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mercoledì 29 aprile 2009

Abruzzo e Acerra: le bugie hanno le gambe corte (come Berlusconi...)

di Marina D'Ecclesiis
Ieri, visita a sorpresa di Silvio Berlusconi a Napoli per dimostrare che nonostante il terremoto, non si è dimenticato della monnezza.
Ma la presenza del Premier è stata contestata proprio da due studenti abruzzesi. “Non devi venire in Abruzzo. Ci stai rovinando” hanno urlato. Berlusconi stava per parlare ai giornalisti quando sono arrivate le urla di dissenso dei due giovani che dicevano di essere arrivati dall’Abruzzo appositamente per protestare contro l’operato del governo. Poi sono seguite le urla dalla piccola folla radunatasi, ma questa volta su turismo e posti di lavoro. Berlusconi vista la piega che stava prendendo la situazione si è immediatamente allontanato per volare al brindisi del figlio Piersilvio a Portofino mentre i due giovani sono stati fermati e identificati dalla Digos.
“L’inceneritore di Acerra funziona benissimo, l’inquinamento è vicino allo zero. Abbiamo lì un prototipo che è molto utile, che dovremmo riedificare in tante altre regioni d’Italia” queste le parole del premier per rassicurare i cittadini campani. Ma ancora una volta fatti e parole non coincidono: l’inceneritore di Acerra non è funzionante. Nonostante l’inaugurazione del 26 Marzo quando Berlusconi schiacciò davanti le telecamere il vistoso bottone rosso dell’accensione affiancato dal commissario per l’emergenza rifiuti Bertolaso che rassicurò i cittadini: “oggi entra in funzione il termovalorizzatore” il sito, oggi, appare deserto. Sembra che l’impianto non sarebbe nemmeno in grado di produrre energia elettrica, in quanto secondo il contratto sottoscritto dalla cooperativa Partenope la centrale non sarà attiva prima di Dicembre. Tutto ciò testimoniato dalle telecamere dell’Osservatorio ambientale della presidenza del consiglio puntate sul sito che trasmettono immagini di un luogo fermo, in via di allestimento. Ma già da un mese la situazione era stata denunciata dai comitati contro l’impianto e la “Rete campana rifiuti e ambiente” che avevano denunciato la mancata accensione dei forni.“
Il presidente continua a mentire agli italiani” afferma l’avvocato Tommaso Esposito, “l’inceneritore deve essere collaudato e ci vorranno mesi prima che possa bruciare le 6mila tonnellate di rifiuti annue, così come previsto” e conclude “ non che la cosa ci dispiaccia, per noi questo ecomostro deve restare spento, ma non si vuole ammettere che è stata solo un’operazione mediatica”. È risaputa infatti la pericolosità degli inceneritori che immettono nell’atmosfera sostanze come monossido di carbonio, ossidi di azoto e quantità di diossina riconosciuta nel 97 come cancerogena. Ma nonostante i seri
rischi che comportano questi impianti, il governo continua ad investire in questa forma di smaltimento dei rifiuti e annuncia che preso si darà il via alla costruzione di altri 3 impianti. Tutto a scapito della raccolta differenziata, ceh non solo non è mai partita in interi quartieri di Napoli, ma che a livello regionale ha registrato un forte decremento. “Era chiaro dall’inizio che al governo non interessava la raccolta differenziata”, denunciano dalla Rete campa rifiuti zero. “Più rifiuti si immettono nei forni di Acerra, e maggiori sono i guadagni delle lobby degli inceneritori. Lo dimostrano anche i progetti per altri impianti che superano la capacità di produzione regionale e che intendono importare rifiuti da altre regioni”.
Insomma raccolta differenziata sempre più a rilento, inceneritori non funzionanti e discariche che si riempiono sempre più. Oggi, infatti, si teme che le discariche possano riempirsi nel giro di pochi mesi e che con l’autunno possa tornare la fase critica dell’emergenza con l’immondizia di nuovo per strada. Perché sia chiaro, l’emergenza non è mai stata superata. I rifiuti sono nascosti tra le menzogne del governo e presto potranno tornare a galla.

lunedì 13 aprile 2009

Toscana Antifascista: "un passo necessario"

Si è svolta sabato 11 aprile c/o il centro sociale SARS l'assemblea dal titolo un "passo necessario" promossa dal comitato antifascista antirazzista versiliese. L'assemblea si è prefissa l'obbiettivo di far nascere un coordinamento antifascista e antirazzista toscano.
Erano presenti compagni del SARS, Dada Viruz Project, Sinistra Critica, PCL, ANPI, ANPI Giovani, Precari Autorganizzati, Circolo Partigiani Sempre, COBAS, Centro sociale Newroz, Università Antagonista, osservatorio antifascista, collettivo autonomo studentesco e Assemblea Spazi Autogestiti in rappresntanza di variè città come Pisa, Viareggio, Pietrasanta, Lucca, Massa e Carrara.
La relazione introduttiva ha sottolineato come l'attuale fascistizzazione della società non passi solo attraverso i soliti gruppuscoli nostalgici ed estremisti ma attraverso un processo di costruzione di “democrazia autoritaria”. Le politiche repressive, il revisionismo storico, l'insicurezza e la propaganda populista, la tendenza al bipartitismo, l'impermeabilità del potere ad istanza popolari, il tentativo di dividere i lavoratori e la costruzione di un pensiero unico sono tutte componenti centrali di questo processo.
Tutti gli interventi che si sono susseguiti nella mattinata e hanno ripreso nel pomeriggio, dopo una breve pausa pranzo, hanno posto l'accento sulla necessità di coordinare le attività delle varierealtà antifasciste già attive sui territori. E' stato sottolineato di come l'antifascismo di facciata di certe forze istituzionali che si ricordono solo delle ricorrenze come il 25 apriile non è più sufficiente.
Allo squadrismo delle ronde si risponde con la vigilanza popolare e riappropriandosi del territorio perchè nessun spazio di agibilità politica va lasciato a nuovi e vecchi fascismi.
E' emerso con chiarezza come i gruppi neofascisti cerchino di sfruttare la crisi a loro vantaggio, per questo il coordinamento non potrà affrontare l'antifascismo sganciato da temi primari come la riaproppriazione dei bisogni, la difesa di vecchi e la conquista di nuovi diritti come il diritto allo sciopero, la libertà di circolazione per migranti, il diritto alla casa, alla sanità e all'istruzione pubblica e gratuita, al reddito e agli spazi sociali.
L'assemblea ha deciso, inoltre, di partecipare ai prossimi appuntamenti in calendario come la manifestazione del 18 a Pisa contro la delibera antiborsoni, al seminario contro il revisionismo promosso da varie realtà tra cui Lotta e Unità che si terrà a Marina di Massa il 18 e 19 e di essere in piazza nei vari territori il 25 aprile con parole d'ordine comuni contro la fascistizzazione della società, il razzismo di stato ed ogni rigurgito fascista vecchio e nuovo.
La prossima assemblea dovrebbe essere a Maggio.
Assemblea promotrice per un coordinamento antifascista antirazzista toscano

