Assemblea di massa con Ferrero e Rinaldini
di Alessandro Giardiello
La rifondazione operaia parte da Pomigliano
Una straordinaria assemblea organizzata dal circolo Prc Fiat-Avio si è tenuta ieri sera a Pomigliano. La sala Borsellino riempita all'inverosimile da oltre 500 persone venute ad ascoltare Gianni Rinaldini e Paolo Ferrero.
A introdurre la riunione Antonio Santorelli, che ha sottolineato l'importanza dello sciopero del 27 febbraio, una vera e propria lotta di popolo con una partecipazione di massa.
Ha ribadito l'importanza di rimettere al centro una visione di classe, da Pomigliano e dal Mezzogiorno, ma anche la necessità di tenere uniti tutti i lavoratori del gruppo Fiat. "E' inaccettabile che a Pomigliano non si lavori mentre in alcuni stabilimenti si fanno gli straordinari." Ha citato la proposta dell'auto ecologica avanzata dal circolo delle fabbriche di Pomigliano in collaborazione con alcune compagne di Lega Ambiente e ha concluso sulla proposta di nazionalizzazione della Fiat se questa dovesse mettere in discussione anche un solo posto di lavoro. Santorelli ha poi chiesto a gran voce lo sciopero regionale campano di Cgil-Cisl-Uil e di tutto il gruppo Fiat con manifestazione a Torino.
Ha poi preso la parola un giovane lavoratore precario, Antonio Buonomo, che solo tre giorni fa ha ricevuto una lettera di licenziamento dall'azienda. Non è riuscito a trattenere l'emozione quando ha raccontato ai presenti, che per tre anni dopo essere stato un "operaio modello", lavorando al 100%, mai una malattia, mai un rifiuto alle richieste dei capi è stato gettato via dall'azienda come un ferro vecchio. Il suo grido di dolore ha scosso profondamente la sala generando un clima di solidarietà e un sentimento di ancor più forte convinzione e determinazione a continuare la lotta. E' stata poi la volta di Mario di Costanzo, della segreteria della Rsu della Fiat di Pomigliano che in un passaggio ha detto:" Noi vogliamo essere protetti dallo Stato perchè siamo la parte sana di questa società...".
Dopo di lui Massimiliana Piro, compagna del circolo universitario del Prc e del comitato scientifico di Lega Ambiente che ha illustrato la proposta dell'auto ecologica che è già stata avanzata in un articolo su Liberazione: "una proposta che partendo dalle conoscenze dei lavoratori, si propone di fuoriuscire dall'Apti (Auto Termica a Proprietà Individuale), per andare verso un nuovo prototipo di auto elettrica, coniugandolo al progetto pilota di una stazione di ricarica per auto elettriche mediante pannelli solari, già esistente e installato oggi in un parcheggio di Palermo.
La Fiat di Pomigliano potrebbe, quindi produrre minibus e taxi elettrici a tariffa ridotta con cui innovare l'intero parco minibus e taxi del Mezzogiorno..."
Ha poi preso la parola Antonio di Luca, operaio Fiat: "Lo sciopero generale di Pomigliano ha messo insieme forze che da anni non s'incontravano intorno ad obiettivi comuni... Rivedere due segretari (Ferrero e Rinaldini) insieme per un obiettivo comune, pur nelle singole autonomie, è un segnale importante per tutti noi. Perchè dice della consapevolezza che siamo a uno snodo politico cruciale per il nostro paese. E dice anche della volontà del nostro partito di ritornare nei territori, nei luoghi del conflitto. Per ricostruire con l'identità sociale un più diffuso radicamento nel mondo del lavoro...La nostra area, pur profondamente degradata, ha grandi risorse produttive e culturali. Basti considerare l'Elasis, che con i suoi circa mille dipendenti è all'avanguardia ed è satura di progetti...Bisogna rilanciare con interventi statali lo stabilimento di Pomigliano a partire dalla sostenibilità ambientale delle nostre produzioni."
