giovedì 19 marzo 2009

Crolla la produzione: a precipizio in gennaio il settore auto (-54,6%)

di Roberto Tesi

Il dato più impressionante è quello della produzione di autoveicoli: a gennaio, quando ancora non erano stati varati i provvedimenti sulla rottamazione, è stata registrato un crollo del 54,6% rispetto al gennaio 2008. Ma non è solo il settore auto a «battere in testa», ma la crisi è comune a tutti i rami produttivi: secondo i dati diffusi ieri dall'Istat l'indice grezzo della produzione in gennaio è - sceso su base tendenziale - del 21,9%, mentre l'indice corretto per i giorni lavorativi mostra una caduta del 16,7%, la peggiore dal 1991. Di più: la variazione congiunturale della media degli ultimi tre mesi rispetto ai tre mesi immediatamente precedenti è pari al -8,3%. Con gennaio, sono nove i mesi consecutivi di caduta della produzione con una accelerazione molto forte a partire da settembre 2008 quando il tendenziale depurato per i giorni lavorati segnava una flessione del 4,7%. Da un punto di vista congiunturale, invece, il dato destagionalizzato segna una caduta dello 0,2% su dicembre. In questo caso si tratta della settimana caduta consecutiva.


Per i mesi successivi non sono attese inversioni di rotta. Anzi, escluso un certo miglioramento del settore auto, le prospettive sono nere. Il CsC, il Centro studi della Confindustria, che aveva stimato una caduta in gennaio del 16,2% (un po' meno di quanto accertato dall'Istat) per febbraio prevede un ulteriore tonfo del 15,2%. Il tutto in presenza di una caduta degli ordinativi (cioè della produzione futura) dell'8,6% che non da speranza per i mesi successivi. Pessimista è anche l'Isae secondo il quale la produzione industriale nel primo trimestre scenderà del 4,5% rispetto all'ultimo trimestre del 2008. Secondo l'Istituto la flessione della produzione industriale rilevata dall'Istat a gennaio (-0,2%) è stata superiore alle previsioni, ma «la minore caduta di alcuni indicatori ciclici induce a delineare una leggera attenuazione nell'intensità della fase recessiva» nei successivi tre mesi. Per l'Isae la produzione industriale dovrebbe mostrare un modesto rialzo a febbraio (+0,3% rispetto al mese precedente, ma i dati del CsC contrastano con questa previsione), seguito da una sostanziale flessione (-2,1%) a marzo con un leggero recupero (+0,2%) ad aprile.


A cadere, come accennato, non è solo la produzione del settore auto (per il quale il ministro Scajola è ottimista) ma anche altri segmenti - importanti - dell'industria italiana. Le contrazioni più significative hanno riguardato i prodotti chimici (-25,2% su base tendenziale), la gomma, le materie plastiche e i minerali non metalliferi (-23,8%) e la metallurgia (-21,6%). Le variazioni per raggruppamenti di principali industrie mostra invece una caduta molto ampia (-16,4%) per i beni durevoli, una preoccupante (-16,9%) per i beni strumentali (cioè non si investe più) e un crollo nel settore dei beni intermedi necessari a future produzioni.

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