Dopo le speculazioni, la strage d'Abruzzo: l'edilizia sotto tiro

La prima responsabilità è della politica che ha reso un bene primario e vitale come la casa alla stregua di un qualsiasi prodotto da supermercato il cui prezzo lo decide il mercato.
E' logico che essendo la casa un bene irrinunciabile ognuno è disposto anche a indebitarsi anche fino a dopo la morte pur di accedere al bene-casa. In questo contesto di "mercato" (sciagura dell'umanità e prima causa di morte dell'umanità nella recente storia capitalista) imprenditori e avventurieri si sono buttati nel business del mattone.
Molti hanno smesso di investire in attività produttive per investire nell'edilizia e nelle speculazioni ad essa annesse. Tanto che appena due anni fa gente improvvisata e legata al mattone come Coppola e Riccucci voleva addirittura scalare RCS e comprarsi il Corriere della Sera. Cosa impensabile fino ad oggi visto l'altissimo valore di investimento ma anche simbolico di quella testata.
E con l'edilizia ci si sono arricchiti anche i politici con mazzette per elargire concessioni, per mutare la destinazione d'uso di terreni, tanto che ogni giunta (rossa, blu o nera che sia) ha dei costruttori di riferimento che foraggiano i candidati a sindaco in cambio di qualche favore.
Senza considerare che l'edilizia è e e rimane uno dei settori del mondo del lavoro più inesplorato, meno controllato, meno sicuro e meno rispettoso dei contratti. Insomma un mondo dove una casta si è arricchita, molti operai sono morti e dove un bene primario è stato portato a prezzi inaccessibili.
E ora la strage abruzzese dove, finite le lacrime e le bugie mediatiche, iniziano ad affiorare le responsabilità di chi ha costruito con sabbia marina in una zona altamente sismica e già distrutta dal terremoto nel 1703.
La magistratura promette la galera, gli imprenditori ammettono che nel settore edilizio ci sono tanti condor assassini. Toccherà al popolo abruzzese controllare che questa gente paghi. red.

mercoledì 8 aprile 2009

Ronde e migranti: governo battuto dalla propria maggioranza.

Il Parlamento boccia le misure volute dalla Lega per tenere 180 giorni i migranti rinchiusi nei Cpe. Il voto segreto e senza fiducia ha fatto adirare i leghisti che hanno subito chiesto la sospensione della seduta.
Già precedentemente era stato stralciato l'articolo che riguardava le ronde, ma con la bocciatura della detenzione amministrativa di 180 giorni salta uno dei capisaldi della politica razzista della Lega Nord.
Tecnicamente sarà un emendamento della commissione a cancellare dal decreto sicurezza la norma sulle ronde. Le norme poi verranno molto probabilmente inserite in un disegno di legge.
La Camera ha battuto il Governo sul dl sicurezza, quindi, approvando la soppressione dell'articolo sull'esecuzione dell'espulsione degli immigrati. L'Aula ha infatti approvato a scrutinio segreto (232 voti a favore, 225 contrari e 12 astensioni) gli emendamenti identici di Pd e Udc che miravano alla soppressione dell'articolo 5 che aumentava a 180 giorni il tempi di permanenza nei Cpt degli immigrati.
I Cpe (cpt) o come si vogliano chiamare corrispondono a tante Guantanamo sul nostro territorio. La detenzione amministrativa è disumana e contro ogni principio di diritto. Anche in uno stato liberale. Bisognerebbe chiedere l'apertura delle frontiere, ma è già qualcosa se un governo reazionario si auto-batte su questioni così importanti ed al centro di campagne mediatiche eterodirette. Si capisce, così, perchè Berlusconi è costretto a mettere la fiducia su tutto.

martedì 7 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo, catastrofismo e tranquillismo

Una serie di ritagli stampa (a partire dal 2005) riguardanti Giampaolo Giuliani, il tecnico che aveva paventato un terremoto "disastroso", verificatosi poi una settimana dopo.
Sul Corriere l'ultimo aggiornamento sulla diatriba è in: L'esperto denunciato per il suo allarme «Confermo: lo si poteva prevedere»”.
Riportiamo senza commentare, perchè si commenta da sè.
Se il sensore prevede il terremoto, Sole 24 ore , 10 giugno 2005
«Un giorno dell'ottobre 2002, poco prima del drammatico terremoto di San Giuliano di Puglia, Gioacchino Giuliani osserva segnali intensi e anomali: convinto che si tratti di un evento eccezionale, avverte i colleghi che invece pensano a un guasto e consigliano di spegnere la macchina.
Ma Giuliani non spegne, e anzi registra picchi sempre più rapidi e violenti. Quando infine arriva il terremoto, i quattro si guardano negli occhi, spaventati e confusi sul da farsi: questa esperienza convince la società Caen — leader nella produzione di dispositivi elettronici per i maggiori esperimenti di fisica del mondo - a investire uomini e mezzi nell'impresa, che sembra aprire nuove prospettive nella difficile sfìda dalla previsione dei terremoti.»
Qui c'è aria di terremoto, Club 3, ottobre 2008
«Giuliani e il suo staff previdero anche il terremoto del Molise del 2002, dove persero la vita 27 bambini: fu comunicato l’allarme alla Protezione civile, ma allora tutto il sistema era ancora in fase sperimentale. [...]
«Abbiamo investito tutto in questo progetto», conclude il tecnico. «Adesso il mio sogno è che venga potenziato, migliorato e utilizzato su vasta scala nelle zone sismiche, per poter salvare quante più vite umane possibili»
Lettera della società SCS alla protezione civile del 15 maggio 2006
«Egregio dr. G. Bertolaso,
desidero portare alla Sua attenzione un progetto costituito da una rete di sensori del tipo PM-4 e PM-2 che si propone come obiettivo principale la rivelazione di precursori sismici, ottenuti dal monitoraggio di gas Radon, nonché il controllo sull’ inquinamento ambientale prodotto dallo stesso Radon, su vaste aree.[...]
L’intero sistema, la metodologia di rivelazione e l’algoritmo di analisi dati, è protetto da brevetto depositato dall’autore di questa nuova procedura, Sig. Gioacchino Giuliani.
Risultato test: dal 27 Dicembre 2003 al 8 Gennaio 2004, sono stati generati 12 Allarmi ed osservati 9 terremoti, pari ad una efficienza del 75 %, poichè tre ripetute dopo scosse principali, non calcolate.»
Niente allarmismo i terremoti non sono prevedibili, Abruzzo 24 ore , 1 aprile 2009 (purtroppo non è un pesce d'aprile)
Intorno al tavolo c'erano i massimi esperti italiani in materia di terremoti, che hanno rassicurato: lo sciame sismico che interessa l'Aquila da circa tre mesi è un fenomeno geologico tutto sommato normale, che non è il preludio ad eventi sismici parossistici, anzi il lento e continuo scarico di energia, statistiche alla mano, fa prevedere un lento diradarsi dello sciame con piccole scosse non pericolose. Rassicurazioni che fanno davvero bene a tutti gli aquilani, sull'orlo di una crisi di nervi, e al sindaco Massimo Cialente.
Sottolineano poi gli esperti: uno specifico evento sismico non può essere previsto, chi lo fa procura solo ingiustificato allarme. Il riferimento è ovviamente allo studioso aquilano Gioacchino Giuliani, che grazie ad un sensore afferma poter prevedere di 24 ore gli eventi sismici studiando i raggi gamma del Radon emesso dalla crosta terrestre. Giuliani è stato denunciato ieri per procurato allarme, perchè ha telefonato al sindaco di Sulmona, per avvertirlo che era in arrivo un forte terremoto nel pomeriggio di domenica.»
L'uomo che dice di prevedere i terremoti ora rischia una denuncia, Abruzzo 24 ore , 31 marzo 2009
«Dice infatti di aver previsto una scossa domenica a Sulmona, dopo quella della mattina, per il pomeriggio; scossa che in realtà non c'è mai stata. Telefonò subito alla polizia municipale, poi al sindaco Federico per annunciarla, prevista con più intensità della precedente.
"Non è possibile che si vada in giro a creare allarmismi", evidenzia il sindaco Federico, "domenica ho passato la giornata più brutta della mia vita perché dopo aver parlato con quel signore, che mi aveva annunciato un sisma devastante, molto più forte di quello che c’era stato in mattinata, mi sono trovato in una situazione difficilissima. [...] trovando rassicurazioni solo dopo aver parlato con il Centro nazionale di sismologia di Roma, dove hanno ribadito che le possibilità che si verificasse un terremoto a Sulmona erano le stesse di un altro territorio a rischio sismico in giro per il mondo. [grassetto nell'originale]»
Il terremoto è avvenuto 8 giorni dopo, un centinaio di km a nord di Sulmona, ma è avvenuto. Qui leggete l'intervista rilasciata oggi da Giuliani. Per il tranquillismo vedi qui. A proposito di tranquillismo, potete leggere qui .

