Il Papa è tornato dal suo viaggio nel continente africano.Bilancio: due morti, una cinquantina di feriti, una serie infinita di polemiche e un numero imprecisato di cazzate.
Difficile scrivere qualcosa di originale sulle ultime dichiarazioni del pontefice. Difficile perché le parole di Benedetto XVI (come di ogni Papa che si rispetti) si ripetono inesorabili ad ogni buona occasione, ripresentandosi sempre uguali a loro stesse. D'altronde la Chiesa stessa e le sue istituzioni non sono troppo avvezze alle novità, tant'è che da secoli ripropongono alle loro schiere di fedeli regole e precetti immutati nel tempo. Che noia si potrebbe pensare, quando ecco arrivare il Papa di turno a creare un po' di scompiglio e di sorpresa.
Davanti a milioni di persone che muoiono di fame, guerre e malattie, il sommo pontefice ha avuto il coraggio - se non la faccia tosta - di rivolgersi al continente africano con le stesse parole che già furono di Gesù nel suo richiamo a Lazzaro: "Africa alzati e cammina". In effetti solo un miracolo potrebbe permettere al continente africano, per secoli depredato, schiavizzato e colonizzato, di rimettersi in piedi e camminare con le proprie gambe; ma poiché noi ai miracoli crediamo poco, pensiamo sia quanto meno scandaloso che il Papa finga di dimenticarsi le cause reali che hanno portato quelle terre così ricche ad uno stato di miseria così assoluta e che pretenda di fare la morale ad una popolazione che vive per lo più in condizioni disumane. Un popolo intero predato per secoli proprio da quell'Occidente di cui il Vaticano si è sempre fatto interprete unico e strenuo difensore, negli ultimi due decenni soprattutto in funzione anti islamica. Si pensi ancora a quanto sia stato funzionale il lavoro meticoloso di sradicamento di culture, identità, abitudini, costumi, di annientamento di rituali, saperi, pratiche, operato dalla Chiesa nelle terre colonizzate dagli stati europei.
Ma veniamo alla gita fuori porta di queste settimane.C'è chi fa turismo sessuale, altri i viaggi umanitari, chi preferisce il turismo fai da te, altri ancora i pellegrinaggi...Ratzinger sembra invece prediligere i viaggi di conquista e di crociata verso luoghi già esplorati ove sembra però necessario ristabilire l'ordine e la disciplina religiosa. La popolazione africana va riportata sulla retta via, quella della castità e dell'astinenza. A nulla possono servire i moderni strumenti di controllo delle nascite o quei diabolici marchingegni che impediscono di ammalarsi per via sessuale. L'innominabile innominato, il preservativo, non solo secondo Ratzinger è inutile per combattere le malattie a trasmissione sessuale, ma è addirittura "dannoso e pericoloso". La castità è l'unica via percorribile. Gli uomini e le donne africane non devono fare sesso e nemmeno l'amore altrimenti verranno puniti con un esercito di figli affamati o nel peggiore dei casi con la morte. In Africa milioni di bambini e bambine muoiono di fame e le donne continuano a sfornare figli su figli, o a morire di parto o per le complicazioni ad esso collegate. Milioni di persone sono ammalate e quindi muoiono di Aids perchè non hanno accesso ai farmaci per curarsi ma nemmeno agli strumenti minimi di prevenzione, quali ad esempio il preservativo. Condannarne l'utilizzo vuol dire rendersi complici e artefici di quelle morti. Stigmatizzare l'uso del profilattico e degli anticoncezionali non significa promuovere una battaglia per la vita, ma condannare ad un misero destino o addirittura a morte milioni di persone.Il boia numero uno è proprio Papa Benedetto XVI, che oltre a scagliarsi quotidianamente contro il corpo della donna, pretende di possederne e controllarne la capacità riproduttiva, finchè morte non li separi...Ma se nemmeno per Eluana Englaro c'è stata un po' di pietà, un po' di carità cristiana, cosa possiamo aspettarci da tutti questi sciacalli difensori della vita a tutti i costi che si nutrono di quegli stessi cadaveri che vorrebbero salvare e persino resuscitare? Dalla legge sulla fecondazione assistita, ai diritti giuridici per il feto, dalla sessualità all'uso del preservativo fino all'aborto...non c'è questione legata al corpo delle donne, quindi alla riproduzione, su cui la Chiesa non metta becco e non pretenda ragione. Il Papa non si limita ad indicare e suggerire una via ai suoi fedeli, Lui reclama il diritto e la legittimità ad imporre una legge universalmente valida a cui tutti devono sottostare.
