Giovedì 19 marzo, alle ore 9:40, al Tribunale di Torino si tiene l’undicesima udienza del processo alla Thyssenkrupp. Questa mattina è prevista la deposizione di ben sei testimoni della lista del pm.
Dopo l’espletamento delle formalità preliminari, viene sentito Massimiliano Bianco, capoturno della manutenzione e del pronto intervento fino al 30 giugno 2007. Anch’egli, come quasi tutti i teste precedentemente interrogati, precisa il degrado dell’ambiente di lavoro a seguito dell’annuncio - avvenuto a maggio 2007 - della chiusura definitiva della fabbrica.
A differenza loro, però, così come già Giuseppe Caravelli
(altro capoturno della manutenzione) il quale però fu molto più sfrontato nella sua ritrattazione, si lancia in un tentativo di dipingere l’azienda come un ‘buon posto’ dove un direttore del personale, Cosimo Cafueri, gli dice espressamente che, nel caso di incendio o altro incidente «non vuole eroi».
Quindi, a specifica domanda del pm risponde che, per diventare capoturno, non ha svolto alcun corso, mentre per l’antincendio ha svolto un corso di tre giorni senza esame finale.
A seguire, sono le ore 10:15, si tiene la testimonianza di Giuseppe Martini, capoturno produzione - dal 1° gennaio 1996 e fino alla sera del 5 dicembre 2007 (smontò dal turno pomeridiano alle ore 22:00) - al reparto di laminazione e responsabile della squadra di emergenza in due periodi: fino al 2001-2002 e successivamente dal 3 dicembre 2007, giorno in cui Cafueri gli aveva nuovamente affidato tale incarico.
Anche lui si lancia in un tentativo di difendere l’azienda agli occhi della Corte, anche se non può fare a meno di notare un forte calo nel personale presente, cosa che probabilmente - sono parole sue - ha concorso a fargli riprendere la qualifica di responsabile della manutenzione e della squadra di pronto intervento. Quando termina la sua deposizione, sono le ore 12:10, ci assale un dubbio: tutti i capiturno sin qui sentiti, pur essendo stati citati dal pm, si sono rivelati teste a discarico: ci pare lecito supporre che siano stati contattati e ‘convinti’ dall’azienda a ritrattare le precedenti dichiarazioni.
A ruota segue la testimonianza di Antonio Aprile, ex ispettore della linea 5 fino al dicembre del 2006, successivamente addetto al deposito rotoli fino al 5 agosto 2008.
Il teste riferisce alla Corte di avere avuto dissapori con il responsabile ispezioni della linea cinque, tale Mangiarotti, poiché questi pretendeva di effettuare la manutenzione con i macchinari in movimento: Aprile non poteva accettare una cosa del genere, in quanto molto sensibile al tema della sicurezza, specialmente da quando - nel 1998 - aveva subito un grave infortunio ad un occhio. Quando sono le ore 13:00 la presidente sospende la seduta fino alle ore 13:45, quando sul banco dei testimoni vengono chiamati, l’uno dopo l’altro, due dipendenti dell’istituto di vigilanza All System presenti in fabbrica la notte dell’eccidio.
Il primo, tale Perrotta, riferisce su cosa consistessero i suoi compiti e sui fatti della notte del massacro in maniera molto precisa e puntuale: se proprio dobbiamo trovare una sbavatura potremmo appigliarci al fatto che, come peraltro il suo collega Greco dopo di lui, racconta le vicende con un certo qual distacco emotivo. Per finire, alle ore 14:15, è il turno di Giuseppe Perseu, capoturno di manutenzione e del pronto intervento dal 2005 e fino al 24 maggio 2007, dopo aver esercitato per dieci mesi la medesima funzione con loa qualifica di facente funzioni.
Il teste riferisce, a seguito di domanda specifica del pm, di aver svolto un corso antincendio di tre giorni in fabbrica - sotto la guida dei Vigili del Fuoco - nel 2004, senza esame finale; inoltre, a differenza di quanto in precedenza dichiarato dal Bianco, per diventare capoturno ha svolto - nel febbraio 2006 - un corso di formazione. La sua testimonianza termina alle ore 15:00 e la presidente aggiorna la seduta a mercoledì 25 marzo prossimo, nel corso della quale è prevista l’apparizione di due coppie di periti del pm, due che spiegheranno il funzionamento esatto della linea cinque, e due che - attraverso un filmato digitale - ricostruiranno l’incendio.