lunedì 6 aprile 2009

La questione immorale: uno Zipponi che va via non fa primavera!

di Francesco Fumarola
Maurizio Zipponi, ex responsabile area lavoro PRC sotto la salottiera segreteria Bertinotti, rimane coerente con se stesso e si candida con l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Su "Liberazione" di Sabato 4 Aprile 2009, ne dà un ampio resoconto Maria R.Calderoni che ha, tra l'altro, il coraggio (raro) di considerarsi "fortemente colpevole" per avere creduto, addirittura "con le lacrime agli occhi", al valore etico-politico del nostro, "ex operaio figlio di operai". Zipponi, attraverso un percorso tutto personale che è possibile godersi grazie al bel pezzo della compagna Calderoni, inconsapevolmente compie un atto di grande "igiene politica", recidendo definitivamente i nodi con una militanza in cui, ed è un fatto, non hai mai creduto se non per scopi di rendita personale. "Igiene politica" praticata anche dalla stessa cronista, che ci dimostra come l'ammissione di un abbaglio non sia qualcosa di cui vergognarsi ma da valorizzare. In che modo? Proviamo a trarre delle considerazioni partendo dalla premessa che ciascuno di noi ha conosciuto o, peggio, conosce un Zipponi appiccicaticcio e baldanzoso: ne siano prova anche gli ultimi due casi di scissione (Vendoliani e Federazione della Sardegna che, non si sa in base a quale cervellotico ragionamento, gode di una sua autonomia sancita per Statuto). Sia chiaro: limitare il dato patologico a chi va via è limitante.
Il problema, ahimè, come i vivi con i morti, sono quelli che rimangono,i tanti Zipponi ovunque collocatisi nei meandri delle strutture di Partito, che non ci pensano proprio a portare via armi e bagagli motu proprio. E così rimangono, si riciclano, persistono annosamente in questa o quell'area per piazzare se stessi al miglior offerente. E così in tanti continuiamo ancora a vedere lo Zipponi di turno indicarci la strada, serioso mentre analizza la fase, in testa nei vari cortei/sciopero del Sabato mattina alla ricerca della telecamera, ad infognare di veline dalle belle parole le speranze dei proletari. Eppure, ed è il male assoluto, non ci basta. Quasi fossimo dei masochisti, anche dopo avere preso mazzate su mazzate, offese su offese, per la gran parte non abbiamo la forza di ribellarci al Zipponi della seggiola accanto, e dire quanto più o meno ha detto la Calderoni: "Ho sbagliato, ora basta!". In troppi non riusciamo a recidere quel cordone ombelicale di "soggezione" che ha senso soltanto per come è impostato il Partito, di massa e non di quadri, dove il vertice, qualunque esso sia, si limita ad offrire disposizioni che la base vista con il secchio e la colla.
In mezzo, scissi tra la volontà di entrare nelle grazie dei dirigenti e la necessità burocratica di stare mezzo passo avanti ad una base da "bere", sta un buon numero di quadri, i famosi intermedi. L'obbligatorietà di affrontare e risolvere, una volta per tutte e senza aspettare più derive arcobaleno che ci liberino dei vari Zipponi, non è più rinviabile. Non è un problema di questione morale, ma di immoralità mascherata e diffusa. Diffusa perchè endemica, mascherata perche dissimulata dalle buone maniere, da quella buona creanza che salva l'approccio formalmente democratico al dibattito per il "rispetto" (un obbligo, pare) che si deve ad ogni compagno, ed affoga la sintesi pura nel mare magnum degli accordicchi e degli sgambetti. Dislocazione, anche spaziale, tra il momento formale ed il momento sostanziale delle decisioni che contano, la "questione immorale" è di per sè legata alla rendita, alla posizione.
Il denaro assurge a strumento per la sua autoriproduzione. La "questione immorale" è perciò stesso una questione positiva, uno scellerato modo di agire politico, che emerge dirompente per finalità di autoconservazione di ceto e si impone sulla moralità dei più attraverso il "doppio petto" del percorso comune da fare insieme per l'unità" (elementi, come si può capire, sempre condivisi e condivisibili). Una furbizia, funzionale ad interessi minoritari e parassitari, che si poggia, strumentalmente, sul "comune sentire". La "questione immorale" affossa la "questione morale" (puramente resistenziale e di testimonianza, negativa perchè passiva) ed assurge a regola, pratica politica, modalità truffaldina dalle sembianze rassicuranti. Occorre spezzare questo circuito maledetto, ma come? A parte la capacità umana di tenere sempre gli occhi aperti e di essere umili come la compagna Calderoni è quando ammette l'abbaglio, i vari Zipponi si smascherano staccando la politica con la "P" maiuscola dall'affare, la legittima rappresentanza istituzionale dalla rendita, la militanza dal "postariello nel partito".
A questo proposito si avanzano alcuni, ma non definitivi, suggerimenti:
1- chiunque ricopra una carica, a qualunque livello, ha l'obbligo di girare il 100% delle quote al Partito, che a sua volta provvederà a remunerarlo per una cifra, al netto delle spese vive per lo svolgimento dell'attività (opportunamente documentate, mirate al raggiungimento del massimo risparmio ed a completo carico del partito) non superiore a quella del salario medio di un operaio (metalmeccanico?);
2- tutte le quote girate devono finire in un fondo di resistenza gestito dal Partito con il quale, oltre alla propaganda ad ogni livello, si finanzia il conflitto sociale nelle sue mobilitazioni territoriali;
3- nessuno può ricoprire ruoli e svolgere funzioni, di qualunque genere e tipo, per un peridio di tempo superiore a cinque anni. Il Partito garantisce, allo scadere del quinquennio ed attraverso i fondi stanziati al punto 2, l'accompagnamento al lavoro del militante, qualora esso se ne trovi momentaneamente sprovvisto.
4- tutte le decisioni, intra ed infra aree/Partiti vanno prese pubblicamente, davanti ai militanti, nelle sedi più appropriate del Partito, e non nelle pizzerie o davanti alle crostate di mammà.
Chi scrive crede fortemente che anche soltanto inziando con questi semplici rimedi, tra i tanti sempre validi e facilmente applicabili, si possa contribuire a smascherare i ciarlatani e gli scaldaseggiola, iniziando a produrre una scrematura naturale tra i tanti Zipponi ed i pochi ma decisivi, per l'etica in politica e la sconfitta della "questione immorale", Maria R. Calderoni.

