali”.

venerdì 17 aprile 2009

Difendiamo la libertà e la dignità dell’informazione. Oggi tutti in piazza davanti alla RAI

Difendiamo la libertà e la dignità dell’informazione. Su questo tema la redazione di città aperta e di Megachip invitano tutti a manifestare oggi pomeriggio alle 17.00 sotto la sede RAI di viale Mazzini. E alla manifestazione di oggi crescono le adesioni. Dopo il Forum DAC,PRC, PDCI, Contropiano, Sinistra Critica, Comunisti uniti del Lazio, personalità come Peter Gomez, Giuseppe Giulietti o Salvatore Borsellino, giungono altre adesioni dal mondo politico e sindacale.
La Federazione Nazionale RdB-CUB aderisce alla manifestazione indetta per venerdì 17 aprile alle ore 17.00, da Radio Città Aperta e dall’associazione Megachip davanti alla Direzione Rai di Viale Mazzini 14 a Roma. "La libertà e la dignità dell’informazione, temi al centro dell’iniziativa di oggi, rappresentano una condizione indispensabile per garantire la partecipazione di tutti i cittadini alla vita democratica del paese e non possono essere assoggettate ad alcuna forma di censura che vada ad impoverire un panorama già scarsamente pluralista e fortemente condizionato dagli interessi politici ed economici" afferma il comunicato della federazione nazionale RdB/CUB.
“Aderisco con convinzione a nome di tutta Rifondazione Comunista alla manifestazione indetta da Radio Città Aperta e Megachip per venerdi 17 aprile alle ore 17 sotto la sede della Rai di viale Mazzini che invita tutti i cittadini a farsi sentire con forza per protestare contro l'imbavagliamento dell'informazione scomoda” afferma in una nota il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero “La libertà d'informazione è un diritto inalienabile di tutti i cittadini, per di più sancito dalla nostra Costituzione, non lo può conculcare nessuno, tantomeno il servizio pubblico radiotelevisivo. Ecco perché domani sarò anch'io a viale Mazzini alla guida di una delegazione del mio partito per protestare contro il tentativo di imbavagliare l'informazione scomoda e persino - cosa veramente assurda - la satira, i comici e le loro vignette”.

giovedì 16 aprile 2009

Leonardi (CUB),: i sindacati di base e lavoratori si mobiliteranno per contrastare la riforma del modello contrattuale

“La riforma del modello contrattuale è soprattutto un modo per dare ai padroni una mano per uscire dalla crisi”, afferma Pierpaolo Leonardi, Coordinatore Nazionale CUB. “Dall’accordo quadro scompare infatti ogni riferimento all’emergenza salariale e si parla solo di efficiente dinamica retributiva, che sottintende lo stretto rapporto con le necessità competitive delle aziende, mentre nell’ambito della contrattazione di secondo livello si rendono possibili deroghe in pejus sia per la parte salariale che normativa”.“Ma rilanciare la crescita economica, lo sviluppo occupazionale e l’aumento della produttività sono gli stessi principi in nome dei quali nel ‘92/’93 sono stati siglati i famigerati accordi di luglio – sottolinea Leonardi - che hanno senz’altro raggiunto lo scopo di garantire benefici e profitti alle imprese, ma dai quali è partita la destrutturazione del potere contrattuale dei lavoratori”.
“Questo accordo – aggiunge Leonardi - vorrebbe inoltre mettere fine all’esistenza di un sindacato che si pone come scopo la difesa dei diritti dei lavoratori. Ne deriveranno nuove regole in materia di rappresentanza sindacale, con le quali si intende restringere il diritto sciopero nei servizi pubblici locali e far fuori qualunque possibilità di partecipazione democratica dei lavoratori nelle decisioni che li riguardano.
Ai sindacati di base e ai lavoratori spetta ora mobilitarsi, non solo per respingere questa riforma, ma per impedire che essa trovi applicazione negli accordi di categoria, aziendale e territoriali”, conclude il dirigente CUB”.