Dopo l’espletamento delle formalità preliminari, viene sentito Massimiliano Bianco, capoturno della manutenzione e del pronto intervento fino al 30 giugno 2007. Anch’egli, come quasi tutti i teste precedentemente interrogati, precisa il degrado dell’ambiente di lavoro a seguito dell’annuncio - avvenuto a maggio 2007 - della chiusura definitiva della fabbrica.
A differenza loro, però, così come già Giuseppe Caravelli
(altro capoturno della manutenzione) il quale però fu molto più sfrontato nella sua ritrattazione, si lancia in un tentativo di dipingere l’azienda come un ‘buon posto’ dove un direttore del personale, Cosimo Cafueri, gli dice espressamente che, nel caso di incendio o altro incidente «non vuole eroi».
Quindi, a specifica domanda del pm risponde che, per diventare capoturno, non ha svolto alcun corso, mentre per l’antincendio ha svolto un corso di tre giorni senza esame finale.
A seguire, sono le ore 10:15, si tiene la testimonianza di Giuseppe Martini, capoturno produzione - dal 1° gennaio 1996 e fino alla sera del 5 dicembre 2007 (smontò dal turno pomeridiano alle ore 22:00) - al reparto di laminazione e responsabile della squadra di emergenza in due periodi: fino al 2001-2002 e successivamente dal 3 dicembre 2007, giorno in cui Cafueri gli aveva nuovamente affidato tale incarico.
Anche lui si lancia in un tentativo di difendere l’azienda agli occhi della Corte, anche se non può fare a meno di notare un forte calo nel personale presente, cosa che probabilmente - sono parole sue - ha concorso a fargli riprendere la qualifica di responsabile della manutenzione e della squadra di pronto intervento. Quando termina la sua deposizione, sono le ore 12:10, ci assale un dubbio: tutti i capiturno sin qui sentiti, pur essendo stati citati dal pm, si sono rivelati teste a discarico: ci pare lecito supporre che siano stati contattati e ‘convinti’ dall’azienda a ritrattare le precedenti dichiarazioni.
A ruota segue la testimonianza di Antonio Aprile, ex ispettore della linea 5 fino al dicembre del 2006, successivamente addetto al deposito rotoli fino al 5 agosto 2008.
Il teste riferisce alla Corte di avere avuto dissapori con il responsabile ispezioni della linea cinque, tale Mangiarotti, poiché questi pretendeva di effettuare la manutenzione con i macchinari in movimento: Aprile non poteva accettare una cosa del genere, in quanto molto sensibile al tema della sicurezza, specialmente da quando - nel 1998 - aveva subito un grave infortunio ad un occhio. Quando sono le ore 13:00 la presidente sospende la seduta fino alle ore 13:45, quando sul banco dei testimoni vengono chiamati, l’uno dopo l’altro, due dipendenti dell’istituto di vigilanza All System presenti in fabbrica la notte dell’eccidio.
Il primo, tale Perrotta, riferisce su cosa consistessero i suoi compiti e sui fatti della notte del massacro in maniera molto precisa e puntuale: se proprio dobbiamo trovare una sbavatura potremmo appigliarci al fatto che, come peraltro il suo collega Greco dopo di lui, racconta le vicende con un certo qual distacco emotivo. Per finire, alle ore 14:15, è il turno di Giuseppe Perseu, capoturno di manutenzione e del pronto intervento dal 2005 e fino al 24 maggio 2007, dopo aver esercitato per dieci mesi la medesima funzione con loa qualifica di facente funzioni.
Il teste riferisce, a seguito di domanda specifica del pm, di aver svolto un corso antincendio di tre giorni in fabbrica - sotto la guida dei Vigili del Fuoco - nel 2004, senza esame finale; inoltre, a differenza di quanto in precedenza dichiarato dal Bianco, per diventare capoturno ha svolto - nel febbraio 2006 - un corso di formazione. La sua testimonianza termina alle ore 15:00 e la presidente aggiorna la seduta a mercoledì 25 marzo prossimo, nel corso della quale è prevista l’apparizione di due coppie di periti del pm, due che spiegheranno il funzionamento esatto della linea cinque, e due che - attraverso un filmato digitale - ricostruiranno l’incendio.
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