sabato 4 aprile 2009

Crisi e alternative

Incontro internazionale su Collasso finanziario e Socialismo del XXI secolo. Promosso dalla Associazione Marxista "Politica e Classe"
Roma: 4 Aprile 2009 dalle ore 10.00 alle ore 18.00 Sala "Luigi Pintor", via dello scalo di San Lorenzo n°67
Questo nuovo secolo si è aperto con una serie di crisi finanziarie nate negli USA ma che vengono generate dai meccanismi di fondo del Modo di Produzione Capitalista, una tale strutturalità diviene palese in quanto da un problema relativamente limitato, come quello dei cosiddetti Subprime, si è diffusa una "epidemia" in tutta l'economia mondiale.
L'America Latina invece, uscita da decenni di dittature, di golpe pilotati dagli Stati Uniti e dall'impoverimento causato dal FMI, ha scelto una strada che si dirige verso una nuova, importante ed inedita esperienza socialista che rappresenta la prima e forte risposta politica delle classi subalterne alla totalizzante ideologia della supremazia del capitale e del mercato.
Coordina:
Cinzia Della Porta (Associazione Marxista Politica e Classe)
Introduce:
Antonio Bufalino (Associazione Marxista Politica e Classe)
Relazioni di:
- Luciano VASAPOLLO - Docente dell'università di Roma "La Sapienza"
- Maurizio Donato - Docente dell'università di Teramo
- Vladimiro GIACCHE' - economista
- Patricia RONCAL - Coordinadora del Centro de Postgrado en Ecologia y Conservacion de l'Instituto de Ecologia de la Universidad Mayor de San Andres (BOLIVIA)
- Henry VELMEYER - Docente all'Università Saint Marie di Halifax e all'Università Autonoma di Zacatecas (Messico)
- Carolus WIMMER - Segretario per le relazioni internazionali del Partito Comunista del Venezuela e vice presidente del Parlamento Latino Americano
Intervengono:
- Fabio AMATO - Responsabile internazionale Partito della Rifondazione Comunista
- Piero BERNOCCHI - Confederazione COBAS
- Salvatore CANNAVO' - Sinistra Critica
- Domenico PROVENZANO - Rete dei Comunisti
- Jacopo VENIER - Ufficio Politico PDCI

venerdì 27 marzo 2009

I Padroni sono in crisi?...ci pensa Bertinotti

Cari compagni
Abbiamo notato da questo manifesto che Fausto Bertinotti e Aldo Bonomi lavorano ad un progetto.
Ma chi è questo Aldo Bonomi con cui Bertinotti fa comunella con l’intento di portarci fuori dalla crisi capitalistica?
Bonomi è conosciuto da tutti coloro che si sono occupati dello stragismo in Italia come uomo legato ai vari fenomeni terroristici di destra e di "sinistra" e alla strategia della tensione messa in essere dalla P2 e dai servizi segreti italiani, americani, della Nato e israeliani. Il Bonomi è colui che diede il passaporto, nel 1970, per farlo espatriare, al finto anarchico Gianfranco Bertoli, l'uomo venuto da Israele nel 1973 per compiere la strage alla Questura di Milano in via Fatebenefratelli. Bertoli era un confidente del Sifar e camerata degli ordinovisti veneti.
Su Aldo Bonomi esiste una ricca documentazione prodotta in buona parte dalle inchieste del giudice Salvini sulla strage di piazza Fontana, dal giudice Lombardi sulla strage alla Questura di Milano e da una serie di libri che si occupano del fenomeno eversivo nelle sue varie forme:
Sovranità limitata - Storia dell'eversione atlantica in Italia - di Antonio e Gianni Cipriani - Edizioni Associate
Lo Stato invisibile - Storia dello spionaggio in Italia dal dopoguerra a oggi - di Gianni Cipriani - Sperling & Kupfer EditoriI servizi segreti in Italia - dal fascismo alla seconda repubblica - di Giuseppe De Lutiis - Editori Riuniti
Il partito del golpe - Le strategie della tensione e del terrore dal primo centrosinistra organico al sequestro Moro - di Gianni Flamini - Italo Bovolenta editore.
Che cosa sono le BR – Le radici, la nascita, la storia, il presente: Chi erano veramente i brigatisti e perché continuano a uccidere. Una nuova testimonianza del fondatore delle Brigate rosse. Di Giovanni Fasanella e Alberto Franceschini – BUR (Biblioteca Universale Rizzoli)Attenzione compagni ai cavalli di Troia...
Andrea Montella
ALDO BONOMI
UN REAZIONARIO A TEMPO PIENO

