Questa notte la Polizia ha fatto irruzione in uno dei centri sociale storici della capitale, il Rialto Sant'Ambrogio. Le persone presenti all'interno di questo laboratorio culturale, punto di riferimento per migliaia di giovani, hanno raccontato che le forze dell'ordine in tenuta antisommossa si sono presentate giustificando la loro presenza come un normale controllo amministrativo, invece una parte dell'edificio è stato successivamente sigillato.
Secondo quanto riferito dai presenti il blitz avrebbe avuto uno scopo prettamente intimidatorio, e non sono mancati insulti da parte delle forze dell'ordine contro gli attivisti del centro sociale, che chiedevano insistentemente spiegazioni per questo provvedimento improvviso.
Il Rialto Sant'Ambrogio già nel 2008 rischiò di essere trasferito in un'altra sede, ma il Prefetto bloccò l'operazione.L'ordine a detta della Questura sarebbe giunto direttamente dal Comune di Roma, ma la notizia è stata smentita questa stamattina dalla segreteria del Campidoglio, raggiunta telefonicamente da uno degli attivisti che voleva avere spiegazioni nel merito della questione.
L'episodio ha suscitato diverse polemiche da alcuni esponenti politici della sinistra che riconoscono il centro Rialto come un luogo di valorizzazione e apertura degli spazi culturali. Il Rialto è, infatti, una struttura dove si produce dal 1999 cultura e sapere, dalla musica alla ricerca teatrale, alle arti visive.
Uno spazio autonomo dove esprimere le intelligenze e le creatività disperse e assoggettate, riscattandole dal ruolo di fattore economico e assumendole a risorse da socializzare in maniera dinamica. Tutte prerogative che evidentemente qualcuno vuole cancellare, eliminando uno spazio fondamentale per i giovani della capitale.
Comunicato di solidarietà e denuncia di Italo Di Sabato – resp. Naz.le Osservatorio sulla Repressione Prc/se
Sgombero Rialto: C’è bisogno di dare una risposta politica forte e chiara alla follia securitaria, all’intolleranza, al razzismo, al fascismo Questa notte a Roma intorno alle 23, centinaia di poliziotti in assetto antisommossa, vigili urbani e carabinieri hanno “sigillato” il Rialto occupato.
Il sindaco Alemanno e il Ministro Maroni si assumono la responsabilità politica di dichiarare guerra alla città intera, agli spazi sociali, a chi lotta per la casa, alle reti contro la precarietà, a chi si batte quotidianamente per diritti e dignità.
Il sindaco Alemanno e il Ministro Maroni si assumono la responsabilità politica di dichiarare guerra alla città intera, agli spazi sociali, a chi lotta per la casa, alle reti contro la precarietà, a chi si batte quotidianamente per diritti e dignità.
E’ evidente che l’obiettivo del governo e del sindaco Alemanno è quello di portare l’ attacco a tutte le esperienze di autorganizzazione sociale attraverso la criminalizzazione della pratica dell'occupazione. Esperienze che in questi anni con la appropriazione di spazi sociale hanno contribuito a creare quella socialità che si oppone alla desertificazione sociale e culturale a cui questa città sembra destinata, da quando è diventata teatro di sperimentazione delle politiche securitarie.
C’è bisogno di dare una risposta politica forte e chiara alla follia securitaria, all’intolleranza, al razzismo, al fascismo.Valorizzare le esperienze dei centri sociali per potenziare una fitta rete di relazioni, di progetti, di campi di intervento: dalla casa alla formazione, dalla produzione culturale indipendente all’antiproibizionismo.
Valorizzare per mettere al centro questa ricchezza, una parte di città che nessuna istituzione può ridurre al silenzio. Le esperienze di autogestione e di occupazione non staranno nell’angolo, non aspetteranno di subire colpi, non arretreranno di un passo.
Nell’esprimere solidarietà alle compagne e compagni del Rialto occupato rilanciamo la nostra comune, volontà e determinazione a difenderci dagli attacchi che mirano a negare la legittimità e ruolo sociale, pronti a tornare ad animare le strade e le piazze della città contro chi, al legittimo dissenso, contrappone politiche repressive e autoritarie.
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