È stata poi la volta di Gianni Rinaldini, un intervento articolato per certi aspetti sofferto il suo, incoraggiato a più riprese da una sala che lo seguiva con grande attenzione e lo ha interrotto con alcuni tra gli slogan più quotati nello sciopero di venerdì scorso (Pomigliano non si tocca la difenderemo con la lotta, la gente come noi non molla mai...).
Il segretario della Fiom ha ricordato che: "dall'industria dell'auto dipendono complessivamente 1 milione di lavoratori in Italia, perché la Fiat non è solo auto, è movimento terra, macchine agricole, componentistica. ecc... Noi chiediamo la proroga della Cig ordinaria che deve passare dalle 52 settimane almeno al raddoppio (104 settimane) con la copertura all'80% del salario... perchè in molte realtà la Cig nei prossimi mesi si esaurirà. C'è un problema generale perchè la crisi è la più seria dal '29. E' la stessa sopravvivenza dell'auto che è a rischio in Italia, non è solo Pomigliano e Marchionne che ha fatto delle dichiarazioni vergognose sul futuro di Pomigliano ha subito aggiunto che come in Francia anche il governo italiano potrebbe mettere a disposizione oltre agli incentivi, 6 miliardi di euro di finanziamento all'industria dell'auto. Senza offrire garanzie ailavoratori.
Allora noi chiediamo che scenda in campo la proprietà, la famiglia Agnelli che di liquidità ne ha e come e soprattutto chiediamo che i soldi pubblici non siano a fondo perduto ma si trasformino inquote di proprietà pubblica a garanzia dei lavoratori... l'accordo con la Chrysler non è risolutivo della crisi Fiat. Non c'è dunque il problema solo di uno stabilimento ma il rischio è che non ci sia più un'industria dell'auto in Italia e non esiste un solo paese avanzato dove non c'è un'industria dell'auto..."
Rinaldini ha poi chiesto un intervento pubblico qualificato e ha annunciato la convocazione di una manifestazione di tutto il settore auto da farsi quanto prima... "molti possono lavorare per dividere i lavoratori (ricordo la lotta di Termini del 2002), l'unità è fondamentale e non deve assolutamente venir meno".
Un altro compagno della Fiat, Aniello Niglio ha parlato contro l'autoritarismo: "non si era mai visto un livello di repressione come quello che si è scatenato contro di noi o i lavoratori dell'Innse di Milano. Questo dopo che abbiamo sopportato per due mesi, durante la "cura Marchionne" una vera e propria sospensione dei diritti sindacali. Una repressione che attraversa tutta la società come dimostrano i recenti fatti di Bergamo. E ora arriva anche il vergognoso attacco al diritto di sciopero...".
Ha preso poi la parola Michele Apuzzo, lavoratore dell'Atitech, azienda del gruppo Alitalia, che rivolgendosi ad Antonio Santorelli ha detto: "Noi siamo stati sconfitti, Antonio, perchè quando qualche anno fa hanno tolto all'Avio le revisioni dei motori dell'Alitalia, mentre voi lottavate a morte noi andavamo a lavorare, perchè intanto continuavamo a percepire uno stipendio. E' tutta lì l'origine della nostra sconfitta, allo stesso modo oggi verrà sconfitta la lotta alla Fiat se non si crea un fronte di lotta ampio e articolato. Io sono del SdL e spesso critico la Fiom e Rifondazione, ma una cosa devo dirla, questo rimane l'unico partito con il quale puoi essere critico finchè ti pare, ma dove ancora i lavoratori possono discutere. E una cosa voglio dirla: non solo è giusta la proposta avanzata da Santorelli della nazionalizzazione, ma aggiungo che se domani io perdo il posto di lavoro non resterò inerme in mezzo a una strada, privando i miei figli di un futuro, piuttosto assalteremo i supermercati ma di certo non staremo a guardare mentre ci tolgono il pane di bocca".