Sono almeno vent'anni che il grande capitale finanziario ha messo in atto una pressante operazione culturale con lo scopo di smantellare il pensiero e la critica marxista: si è servito della sua ragnatela massonica e dei filosofi pensiero-debolisti, dei maître à penser soggettivisti operaisti; il tentativo è stato sostenuto dai loro organi di stampa, dalle loro riviste, dal pseudo-riformismo. Il sistema mediatico dei poteri forti ha teso a introdurre nelle classi più deboli filosofie e modelli di pensiero conservatori e reazionari come quelli di Nietzsche, Heidegger, Schmitt, Junger.
Questo pensiero della destra radicale nazional-rivoluzionaria, che bene si estrinseca nella rivista di geofilosofia neocomunitaria Tellus, dove il Bonomi scrive, ha lo scopo di eliminare ogni analisi di tipo economico e identità di classe e diffondere concetti indistinti come moltitudine, folla, comunità di destino per portare larghi strati di popolazione a comportamenti nichilisti-individualisti funzionali allo sviluppo di un progetto che vede l'utilizzo dell'irrazionalità nella politica come elemento portante delle nuove dinamiche consenso/dissenso, tutte interne alle varie ipotesi che il sistema capitalistico è in grado di offrire.
E queste ipotesi sono molteplici: dall'anarchia alle varie ipotesi fasciste, al nazismo, al leghismo, al riformismo senza riforme. Ma lo scopo sul lungo periodo è quello di costruire, in sintonia con l'acuirsi delle contraddizioni tra Europa, Usa e Asia, le condizioni culturali e psicologiche per l'accettazione da parte degli strati sociali subalterni della necessità della guerra. Il capitalismo sta ridefinendo le proprie gerarchie e la guerra accentuerà questo processo, ma il suo potere distruttivo creerà le basi della ricostruzione che allontanerà la crisi del sistema.
Al capitalismo imperialista per realizzare i suoi scopi serve un tipo di umanità infantile, privata di unità interiore, di volontà e fermezza, incapace di progettare un vero cambiamento in quanto preoccupata al soddisfacimento dei suoi bisogni primari.
In ogni realtà nascono movimenti che non pongono la questione di fondo: è riformabile il sistema capitalistico? Il modello sociale esistente che mercifica gli uomini è sostituibile? E con cosa? Oggi più si vede che il sistema capitalistico fa schifo e meno si parla di comunismo, non vi sembra strano? Addirittura non si trovano più case editrici che parlano di questi argomenti, Marx è bandito, mentre fioriscono e vengono rimessi in circolazione pensatori della destra radicale con lo scopo di costruire quell'humus culturale e quel senso comune nazionalistico, funzionale ai bisogni dei vari imperialismi.
Per fare la guerra ci vuole una cultura adeguata.
Un esempio concreto di come il pensiero reazionario possa penetrare, ben mimetizzato dalle tecniche linguistiche della moderna propaganda, nelle menti di persone che mai avrebbero aderito a tali idee, è significativo come Jack Kerouac presentò, ad un incontro, una specie di programma politico culturale della Beat Generation. In esso si parlava della "volontà che unisce i nostri gruppi e che ci fa comprendere che gli uomini e le donne devono apprendere il sentimento comunitario al fine di difendersi contro lo spirito di classe, la lotta delle classi, l'odio di classe! E si concludeva con l'auspicio "Noi andiamo a vivere presto in comune la nostra vita e la nostra rivoluzione! Una vita comunitaria per la pace, per la prosperità spirituale, per il socialismo".
Il pubblico composto da "alternativi" di sinistra ne fu entusiasta ma si raggelò subito apprendendo di aver applaudito un discorso pronunciato da Adolf Hitler al Reichstag nel 1937.
In Germania, durante la Repubblica di Weimar giravano per Berlino degli individui che potremmo definire indiani metropolitani, il viso dipinto e il capo coperto di piume, sembravano dei pellerossa, progenitori dei moderni hippies e dei punk. Si chiamavano Wandervögel (Uccelli Migratori): cultori della natura, sodomiti, violenti e crudeli come moderni pirati. Questi colorati personaggi, toltosi l'orecchino, le penne e i colori sulla faccia, riapparvero inquadrati con lucidi stivali e camicia bruna nei battaglioni delle SA, le famigerate Sturmabteilung. E quando gli chiedevano come mai avessero aderito al movimento politico guidato da Hitler, rispondevano: "Ma è uno di noi".
Ma uno dei moderni teorici di queste ideologie reazionarie che gravitano all'interno e attorno al mondo di Aldo Bonomi è l'antropologo americano Peter Lamborn Wilson che usa lo pseudonimo di Hakim Bey, autore del libro edito dalla Shake T.A.Z., Temporary Autonomous Zone (Zone temporaneamente Autonome), costui è il padre spirituale dei Black Bloc, cultore della pirateria e del protofascista Gabriele D'Annunzio, tanto da considerare nei suoi scritti l'impresa di Fiume, come la prima "okkupazione" punk e rap di una città.
Questa cultura oggi contamina sia i Centri sociali legati a personaggi che avevano come punto di riferimento l'Autonomia, il Manifesto e la rivista Derive e Approdi che si definiscono di sinistra, sino ad ambienti politici di destra legati all'ambito culturale della rivista Orion, infine trovandosi in sintonia con le posizioni enunciate da Marco Tarchi di Diorama Letterario.
In un mondo globalizzato con confini molto deboli anche i confini dei valori tendono a sparire; un operatore di questa dissoluzione è il nostro Aldo Bonomi di cui tracciamo un'interessante scheda biografica non autorizzata.
Aldo Bonomi nasce a Grosio in provincia di Sondrio (Valtellina) il 12 novembre 1950. Il padre è stato sindaco per la Democrazia cristiana a Tresivio.
Alla fine degli anni Sessanta Bonomi inizia a prendere contatto con i circoli anarchici della Valtellina.
Contemporaneamente però è assiduo frequentatore di un bar di Sondrio, il "Bubu", covo di elementi locali dell'estrema destra e assolutamente off-limits per tutti i militanti di sinistra (pena sprangate).
Il nostro si iscrive alla facoltà di Sociologia dell'Università di Trento. Nella primavera del 1970, con altri studenti, sequestra un sindacalista della Cisnal che viene costretto a sfilare con un cartello di denuncia per le vie della città. I responsabili dell'episodio vengono processati, ma il collegio di avvocati che difende i giovani di sinistra rifiuta di assistere Bonomi, giudicando equivoca la sua posizione politica (viene nominato un difensore d'ufficio).
Sempre nel 1970 Bonomi inizia a frequentare Milano, facendo qualche sporadica apparizione anche nel circolo anarchico "Ponte della Ghisolfa". È qui, ufficialmente, che entra in contatto con il sedicente anarchico Gianfranco Bertoli, ricercato per una rapina a mano armata compiuta a Padova. In seguito all'inchiesta sulla strage alla Questura di Milano, in via Fatebenefratelli, condotta dal giudice Lombardi, Bertoli è all'epoca individuato come un agente dei Servizi che ha appena operato in stretto contatto con ambienti neofascisti a Padova, con uomini del progetto Rosa dei Venti in Alto Adige e con i terroristi del MAR (Movimento di Azione Rivoluzionaria) di Carlo Fumagalli, attivo proprio in Valtellina.
Alla fine del 1970 Aldo Bonomi con Umberto Del Grande organizza l'espatrio e la fuga del ricercato Grianfranco Bertoli, fornendogli il passaporto precedentemente sottratto a Massimo Magri, un militante del Partito Comunista Marxista Leninista d'Italia.