Tutto questo è inaccettabile. E se alcuni paesi europei dell'Unione hanno finalmente espresso il loro sconcerto per le parole del Papa, il governo italiano ha come al solito tenuto la bocca chiusa, salvo ribadire, in queste ultime ore e a seguito dell'unanime critica internazionale, il proprio appoggio incondizionato al Vaticano, ormai portavoce politico ufficiale, se non diretto ispiratore, della politica nazionale e internazionale dell'esecutivo di Berlusconi.In particolare Francia e Germania, si sono schierate apertamente contro le opinioni papali circa l'inutilità dell'uso del preservativo per combattere l'Aids in Africa. E la Santa Sede ha replicato tempestivamente senza cambiare di una virgola la sua posizione, ma cancellando però il termine preservativo dal discorso del Papa pubblicato sul sito del Vaticano. Il preservativo «è uno degli elementi essenziali nella lotta contro l'Aids e la Commissione Ue ne sostiene la diffusione e l'uso corretto» ha affermato il portavoce del commissario Ue agli aiuti umanitari, a proposito delle parole del Papa. «La Commissione Ue considera che ci siano chiare prove scientifiche che confermano il ruolo di prevenzione del preservativo nella diffusione dell'Aids, pertanto ne sostiene attivamente l'uso, soprattutto in Africa e nei paesi in via di sviluppo dove l'Aids rappresenta un'emergenza insieme alla malaria e alla tubercolosi», ha detto John Clancy. La Francia attraverso il portavoce del ministero degli Esteri, Eric Chevallier ha espresso fortissima preoccupazione per le conseguenze delle frasi di Benedetto XVI. «Se non spetta a noi dare un giudizio sulla dottrina della Chiesa - ha detto Chevallier - riteniamo che frasi del genere mettano in pericolo le politiche di sanità pubblica e gli imperativi di protezione della vita umana».
Anche il governo tedesco ha criticato le parole di Benedetto XVI sull'Aids. In un comunicato stampa congiunto le ministre della Salute, Ulla Schmidt, e della Cooperazione economica e dello sviluppo, Heidemarie Wieczorek-Zeul, hanno spiegato che «i preservativi giocano un ruolo decisivo» nella lotta all'Aids. «I preservativi salvano la vita, tanto in Europa quanto in altri continenti» precisa il testo. «Una moderna cooperazione allo sviluppo deve dare ai poveri l'accesso ai mezzi di pianificazione familiare e tra questi rientra in particolare anche l'impiego dei preservativi; tutto il resto sarebbe irresponsabile», conclude il comunicato. Anche il vescovo ausiliario di Amburgo, Hans Jochen Jaschke, si è schierato contro il Papa. «Chi ha l'Aids, è sessualmente attivo e deve proteggere gli altri e se stesso», ha scritto Jaschke in un articolo per il settimanale Die Zeit.
Per concludere, una riflessione sulle reazioni isteriche che emergono dalle note ufficiali del Vaticano a seguito delle prese di posizione e dei giudizi espressi dai diversi governi e organi istituzionali europei e internazionali relativamente al discorso papale in Africa: evidentemente se il pontefice si è sentito "ridicolizzato" e offeso è perché, finalmente, le sue parole vengono avvertite, da larga parte dell'opinione pubblica, per quello che effettivamente sono, vale a dire grottesche, paradossali e in ultimo assolutamente inaccettabili.
