venerdì 27 marzo 2009

Usa: la recessione è più pesante. Irlanda: Pil -7,5%

di Maurizio Galvani
Alla fine la Cnnmoney on line ha deciso che la crisi statunitense ricorda più una Grande Recessione - quella che è iniziata circa 17 mesi fa con la bolla dei subprime - piuttosto che la Grande Depressione. Ma segnali positivi della ripresa negli Usa sono durati appena una giornata e, ieri, il Dipartimento al commercio ha rivelato che il Pil è diminuito del 6,3% nel quarto trimestre del 2009; invece del calo del 6,2% annunciato precedentemente. Una revisione che non è molto consistente ma, in ogni caso, la flessione è la più elevata dopo il 1982.
Un altro dato negativo è quello relativo alla richiesta dei sussidi di disoccupazione che - nella settimana chiusa il 21 marzo - sono balzate a quota 652,000. Complessivamente, ormai negli Stati uniti, percepiscono un sussidio circa 5.560.000 lavoratori: il numero più alto da quando è stata avviata questo tipo di statistica nel 1967. Gli economisti prevedono - tra le altre cose - che il tasso di disoccupazione toccherà al più presto quota 8,1%, per assestarsi a fine anno al 10%.Il presidente Obama avrà il suo da fare per rispondere alle 100 mila e-mail che gli sono state già state inviate al suo indirizzo di posta elettronica della Casa Bianca. Soprattutto, in merito all'andamento della crisi e ai problemi del mondo del lavoro. Dovrà giustificare che - mentre ha dichiarato che «nessun bambino o famiglia deve stare senza un tetto» - giunga la notizia che nelle città statunitensi stanno sorgendo tendopoli e nascono baraccopoli. Non a Nairobi o Fortaleza in Brasile, ma nello stato di Washington e in Florida.
I segni di ripresa si allontanano (ieri un manager dell'Aig, sotto accusa per i bonus che ha ricevuto, si è dimesso accusando il governo). Un segnale di crisi, intanto è arrivato dagli utili societari: nel quarto trimestre 2008 sono crollati del 16,5%, la contrazione più elevata dall'anno 1953.
Un declino ed un record l'ho «strappato» la repubblica irlandese. In Irlanda - uno dei paesi più a rischio in Europa, insieme a Grecia e Italia - il Pil ha registrato un crollo del 7,5% negli ultimi tre mesi del 2008. Il settore delle costruzioni ha segnato un calo del 24% (il record) e la Tigre Celtica potrebbe subire un calo dell'economia pari al 6,5% a fine 2009. Presenta un deficit pubblico intorno al 9,5% rispetto al Pil. In Europa, va segnalata la flessione - a febbraio - delle vendite a dettaglio in Inghilterra (meno 1,9%) e si registra una caduta della fiducia dei consumatori tedeschi pari ad aprile a 2,4 punti che si somma ad un calo di 2,5 punti registrati a marzo.
L'Italia accusa, viceversa, un crollo delle esportazioni verso i paesi extra-Ue. Dopo il crollo registrato in gennaio, quando comunque si era registrato una caduta record, a febbraio gli scambi sono risultati a ribasso e negativi: -21,9 per l'export e un marcato -24% per l'import. Il dato peggiore per l'export riguarda il rapporto con la Turchia (-47,5%), la Russia (-36,4%) e gli Stati uniti (-34,2%). Mentre importiamo di più dal Messico (+17,6%). Per l'ottimista sottosegretario Urso: «l'Italia possiede gli anticorpi per resistere alla tempesta in atto». Il pensiero di Berlusconi docet.Tra pochi giorni (il 2 aprile) prenderà via a Londra il vertice straordinario del G20.
Alla vigila di questo vertice - che non si presenta semplice per il neopresidente Obama - il premier inglese Gordon Brown (ospite di casa) sta facendo un giro in America Latina (Brasile e Cile) per ottenere consenso. Però il ministro degli esteri del suo paese, David Miliband, lancia un pesante monito all'indirizzo degli Usa sulle pagine del Corriere della Sera, dichiarando che «il mondo targato Usa finirà con questo vertice».
Contemporaneamente, il segretario al Tesoro Tim Geithner apre all'ipotesi di una moneta diversa dal dollaro proposta dalla Cina e, subito dopo, si pente delle sue affermazioni. Ultima ora: dagli Stati uniti giunge la notizia che il colosso informatico Ibm è pronto a tagliare 5 mila posti negli Usa, pari al 4% della forza lavoro statunitense. Nel frattempo l'Ibm sta trattando l'acquisto della Sun Microsystems.

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