Per il passaggio della frontiera Bonomi si incarica di ospitare Bertoli in una sua baita sopra Tresivio e lo affida poi ai contrabbandieri per il superamento del confine. La fuga di Bertoli e il ruolo di Bonomi sono precisamente ricostruiti dalla sentenza del marzo 1980 pronunciata dal giudice Antonio Lombardi. Bertoli tornerà in Italia, dopo un breve giro in Svizzera e Francia e una lunga permanenza in Israele nel 1973, giusto alla vigilia della strage della Questura di Milano.
Bonomi intensifica la sua attività, prende contatti con i gruppi legati a Giangiacomo Feltrinelli e inizia a collaborare con le Brigate Rosse: sua è l'inchiesta interna sull'infiltrato Marco Pisetta. Le BR dimostrano peraltro fiducia relativa nel Bonomi, al quale, dopo il 1973, viene contestata anche la collaborazione offerta a Bertoli: Bonomi si giustifica citando la "solidarietà anarchica" e intensifica il suo rapporto con l'organizzazione.
Bonomi si presenta come uomo delle BR, anche agli estremisti tedeschi con cui entra in contatto viaggiando in Germania. Tuttavia persiste il sospetto di suoi rapporti con formazioni di altro segno. Nel 1974 è presente ad un raduno di estrema destra (con il MAR di Fumagalli, Edgardo Sogno e altri "patrioti") svoltosi a Grosotto in Valtellina; scatta anche alcune foto che passa alle BR, così come realizza un'inchiesta sul "SID parallelo", forte della sua conoscenza di Bertoli e compagnia. I risultati di queste inchieste fornite ai "compagni terroristi" non dissipano i dubbi sulla sua figura, rafforzati da due indagini interne compiute su Bonomi da Lotta Continua e dal Partito Comunista Marxista Leninista. La documentazione fornita da Bonomi e quella su Bonomi verranno trovate nel fascicolo "Bertoli" nel covo delle Brigate Rosse di Robbiano di Mediglia.
Nel 1975 Aldo Bonomi viene arrestato come appartenente alle Brigate Rosse, nell'ambito dell'inchiesta condotta dai magistrati torinesi Caselli e Caccia sui rapporti tra le Brigate Rosse e la rivista Controinformazione, su cui Bonomi scrive. Dopo alcuni mesi Bonomi viene scarcerato in attesa del processo (sarà nel 1982); è assistito da due avvocati che sono anche noti esponenti della destra democristiana valtellinese: il parlamentare Tarabini e l'ex-sindaco di Sondrio Venosta. Arrestato, rinviato a giudizio, Bonomi sembra ormai "bruciato", anche perché le stesse BR negano la sua appartenenza all'organizzazione, ritenendolo solo un "collaboratore", tra l'altro sospettato di fare il doppio gioco.
Bonomi continua però a scrivere su Controinformazione, dove è diventato il custode della linea politica della rivista, dopo aver messo in minoranza il direttore Antonio Bellavita. Intensifica in questo periodo i contatti con la nascente area dell'Autonomia, specialmente con il nucleo di Padova egemonizzato da Toni Negri, noto per i suoi rapporti negli anni Sessanta con la Fondazione Rockfeller, ex cattolico di destra passato al PSI grazie a Corrado Simioni uomo legato alla CIA, leader di Potere Operaio e di Autonomia. Nel 1981 Negri viene messo nel carcere di Palmi e lì incontra Franceschini e altri brigatisti; durante una discussione lo accusa di "ottuso vetero comunismo" e successivamente afferma che l'unico che aveva capito tutto era Horst Mahler della Rote Armee Fraktion. Oggi Mahler è l'avvocato di riferimento dei nazisti tedeschi, e collabora con l'area della rivista autonoma Rosso. Recupera anche i rapporti con i vertici di Lotta Continua.
Tra la fine del 1977 e l'inizio del 1978, poco prima del sequestro Moro, arriva in Italia sotto falsa identità un agente straniero, Volker Weingraber, nome di battaglia "Michael Goldman" che era in stretti rapporti con un funzionario del SISMI. L'agente segreto si stabilì a Milano, città dove in seguito avvennero, durante il sequesto Moro, i contatti fra BR e la Rote Armee Fraktion. Ritenuto da tutti un compagno fidato, Weingraber aveva ricevuto l'ordine di infiltrare le BR e i gruppi dell'ultra sinistra italiana. Difatti abiterà nell'appartamento di Aldo Bonomi, si trasferirà poi nella casa di due militanti di Autonomia Operaia, Alberto e Franca Zuliani, in via Solari, nello stesso palazzo del giornalista Walter Tobagi.
Nel 1980 realizza anche la rivista Strategie con Primo Moroni (riferimento milanese dell'area vicina ad Autonomia e fondatore della libreria Calusca) e Augusto Zuliani (personaggio di secondo piano, sospettato peraltro di collaborazione con Servizi segreti stranieri), Zuliani è stato collaboratore del mensile della Fiom CGIL "Il Metallurgico" sino ai primi anni Novanta, oggi scrive sulla rivista nazionalcomunitarista Orion e sulla Padania, il giornale della Lega di Bossi e ha scritto il più lungo e preciso necrologio di Primo Moroni sempre su Orion la già citata rivista neocomunitarista, variante linguistica del nazionalsocialismo.
Bonomi coltiva anche i suoi rapporti internazionali: sul finire degli anni Settanta viaggia ancora in Germania e soggiorna per un lungo periodo in Francia, dove è riparato nel timore di un suo coinvolgimento nelle inchieste giudiziarie sull'Autonomia che hanno portato agli arresti del 7 aprile e del 23 dicembre 1979.
Rientra comunque per la conclusione del processo "Controinformazione-Brigate Rosse" che lo vede imputato a piede libero. La sentenza del Tribunale di Torino lo vede condannato a quattro anni, ma Bonomi, grazie ai benefici di legge e alla libertà vigilata, non torna in carcere.
Nel 1982 e nel 1983 Bonomi dirige un corso residenziale a Botticino Sera, in provincia di Brescia, per la formazione di esperti di una nuova figura professionale: l'agente per lo sviluppo del territorio. Il corso è realizzato sotto l'egida dell'ENAIP (l'ente delle ACLI che si occupa della Formazione professionale) e con i contributi finanziari del Fondo Sociale Europeo (FSE). Bonomi è infatti utilizzato anche dalla CEE come consulente per tematiche legate all'organizzazione del lavoro e ai modelli sociali.
Terminato il corso, Bonomi fonda con alcuni dei neodiplomati (tutti laureati, prevalentemente ingegneri, architetti e agrari) l'Associazione degli Agenti per lo Sviluppo del Territorio (AASTER). L'Associazione si occupa di promuovere la nuova figura professionale e di procurare lavori. I contatti sono prevalentemente quelli di Bonomi (che continua le sue collaborazioni con la CEE). Le prime commesse di lavoro sono con Lombardia Risorse - presieduta dal plurinquisito architetto craxiano Silvano Larini e legata alla dirigenza PSI - per valutazioni di impatto ambientale, con il giro degli urbanisti socialisti che operano nel Piano Intercomunale Milanese (PIM) e con la Provincia di Como (guidata allora dall'ala andreottiana della DC) per un'indagine sulla microimprenditoria nell'Alto Lario.
Con AASTER collaborano alcuni personaggi già noti per essere stati coinvolti nelle inchieste giudiziarie sull'Autonomia quali: Sergio Bologna (che romperà con Bonomi) e soprattutto Franco Tommei (più volte condannato dai tribunali). Intorno al gruppo, senza ruoli precisi, gravita anche Augusto Zuliani.