Dopo il saluto di Antonio di Maio, della segreteria del circolo territoriale di Pomigliano, in un clima elettrico e carico di tensione emotiva (nessuno se ne è andato dalla sala per oltre due ore nonostante ci fossero oltre 200 persone in piedi) ha preso la parola per le conclusioni Paolo Ferrero. Il segretario del Prc ha esordito dicendo che " è inaccettabile che si perda anche un solo posto di lavoro, per cui se il padrone non è in grado di garantirli, glielo dobbiamo imporre noi, investire nella ricerca, rimodellare la mobilità nelle città, se l'industria dell'auto è satura allora va fatta una riconversione ambientale, concordo al 100% con le cose sostenute dalla compagna che è intervenuta, c'è bisogno di un intervento pubblico nell'economia, per riconvertire in chiave ambientale la produzione, se è necessario per questo la nazionalizzazione del gruppo Fiat allora si faccia la nazionalizzazione del gruppo Fiat...
Il governo sta facendo tre cose: mette i soldi per i banchieri, prova a mettere i lavoratori gli uni contro gli altri per provocare una guerra tra poveri, reprime con le manganellate le lotte sociali, una cosa che in queste proporzioni non si vedeva da molto tempo...
Ma c'è un problema, che è la ragione per cui abbiamo perso all'Alitalia, il senso comune dei lavoratori, che pensavano in molti casi che l'Alitalia era un buco nero e forse lo era anche per colpa dei lavoratori... Noi dobbiamo denunciare le responsabilità invece che hanno i padroni, i banchieri, che sono i veri responsabili della crisi. Perchè se non si individuano i veri responsabili della crisi allora questa viene vista come una calamità naturale e così siamo finiti. Per questa crisi devono pagare i padroni, i milionari che sono raddoppiati in questi anni, va ristabilita la tassa di successione, la patrimoniale e la tassazione delle rendite.
Il partito si impegnerà a fondo in questa vertenza. Noi ci siamo a Mirafiori a Termoli, a Melfi, a Cassino. Dobbiamo offrire una risposta complessiva alla crisi e fare un intervento politico, sindacale e di discussione individuale nei bar, nelle piazze, un intervento a tutto tondo. L'idea liberista che si potesse rilanciare l'economia con la speculazione, l'uscita dalla produzione, la precarietà e i bassi salari è un'idea che viene sostenuta dall'intero arco parlamentare, ma non per questo smette di essere sbagliata. Abbiamo ragione noi e dobbiamo diffondere questa idea e questo spirito ovunque siamo in grado di farlo per creare un nuovo senso comune che questa crisi di per sè contribuisce a far emergere con forza..."
L'intervento di Ferrero è stato interrotto ripetutamente da applausi e sono stati molti i compagni che uscendo dalla sala si sono complimentati con gli organizzatori di questa riunione, dicendo che era almeno 10 anni che a Napoli non si vedeva una riunione così, che è questa la strada che il partito deve intraprendere per riconnettersi col sentire comune degli operai e della nostra gente che in questi anni ci ha voltato le spalle e aveva smesso di credere in noi.
Quella svolta a sinistra auspicata a Chianciano e che fatica ad affermarsi in molti territori, ieri sera a Pomigliano si è mostrata in tutto il suo splendore.
E' grazie all'irrompere della classe operaia, splendidamente rappresentata dai compagni del circolo delle fabbriche di Pomigliano che la nuova Rifondazione può prendere corpo.
Per quanto ci riguarda non avevamo dubbi, in questa vertenza siamo stati al fianco dei lavoratori fin dal primo giorno e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nell'entusiasmo generale alla fine della riunione gli unici musi lunghi erano quelli di qualche assessore a cui per una volta è stata negata la passerella.
Una volta tanto i protagonisti erano gli operai.
E' così sia... e continui ad essere anche in futuro.