Difficile scrivere qualcosa di originale sulle ultime dichiarazioni del pontefice. Difficile perché le parole di Benedetto XVI (come di ogni Papa che si rispetti) si ripetono inesorabili ad ogni buona occasione, ripresentandosi sempre uguali a loro stesse. D'altronde la Chiesa stessa e le sue istituzioni non sono troppo avvezze alle novità, tant'è che da secoli ripropongono alle loro schiere di fedeli regole e precetti immutati nel tempo. Che noia si potrebbe pensare, quando ecco arrivare il Papa di turno a creare un po' di scompiglio e di sorpresa.
Davanti a milioni di persone che muoiono di fame, guerre e malattie, il sommo pontefice ha avuto il coraggio - se non la faccia tosta - di rivolgersi al continente africano con le stesse parole che già furono di Gesù nel suo richiamo a Lazzaro: "Africa alzati e cammina". In effetti solo un miracolo potrebbe permettere al continente africano, per secoli depredato, schiavizzato e colonizzato, di rimettersi in piedi e camminare con le proprie gambe; ma poiché noi ai miracoli crediamo poco, pensiamo sia quanto meno scandaloso che il Papa finga di dimenticarsi le cause reali che hanno portato quelle terre così ricche ad uno stato di miseria così assoluta e che pretenda di fare la morale ad una popolazione che vive per lo più in condizioni disumane. Un popolo intero predato per secoli proprio da quell'Occidente di cui il Vaticano si è sempre fatto interprete unico e strenuo difensore, negli ultimi due decenni soprattutto in funzione anti islamica. Si pensi ancora a quanto sia stato funzionale il lavoro meticoloso di sradicamento di culture, identità, abitudini, costumi, di annientamento di rituali, saperi, pratiche, operato dalla Chiesa nelle terre colonizzate dagli stati europei.
Ma veniamo alla gita fuori porta di queste settimane.C'è chi fa turismo sessuale, altri i viaggi umanitari, chi preferisce il turismo fai da te, altri ancora i pellegrinaggi...Ratzinger sembra invece prediligere i viaggi di conquista e di crociata verso luoghi già esplorati ove sembra però necessario ristabilire l'ordine e la disciplina religiosa. La popolazione africana va riportata sulla retta via, quella della castità e dell'astinenza. A nulla possono servire i moderni strumenti di controllo delle nascite o quei diabolici marchingegni che impediscono di ammalarsi per via sessuale. L'innominabile innominato, il preservativo, non solo secondo Ratzinger è inutile per combattere le malattie a trasmissione sessuale, ma è addirittura "dannoso e pericoloso". La castità è l'unica via percorribile. Gli uomini e le donne africane non devono fare sesso e nemmeno l'amore altrimenti verranno puniti con un esercito di figli affamati o nel peggiore dei casi con la morte. In Africa milioni di bambini e bambine muoiono di fame e le donne continuano a sfornare figli su figli, o a morire di parto o per le complicazioni ad esso collegate. Milioni di persone sono ammalate e quindi muoiono di Aids perchè non hanno accesso ai farmaci per curarsi ma nemmeno agli strumenti minimi di prevenzione, quali ad esempio il preservativo. Condannarne l'utilizzo vuol dire rendersi complici e artefici di quelle morti. Stigmatizzare l'uso del profilattico e degli anticoncezionali non significa promuovere una battaglia per la vita, ma condannare ad un misero destino o addirittura a morte milioni di persone.Il boia numero uno è proprio Papa Benedetto XVI, che oltre a scagliarsi quotidianamente contro il corpo della donna, pretende di possederne e controllarne la capacità riproduttiva, finchè morte non li separi...Ma se nemmeno per Eluana Englaro c'è stata un po' di pietà, un po' di carità cristiana, cosa possiamo aspettarci da tutti questi sciacalli difensori della vita a tutti i costi che si nutrono di quegli stessi cadaveri che vorrebbero salvare e persino resuscitare? Dalla legge sulla fecondazione assistita, ai diritti giuridici per il feto, dalla sessualità all'uso del preservativo fino all'aborto...non c'è questione legata al corpo delle donne, quindi alla riproduzione, su cui la Chiesa non metta becco e non pretenda ragione. Il Papa non si limita ad indicare e suggerire una via ai suoi fedeli, Lui reclama il diritto e la legittimità ad imporre una legge universalmente valida a cui tutti devono sottostare.