Nel 1985 Bonomi realizza un altro corso finanziato dal FSE questa volta per esperti in banche dati e sistemi informativi; il corso è realizzato per la Expert, presieduta da Umberto Giovine, buddista, paracadutista, socialista legato a De Michelis e in buoni rapporti con Claudio Martelli (è stato anche segretario politico delle LIF, il movimento federalista che si riconosce nelle posizioni del defunto ideologo leghista Gianfranco Miglio, già uomo di Cefis), collaboratore di Orion, negli anni Novanta partecipa ad un seminario, promosso dalla rivista Relazioni Internazionali, al Circolo della Stampa di Milano con Primo Moroni, Augusto Zuliani, Maurizio Murelli di Orion, Enrico Galmozzi ex Prima linea passato anche lui a Orion. Oggi Giovine milita in Forza Italia ed è responsabile del settore aerospaziale. È anche curatore di Convivio Spirituale Parlamentare che si tiene nella sacrestia di Palazzo Valdina accanto a San Gregorio Nazianzeno, vicino a Montecitorio, dove va a pregare Giulio Andreotti. Tra i partecipanti, consapevoli e inconsapevoli, a questo rito di ecumenismo massonico: Enrico La Loggia (FI), Gustavo Selva (An) e P2, Giovanni Bianchi (Ppi), Paolo Lucchese (Ccd), Valdo Spini, (Ds), Lino De Benedetti (Verdi), Furio Colombo (Ds), Maria Burani Procaccini (FI), Adria Bartolich (Ds).
Il Convivio è l'equivalente italiano del Prayer Breakfast in uso presso il congresso degli Stati Uniti e diversi parlamenti europei. Il National Prayer Breakfast è nato nel 1952 dall'iniziativa del massone e presidente USA Dwight Eisenhower e si ispira all'ecumenismo massonico che utilizza il sincretismo per egemonizzare sia le religioni che la politica. Infatti vi partecipano le quattro religioni presenti in Parlamento.
Nel 1988 viene realizzato un altro corso per agenti per lo sviluppo del territorio, in collaborazione anche con il Politecnico di Milano e con i soliti fondi CEE. Nel frattempo Bonomi continua la sua collaborazione con la CEE e ne intraprende anche con il Censis di De Rita e con l'Enea (l'entratura è Walter Ganapini).
I contributi della Comunità Europea permettono ad AASTER, che nel frattempo ha assunto una vera veste societaria, di realizzare alcuni progetti di formazione in Sicilia e di collaborare a progetti di sviluppo delle aree mediterranee soprattutto in Spagna.
Con l'emergere del fenomeno Lega e dei discorsi federalisti, Bonomi sposta la sua attenzione sociologica agli studi sul localismo e l'organizzazione delle piccole comunità. Negli ultimi tempi riconverte i suoi interessi sull'organizzazione del lavoro, diventando un teorico del postfordismo, argomento sul quale grande spazio gli ha dato il quotidiano "il Manifesto".
Attualmente Bonomi, oltre a curare e dirigere le attività di AASTER, figura tra i collaboratori del Centro Pio Manzù, (che ha tra i membri del comitato scientifico Henry Kissinger e Edward N. Luttwak) di Verucchio, è nel comitato scientifico della rivista di geopolitica Limes, lo troviamo tra i membri del Gruppo di Lisbona in compagnia di Ken Prewitt senior Vice President della Rockefeller Foundation (Bonomi e Negri hanno una predilezione per questa fondazione), è tra gli autori delle provocazioni culturali del gruppo che si identifica nella sigla Luther Blissett e collabora con la rivista "Derive e approdi"; oltre alla collaborazione con la rivista di estrema destra "Tellus" il nostro trova largo spazio dal 1997 sul Corriere della Sera dove scrive anche Carlo Formenti (ex Autonomia) che non perde occasione per propagandare le pubblicazioni del suo amico. Come del resto fa Paolo Mieli (ex Potere Operaio) nei confronti di Toni Negri, che pubblica per Rizzoli i suoi "lavori".
Bonomi poi lo troviamo in ottimi rapporti con Marco Revelli: i due scrivono e dibattono sul settimanale Vita di area ciellina. Ha ottime entrature a Radio Popolare grazie a Bruna Miorelli e Tiziana Ricci. Largo spazio gli fornisce anche la rivista Carta.
Il Bonomi ha buoni rapporti con i Rotary, organizzazione paramassonica studiata da Gramsci come uno dei più importanti strumenti per la diffusione dell'ideologia capitalistica e per creare quella rete di controllo del territorio fondamentale per il dominio imperialista, infatti è stato relatore ad un incontro tenutosi nelle Marche esattamente a Civitanova Marche il 13 settembre 2002 al Teatro Cecchetti.
Bonomi è nel comitato scientifico della rivista Mille Piani, è direttore della rivista Iter, collabora con Evenement European; inoltre è riuscito, grazie alla scarsa memoria di molti compagni, a lavorare per la CGIL di Milano e della Lombardia, ma è ben introdotto anche nella CISL, grazie agli storici legami con Sandro Antoniazzi che ospita AASTER nella sede sindacale di via Tadino, quando il Bonomi non era ancora affermato nella nuova veste di ricercatore sociale; ma quello che inquieta è che settori del credito in particolare quelli legati a Mediobanca come Unicredito gli abbiano commissionato dei lavori.
Sorge spontanea una domanda: quali garanzie ha dato il Bonomi ai padroni del credito?
Per farla breve: un personaggio con un simile curriculum vi sembra di sinistra? Non sono un po' sospetti anche coloro che gli danno tanto spazio mediatico?
Bibliografia
L'Avanti del 31 maggio 1975 - Chi è il personaggio che fece fuggire Bertoli - di Piero V. Scorti - e - Bertoli entrò nel "Sid parallelo" - di Marcella Andreoli
La Stampa del 17 febbraio 1982 - Bellavita è condannato a 9 anni a 6 i brigatisti Paroli e Lintrami.
DOVE CORRONO I POPOLARI - MITI E MOTI, SOGNI E BISOGNI, PROTESTE E PROPOSTE - a cura di Lino Duilio - LA COMPAGNIA DELLA STAMPA
Il ponte della Lombardia - La ricca esperienza del Consorzio A.Aster - di Vittorio Moioli
L'ESPRESSO del 21 marzo 2002 - IL SAGGIO - Pro-global sul campo - di Giuseppe Berta
Il partito del golpe di Gianni Flamini - Italo Bovolenta editore
Sovranità limitata di Antonio e Gianni Cipriani - Edizioni Associate
Lo Stato invisibile - Storia dello spionaggio in Italia dal dopoguerra a oggi - Gianni Cipriani - Sperling & Kupfer Editori
Convergenze parallele - Le Brigate rosse, i servizi segreti e il delitto Moro - Sergio Flamigni - KAOS EDIZIONI
Mara Renato e Ia Storia dei fondatori delle BR di Alberto Franceschini - Oscar Mondadori
IL SISTEMA OCCULTO - la fuga dalla ragione nella politica e nella società del XX secolo - James Webb - Sugarco Edizioni
Horst Mahler: "Germania ai tedeschi" - Il Manifesto 3 maggio 2001 di G.A. da Berlino
Corriere della Sera del 9 luglio 1981 - Giornale di Autonomia pubblicò il dossier CIA mandato da Gelli - di Sandro Acciari
www.intermarx.com/ossto/archivio.html - Quando il fascismo si colora di rosso - Archivio Antifascista Venezia
LA CONTRADDIZIONE - bimestrale di marxismo n. 70, 74 , 75, 76, 78 - Destra sinistra - tra patti neocorporativi, ceto medio e metaterritorio - Alle radici del corporativismo - patto sociale, patto territoriale e "cartismo" corporativo fascista - Comunitarismo e postoperaismo - per una critica di diritto e reddito di cittadinanza -Immaterialità del cybercomunitarismo - passato e presente del soggettivismo operaio e post operaio - immaterialismo storico - a proposito di neosoggettivismo postoperaista - Roberto Di Fede
TRIBUNALE CIVILE E PENALE DI MILANO - UFFICIO ISTRUZIONE - SEZIONE DECIMA - R.G.G.I. 2322/73 Stralcio + 2762/73 F + 1650/74 F R.G.P.M. 6703/73 www.diorama.it/rast-marin.html
ORION aprile 1998 n. 163www.labibliotecadibabele.it/riviste.htm www.labibliotecadibabele.it/antaagonista.htm www.libroelibri.com/barbarossa.htm
LaPADANIA pagina 11 -martedi 5 settembre 2000 - Libri-plagio a scuola: la faziosità a sinistra. firmato Augusto Zuliani