*responsabile nazionale Prc nei luoghi di lavoro
Una straordinaria assemblea organizzata dal circolo Prc Fiat-Avio si è tenuta ieri sera a Pomigliano. La sala Borsellino riempita all'inverosimile da oltre 500 persone venute ad ascoltare Gianni Rinaldini e Paolo Ferrero.
A introdurre la riunione Antonio Santorelli, che ha sottolineato l'importanza dello sciopero del 27 febbraio, una vera e propria lotta di popolo con una partecipazione di massa.
Ha ribadito l'importanza di rimettere al centro una visione di classe, da Pomigliano e dal Mezzogiorno, ma anche la necessità di tenere uniti tutti i lavoratori del gruppo Fiat. "E' inaccettabile che a Pomigliano non si lavori mentre in alcuni stabilimenti si fanno gli straordinari." Ha citato la proposta dell'auto ecologica avanzata dal circolo delle fabbriche di Pomigliano in collaborazione con alcune compagne di Lega Ambiente e ha concluso sulla proposta di nazionalizzazione della Fiat se questa dovesse mettere in discussione anche un solo posto di lavoro. Santorelli ha poi chiesto a gran voce lo sciopero regionale campano di Cgil-Cisl-Uil e di tutto il gruppo Fiat con manifestazione a Torino.
Ha poi preso la parola un giovane lavoratore precario, Antonio Buonomo, che solo tre giorni fa ha ricevuto una lettera di licenziamento dall'azienda. Non è riuscito a trattenere l'emozione quando ha raccontato ai presenti, che per tre anni dopo essere stato un "operaio modello", lavorando al 100%, mai una malattia, mai un rifiuto alle richieste dei capi è stato gettato via dall'azienda come un ferro vecchio. Il suo grido di dolore ha scosso profondamente la sala generando un clima di solidarietà e un sentimento di ancor più forte convinzione e determinazione a continuare la lotta. E' stata poi la volta di Mario di Costanzo, della segreteria della Rsu della Fiat di Pomigliano che in un passaggio ha detto:" Noi vogliamo essere protetti dallo Stato perchè siamo la parte sana di questa società...".
Dopo di lui Massimiliana Piro, compagna del circolo universitario del Prc e del comitato scientifico di Lega Ambiente che ha illustrato la proposta dell'auto ecologica che è già stata avanzata in un articolo su Liberazione: "una proposta che partendo dalle conoscenze dei lavoratori, si propone di fuoriuscire dall'Apti (Auto Termica a Proprietà Individuale), per andare verso un nuovo prototipo di auto elettrica, coniugandolo al progetto pilota di una stazione di ricarica per auto elettriche mediante pannelli solari, già esistente e installato oggi in un parcheggio di Palermo.
La Fiat di Pomigliano potrebbe, quindi produrre minibus e taxi elettrici a tariffa ridotta con cui innovare l'intero parco minibus e taxi del Mezzogiorno..."
Ha poi preso la parola Antonio di Luca, operaio Fiat: "Lo sciopero generale di Pomigliano ha messo insieme forze che da anni non s'incontravano intorno ad obiettivi comuni... Rivedere due segretari (Ferrero e Rinaldini) insieme per un obiettivo comune, pur nelle singole autonomie, è un segnale importante per tutti noi. Perchè dice della consapevolezza che siamo a uno snodo politico cruciale per il nostro paese. E dice anche della volontà del nostro partito di ritornare nei territori, nei luoghi del conflitto. Per ricostruire con l'identità sociale un più diffuso radicamento nel mondo del lavoro...La nostra area, pur profondamente degradata, ha grandi risorse produttive e culturali. Basti considerare l'Elasis, che con i suoi circa mille dipendenti è all'avanguardia ed è satura di progetti...Bisogna rilanciare con interventi statali lo stabilimento di Pomigliano a partire dalla sostenibilità ambientale delle nostre produzioni."