Tutto questo è inaccettabile. E se alcuni paesi europei dell'Unione hanno finalmente espresso il loro sconcerto per le parole del Papa, il governo italiano ha come al solito tenuto la bocca chiusa, salvo ribadire, in queste ultime ore e a seguito dell'unanime critica internazionale, il proprio appoggio incondizionato al Vaticano, ormai portavoce politico ufficiale, se non diretto ispiratore, della politica nazionale e internazionale dell'esecutivo di Berlusconi.In particolare Francia e Germania, si sono schierate apertamente contro le opinioni papali circa l'inutilità dell'uso del preservativo per combattere l'Aids in Africa. E la Santa Sede ha replicato tempestivamente senza cambiare di una virgola la sua posizione, ma cancellando però il termine preservativo dal discorso del Papa pubblicato sul sito del Vaticano. Il preservativo «è uno degli elementi essenziali nella lotta contro l'Aids e la Commissione Ue ne sostiene la diffusione e l'uso corretto» ha affermato il portavoce del commissario Ue agli aiuti umanitari, a proposito delle parole del Papa. «La Commissione Ue considera che ci siano chiare prove scientifiche che confermano il ruolo di prevenzione del preservativo nella diffusione dell'Aids, pertanto ne sostiene attivamente l'uso, soprattutto in Africa e nei paesi in via di sviluppo dove l'Aids rappresenta un'emergenza insieme alla malaria e alla tubercolosi», ha detto John Clancy. La Francia attraverso il portavoce del ministero degli Esteri, Eric Chevallier ha espresso fortissima preoccupazione per le conseguenze delle frasi di Benedetto XVI. «Se non spetta a noi dare un giudizio sulla dottrina della Chiesa - ha detto Chevallier - riteniamo che frasi del genere mettano in pericolo le politiche di sanità pubblica e gli imperativi di protezione della vita umana».
Anche il governo tedesco ha criticato le parole di Benedetto XVI sull'Aids. In un comunicato stampa congiunto le ministre della Salute, Ulla Schmidt, e della Cooperazione economica e dello sviluppo, Heidemarie Wieczorek-Zeul, hanno spiegato che «i preservativi giocano un ruolo decisivo» nella lotta all'Aids. «I preservativi salvano la vita, tanto in Europa quanto in altri continenti» precisa il testo. «Una moderna cooperazione allo sviluppo deve dare ai poveri l'accesso ai mezzi di pianificazione familiare e tra questi rientra in particolare anche l'impiego dei preservativi; tutto il resto sarebbe irresponsabile», conclude il comunicato. Anche il vescovo ausiliario di Amburgo, Hans Jochen Jaschke, si è schierato contro il Papa. «Chi ha l'Aids, è sessualmente attivo e deve proteggere gli altri e se stesso», ha scritto Jaschke in un articolo per il settimanale Die Zeit.
Per concludere, una riflessione sulle reazioni isteriche che emergono dalle note ufficiali del Vaticano a seguito delle prese di posizione e dei giudizi espressi dai diversi governi e organi istituzionali europei e internazionali relativamente al discorso papale in Africa: evidentemente se il pontefice si è sentito "ridicolizzato" e offeso è perché, finalmente, le sue parole vengono avvertite, da larga parte dell'opinione pubblica, per quello che effettivamente sono, vale a dire grottesche, paradossali e in ultimo assolutamente inaccettabili.
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