sabato 7 marzo 2009

Pomigliano: Assemblea operaia organizzata dal Circolo PRC Fiat-Avio






Assemblea di massa con Ferrero e Rinaldini
di Alessandro Giardiello
La rifondazione operaia parte da Pomigliano
Una straordinaria assemblea organizzata dal circolo Prc Fiat-Avio si è tenuta ieri sera a Pomigliano. La sala Borsellino riempita all'inverosimile da oltre 500 persone venute ad ascoltare Gianni Rinaldini e Paolo Ferrero.
A introdurre la riunione Antonio Santorelli, che ha sottolineato l'importanza dello sciopero del 27 febbraio, una vera e propria lotta di popolo con una partecipazione di massa.
Ha ribadito l'importanza di rimettere al centro una visione di classe, da Pomigliano e dal Mezzogiorno, ma anche la necessità di tenere uniti tutti i lavoratori del gruppo Fiat. "E' inaccettabile che a Pomigliano non si lavori mentre in alcuni stabilimenti si fanno gli straordinari." Ha citato la proposta dell'auto ecologica avanzata dal circolo delle fabbriche di Pomigliano in collaborazione con alcune compagne di Lega Ambiente e ha concluso sulla proposta di nazionalizzazione della Fiat se questa dovesse mettere in discussione anche un solo posto di lavoro. Santorelli ha poi chiesto a gran voce lo sciopero regionale campano di Cgil-Cisl-Uil e di tutto il gruppo Fiat con manifestazione a Torino.
Ha poi preso la parola un giovane lavoratore precario, Antonio Buonomo, che solo tre giorni fa ha ricevuto una lettera di licenziamento dall'azienda. Non è riuscito a trattenere l'emozione quando ha raccontato ai presenti, che per tre anni dopo essere stato un "operaio modello", lavorando al 100%, mai una malattia, mai un rifiuto alle richieste dei capi è stato gettato via dall'azienda come un ferro vecchio. Il suo grido di dolore ha scosso profondamente la sala generando un clima di solidarietà e un sentimento di ancor più forte convinzione e determinazione a continuare la lotta. E' stata poi la volta di Mario di Costanzo, della segreteria della Rsu della Fiat di Pomigliano che in un passaggio ha detto:" Noi vogliamo essere protetti dallo Stato perchè siamo la parte sana di questa società...".
Dopo di lui Massimiliana Piro, compagna del circolo universitario del Prc e del comitato scientifico di Lega Ambiente che ha illustrato la proposta dell'auto ecologica che è già stata avanzata in un articolo su Liberazione: "una proposta che partendo dalle conoscenze dei lavoratori, si propone di fuoriuscire dall'Apti (Auto Termica a Proprietà Individuale), per andare verso un nuovo prototipo di auto elettrica, coniugandolo al progetto pilota di una stazione di ricarica per auto elettriche mediante pannelli solari, già esistente e installato oggi in un parcheggio di Palermo.
La Fiat di Pomigliano potrebbe, quindi produrre minibus e taxi elettrici a tariffa ridotta con cui innovare l'intero parco minibus e taxi del Mezzogiorno..."
Ha poi preso la parola Antonio di Luca, operaio Fiat: "Lo sciopero generale di Pomigliano ha messo insieme forze che da anni non s'incontravano intorno ad obiettivi comuni... Rivedere due segretari (Ferrero e Rinaldini) insieme per un obiettivo comune, pur nelle singole autonomie, è un segnale importante per tutti noi. Perchè dice della consapevolezza che siamo a uno snodo politico cruciale per il nostro paese. E dice anche della volontà del nostro partito di ritornare nei territori, nei luoghi del conflitto. Per ricostruire con l'identità sociale un più diffuso radicamento nel mondo del lavoro...La nostra area, pur profondamente degradata, ha grandi risorse produttive e culturali. Basti considerare l'Elasis, che con i suoi circa mille dipendenti è all'avanguardia ed è satura di progetti...Bisogna rilanciare con interventi statali lo stabilimento di Pomigliano a partire dalla sostenibilità ambientale delle nostre produzioni."
È stata poi la volta di Gianni Rinaldini, un intervento articolato per certi aspetti sofferto il suo, incoraggiato a più riprese da una sala che lo seguiva con grande attenzione e lo ha interrotto con alcuni tra gli slogan più quotati nello sciopero di venerdì scorso (Pomigliano non si tocca la difenderemo con la lotta, la gente come noi non molla mai...).
Il segretario della Fiom ha ricordato che: "dall'industria dell'auto dipendono complessivamente 1 milione di lavoratori in Italia, perché la Fiat non è solo auto, è movimento terra, macchine agricole, componentistica. ecc... Noi chiediamo la proroga della Cig ordinaria che deve passare dalle 52 settimane almeno al raddoppio (104 settimane) con la copertura all'80% del salario... perchè in molte realtà la Cig nei prossimi mesi si esaurirà. C'è un problema generale perchè la crisi è la più seria dal '29. E' la stessa sopravvivenza dell'auto che è a rischio in Italia, non è solo Pomigliano e Marchionne che ha fatto delle dichiarazioni vergognose sul futuro di Pomigliano ha subito aggiunto che come in Francia anche il governo italiano potrebbe mettere a disposizione oltre agli incentivi, 6 miliardi di euro di finanziamento all'industria dell'auto. Senza offrire garanzie ailavoratori.
Allora noi chiediamo che scenda in campo la proprietà, la famiglia Agnelli che di liquidità ne ha e come e soprattutto chiediamo che i soldi pubblici non siano a fondo perduto ma si trasformino inquote di proprietà pubblica a garanzia dei lavoratori... l'accordo con la Chrysler non è risolutivo della crisi Fiat. Non c'è dunque il problema solo di uno stabilimento ma il rischio è che non ci sia più un'industria dell'auto in Italia e non esiste un solo paese avanzato dove non c'è un'industria dell'auto..."
Rinaldini ha poi chiesto un intervento pubblico qualificato e ha annunciato la convocazione di una manifestazione di tutto il settore auto da farsi quanto prima... "molti possono lavorare per dividere i lavoratori (ricordo la lotta di Termini del 2002), l'unità è fondamentale e non deve assolutamente venir meno".
Un altro compagno della Fiat, Aniello Niglio ha parlato contro l'autoritarismo: "non si era mai visto un livello di repressione come quello che si è scatenato contro di noi o i lavoratori dell'Innse di Milano. Questo dopo che abbiamo sopportato per due mesi, durante la "cura Marchionne" una vera e propria sospensione dei diritti sindacali. Una repressione che attraversa tutta la società come dimostrano i recenti fatti di Bergamo. E ora arriva anche il vergognoso attacco al diritto di sciopero...".
Ha preso poi la parola Michele Apuzzo, lavoratore dell'Atitech, azienda del gruppo Alitalia, che rivolgendosi ad Antonio Santorelli ha detto: "Noi siamo stati sconfitti, Antonio, perchè quando qualche anno fa hanno tolto all'Avio le revisioni dei motori dell'Alitalia, mentre voi lottavate a morte noi andavamo a lavorare, perchè intanto continuavamo a percepire uno stipendio. E' tutta lì l'origine della nostra sconfitta, allo stesso modo oggi verrà sconfitta la lotta alla Fiat se non si crea un fronte di lotta ampio e articolato. Io sono del SdL e spesso critico la Fiom e Rifondazione, ma una cosa devo dirla, questo rimane l'unico partito con il quale puoi essere critico finchè ti pare, ma dove ancora i lavoratori possono discutere. E una cosa voglio dirla: non solo è giusta la proposta avanzata da Santorelli della nazionalizzazione, ma aggiungo che se domani io perdo il posto di lavoro non resterò inerme in mezzo a una strada, privando i miei figli di un futuro, piuttosto assalteremo i supermercati ma di certo non staremo a guardare mentre ci tolgono il pane di bocca".
Dopo il saluto di Antonio di Maio, della segreteria del circolo territoriale di Pomigliano, in un clima elettrico e carico di tensione emotiva (nessuno se ne è andato dalla sala per oltre due ore nonostante ci fossero oltre 200 persone in piedi) ha preso la parola per le conclusioni Paolo Ferrero. Il segretario del Prc ha esordito dicendo che " è inaccettabile che si perda anche un solo posto di lavoro, per cui se il padrone non è in grado di garantirli, glielo dobbiamo imporre noi, investire nella ricerca, rimodellare la mobilità nelle città, se l'industria dell'auto è satura allora va fatta una riconversione ambientale, concordo al 100% con le cose sostenute dalla compagna che è intervenuta, c'è bisogno di un intervento pubblico nell'economia, per riconvertire in chiave ambientale la produzione, se è necessario per questo la nazionalizzazione del gruppo Fiat allora si faccia la nazionalizzazione del gruppo Fiat...
Il governo sta facendo tre cose: mette i soldi per i banchieri, prova a mettere i lavoratori gli uni contro gli altri per provocare una guerra tra poveri, reprime con le manganellate le lotte sociali, una cosa che in queste proporzioni non si vedeva da molto tempo...
Ma c'è un problema, che è la ragione per cui abbiamo perso all'Alitalia, il senso comune dei lavoratori, che pensavano in molti casi che l'Alitalia era un buco nero e forse lo era anche per colpa dei lavoratori... Noi dobbiamo denunciare le responsabilità invece che hanno i padroni, i banchieri, che sono i veri responsabili della crisi. Perchè se non si individuano i veri responsabili della crisi allora questa viene vista come una calamità naturale e così siamo finiti. Per questa crisi devono pagare i padroni, i milionari che sono raddoppiati in questi anni, va ristabilita la tassa di successione, la patrimoniale e la tassazione delle rendite.
Il partito si impegnerà a fondo in questa vertenza. Noi ci siamo a Mirafiori a Termoli, a Melfi, a Cassino. Dobbiamo offrire una risposta complessiva alla crisi e fare un intervento politico, sindacale e di discussione individuale nei bar, nelle piazze, un intervento a tutto tondo. L'idea liberista che si potesse rilanciare l'economia con la speculazione, l'uscita dalla produzione, la precarietà e i bassi salari è un'idea che viene sostenuta dall'intero arco parlamentare, ma non per questo smette di essere sbagliata. Abbiamo ragione noi e dobbiamo diffondere questa idea e questo spirito ovunque siamo in grado di farlo per creare un nuovo senso comune che questa crisi di per sè contribuisce a far emergere con forza..."
L'intervento di Ferrero è stato interrotto ripetutamente da applausi e sono stati molti i compagni che uscendo dalla sala si sono complimentati con gli organizzatori di questa riunione, dicendo che era almeno 10 anni che a Napoli non si vedeva una riunione così, che è questa la strada che il partito deve intraprendere per riconnettersi col sentire comune degli operai e della nostra gente che in questi anni ci ha voltato le spalle e aveva smesso di credere in noi.
Quella svolta a sinistra auspicata a Chianciano e che fatica ad affermarsi in molti territori, ieri sera a Pomigliano si è mostrata in tutto il suo splendore.
E' grazie all'irrompere della classe operaia, splendidamente rappresentata dai compagni del circolo delle fabbriche di Pomigliano che la nuova Rifondazione può prendere corpo.
Per quanto ci riguarda non avevamo dubbi, in questa vertenza siamo stati al fianco dei lavoratori fin dal primo giorno e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nell'entusiasmo generale alla fine della riunione gli unici musi lunghi erano quelli di qualche assessore a cui per una volta è stata negata la passerella.
Una volta tanto i protagonisti erano gli operai.
E' così sia... e continui ad essere anche in futuro.
*responsabile nazionale Prc nei luoghi di lavoro