È stata poi la volta di Gianni Rinaldini, un intervento articolato per certi aspetti sofferto il suo, incoraggiato a più riprese da una sala che lo seguiva con grande attenzione e lo ha interrotto con alcuni tra gli slogan più quotati nello sciopero di venerdì scorso (Pomigliano non si tocca la difenderemo con la lotta, la gente come noi non molla mai...).
Il segretario della Fiom ha ricordato che: "dall'industria dell'auto dipendono complessivamente 1 milione di lavoratori in Italia, perché la Fiat non è solo auto, è movimento terra, macchine agricole, componentistica. ecc... Noi chiediamo la proroga della Cig ordinaria che deve passare dalle 52 settimane almeno al raddoppio (104 settimane) con la copertura all'80% del salario... perchè in molte realtà la Cig nei prossimi mesi si esaurirà. C'è un problema generale perchè la crisi è la più seria dal '29. E' la stessa sopravvivenza dell'auto che è a rischio in Italia, non è solo Pomigliano e Marchionne che ha fatto delle dichiarazioni vergognose sul futuro di Pomigliano ha subito aggiunto che come in Francia anche il governo italiano potrebbe mettere a disposizione oltre agli incentivi, 6 miliardi di euro di finanziamento all'industria dell'auto. Senza offrire garanzie ailavoratori.
Allora noi chiediamo che scenda in campo la proprietà, la famiglia Agnelli che di liquidità ne ha e come e soprattutto chiediamo che i soldi pubblici non siano a fondo perduto ma si trasformino inquote di proprietà pubblica a garanzia dei lavoratori... l'accordo con la Chrysler non è risolutivo della crisi Fiat. Non c'è dunque il problema solo di uno stabilimento ma il rischio è che non ci sia più un'industria dell'auto in Italia e non esiste un solo paese avanzato dove non c'è un'industria dell'auto..."
Rinaldini ha poi chiesto un intervento pubblico qualificato e ha annunciato la convocazione di una manifestazione di tutto il settore auto da farsi quanto prima... "molti possono lavorare per dividere i lavoratori (ricordo la lotta di Termini del 2002), l'unità è fondamentale e non deve assolutamente venir meno".
Un altro compagno della Fiat, Aniello Niglio ha parlato contro l'autoritarismo: "non si era mai visto un livello di repressione come quello che si è scatenato contro di noi o i lavoratori dell'Innse di Milano. Questo dopo che abbiamo sopportato per due mesi, durante la "cura Marchionne" una vera e propria sospensione dei diritti sindacali. Una repressione che attraversa tutta la società come dimostrano i recenti fatti di Bergamo. E ora arriva anche il vergognoso attacco al diritto di sciopero...".
Ha preso poi la parola Michele Apuzzo, lavoratore dell'Atitech, azienda del gruppo Alitalia, che rivolgendosi ad Antonio Santorelli ha detto: "Noi siamo stati sconfitti, Antonio, perchè quando qualche anno fa hanno tolto all'Avio le revisioni dei motori dell'Alitalia, mentre voi lottavate a morte noi andavamo a lavorare, perchè intanto continuavamo a percepire uno stipendio. E' tutta lì l'origine della nostra sconfitta, allo stesso modo oggi verrà sconfitta la lotta alla Fiat se non si crea un fronte di lotta ampio e articolato. Io sono del SdL e spesso critico la Fiom e Rifondazione, ma una cosa devo dirla, questo rimane l'unico partito con il quale puoi essere critico finchè ti pare, ma dove ancora i lavoratori possono discutere. E una cosa voglio dirla: non solo è giusta la proposta avanzata da Santorelli della nazionalizzazione, ma aggiungo che se domani io perdo il posto di lavoro non resterò inerme in mezzo a una strada, privando i miei figli di un futuro, piuttosto assalteremo i supermercati ma di certo non staremo a guardare mentre ci tolgono il pane di bocca".
Dopo il saluto di Antonio di Maio, della segreteria del circolo territoriale di Pomigliano, in un clima elettrico e carico di tensione emotiva (nessuno se ne è andato dalla sala per oltre due ore nonostante ci fossero oltre 200 persone in piedi) ha preso la parola per le conclusioni Paolo Ferrero. Il segretario del Prc ha esordito dicendo che " è inaccettabile che si perda anche un solo posto di lavoro, per cui se il padrone non è in grado di garantirli, glielo dobbiamo imporre noi, investire nella ricerca, rimodellare la mobilità nelle città, se l'industria dell'auto è satura allora va fatta una riconversione ambientale, concordo al 100% con le cose sostenute dalla compagna che è intervenuta, c'è bisogno di un intervento pubblico nell'economia, per riconvertire in chiave ambientale la produzione, se è necessario per questo la nazionalizzazione del gruppo Fiat allora si faccia la nazionalizzazione del gruppo Fiat...
Il governo sta facendo tre cose: mette i soldi per i banchieri, prova a mettere i lavoratori gli uni contro gli altri per provocare una guerra tra poveri, reprime con le manganellate le lotte sociali, una cosa che in queste proporzioni non si vedeva da molto tempo...
Ma c'è un problema, che è la ragione per cui abbiamo perso all'Alitalia, il senso comune dei lavoratori, che pensavano in molti casi che l'Alitalia era un buco nero e forse lo era anche per colpa dei lavoratori... Noi dobbiamo denunciare le responsabilità invece che hanno i padroni, i banchieri, che sono i veri responsabili della crisi. Perchè se non si individuano i veri responsabili della crisi allora questa viene vista come una calamità naturale e così siamo finiti. Per questa crisi devono pagare i padroni, i milionari che sono raddoppiati in questi anni, va ristabilita la tassa di successione, la patrimoniale e la tassazione delle rendite.
Il partito si impegnerà a fondo in questa vertenza. Noi ci siamo a Mirafiori a Termoli, a Melfi, a Cassino. Dobbiamo offrire una risposta complessiva alla crisi e fare un intervento politico, sindacale e di discussione individuale nei bar, nelle piazze, un intervento a tutto tondo. L'idea liberista che si potesse rilanciare l'economia con la speculazione, l'uscita dalla produzione, la precarietà e i bassi salari è un'idea che viene sostenuta dall'intero arco parlamentare, ma non per questo smette di essere sbagliata. Abbiamo ragione noi e dobbiamo diffondere questa idea e questo spirito ovunque siamo in grado di farlo per creare un nuovo senso comune che questa crisi di per sè contribuisce a far emergere con forza..."
L'intervento di Ferrero è stato interrotto ripetutamente da applausi e sono stati molti i compagni che uscendo dalla sala si sono complimentati con gli organizzatori di questa riunione, dicendo che era almeno 10 anni che a Napoli non si vedeva una riunione così, che è questa la strada che il partito deve intraprendere per riconnettersi col sentire comune degli operai e della nostra gente che in questi anni ci ha voltato le spalle e aveva smesso di credere in noi.
Quella svolta a sinistra auspicata a Chianciano e che fatica ad affermarsi in molti territori, ieri sera a Pomigliano si è mostrata in tutto il suo splendore.
E' grazie all'irrompere della classe operaia, splendidamente rappresentata dai compagni del circolo delle fabbriche di Pomigliano che la nuova Rifondazione può prendere corpo.
Per quanto ci riguarda non avevamo dubbi, in questa vertenza siamo stati al fianco dei lavoratori fin dal primo giorno e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nell'entusiasmo generale alla fine della riunione gli unici musi lunghi erano quelli di qualche assessore a cui per una volta è stata negata la passerella.
Una volta tanto i protagonisti erano gli operai.
E' così sia... e continui ad essere anche in futuro.
*responsabile nazionale Prc nei luoghi di lavoro
Nessun commento:
Posta un commento