Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata Internazionale di Mobilitazione per il Diritto Umano all'Acqua. Acqua bene comune, risorsa vitale e diritto inalienabile di ogni uomo e donna sulla terra.
Una Giornata che unisce tutte le lotte che si combattono nei territori del Nord e del Sud del mondo per il riconoscimento di questo diritto fondamentale e per la difesa delle risorse e del servizio idrico dagli interessi privati, ma che ancora oggi, a ben guardare, ha poco da festeggiare. Se da un lato infatti l'offensiva delle multinazionali e del WTO è feroce, dall'altra poco ancora hanno fatto i governi per porre rimedio all'appropriazione privata del bene comune più vitale.
Proprio oggi a Istanbul si chiude il Forum Mondiale dell'Acqua, organizzato dalle multinazionali della nuova risorsa strategica. Un Forum durante il quale nulla è mutato nelle posizioni dei governi, che continuano a promuovere privatizzazioni e ad affermare che l'acque è una merce.
Sempre in Turchia in questi giorni si è conclusa la Carovana dell'Acqua che ha attraversato il Kurdistan Turco, visitando i territori minacciati dalla costruzione di megadighe e impianti idroelettrici.
Le stesse dighe (Ilisu, Yusufeli, Munzur) giudicate dalla sessione straordinaria del Tribunale dell'Acqua che si è celebrato nella capitale turca dal 10 al 14 marzo scorsi, e la cui sentenza ha messo in luce le enormi responsabilità dello Stato turco nell'applicare politiche lesive dei diritti individuali e collettivi della popolazione e dell'ambiente.
In Italia, le lotte per l'acqua continuano a costruire una geografia di resistenza che tocca comunità, paesi, città. Ieri 21 marzo è stata celebrata a Roma una assemblea pubblica per discutere di ACEA, l'ex municipalizzata capitolina, poi privatizzata per metà, che ha acquisito partecipazioni in altre società in Italia ed all'estero, violando spesso le leggi e il diritto all'accesso all'acqua delle popolazioni. Scarsi investimenti nelle infrastrutture idriche, aumento delle tariffe, scarsi controlli di qualità sull'acqua, distacchi illegittimi sono solo alcune delle violazioni più ricorrenti.
É quello che accade ad esempio a Bogotà, dove dall'ingresso di ACEA nella gestione del servizio idrico, le tariffe sono vertiginosamente cresciute, di fronte a un servizio rimasto di bassa qualità.
L'intenzione dei movimenti romani ed italiani per l'acqua è quella di lanciare contro ACEA una campagna di azione ed informazione, che articoli nei prossimi mesi una serie di azioni e mobilitazioni per richiamarel'attenzione sulla problematica e aprire un processo cittadino che porti come risultato finale alla ripubblicizzazione dell'impresa.
Per continuare a discutere di acqua assieme ad organizzazioni, movimenti, istituzioni pubbliche e agli attivisti italiani di ritorno dalla Carovana in Kurdistan, l'appuntamento è per il 9 aprile, con l'iniziativa ACQUA e LIBERTA', nella Sala della Pace di Palazzo Valentini a Roma, alle ore 15.00.
Una Giornata che unisce tutte le lotte che si combattono nei territori del Nord e del Sud del mondo per il riconoscimento di questo diritto fondamentale e per la difesa delle risorse e del servizio idrico dagli interessi privati, ma che ancora oggi, a ben guardare, ha poco da festeggiare. Se da un lato infatti l'offensiva delle multinazionali e del WTO è feroce, dall'altra poco ancora hanno fatto i governi per porre rimedio all'appropriazione privata del bene comune più vitale.
Proprio oggi a Istanbul si chiude il Forum Mondiale dell'Acqua, organizzato dalle multinazionali della nuova risorsa strategica. Un Forum durante il quale nulla è mutato nelle posizioni dei governi, che continuano a promuovere privatizzazioni e ad affermare che l'acque è una merce.
Sempre in Turchia in questi giorni si è conclusa la Carovana dell'Acqua che ha attraversato il Kurdistan Turco, visitando i territori minacciati dalla costruzione di megadighe e impianti idroelettrici.
Le stesse dighe (Ilisu, Yusufeli, Munzur) giudicate dalla sessione straordinaria del Tribunale dell'Acqua che si è celebrato nella capitale turca dal 10 al 14 marzo scorsi, e la cui sentenza ha messo in luce le enormi responsabilità dello Stato turco nell'applicare politiche lesive dei diritti individuali e collettivi della popolazione e dell'ambiente.
In Italia, le lotte per l'acqua continuano a costruire una geografia di resistenza che tocca comunità, paesi, città. Ieri 21 marzo è stata celebrata a Roma una assemblea pubblica per discutere di ACEA, l'ex municipalizzata capitolina, poi privatizzata per metà, che ha acquisito partecipazioni in altre società in Italia ed all'estero, violando spesso le leggi e il diritto all'accesso all'acqua delle popolazioni. Scarsi investimenti nelle infrastrutture idriche, aumento delle tariffe, scarsi controlli di qualità sull'acqua, distacchi illegittimi sono solo alcune delle violazioni più ricorrenti.
É quello che accade ad esempio a Bogotà, dove dall'ingresso di ACEA nella gestione del servizio idrico, le tariffe sono vertiginosamente cresciute, di fronte a un servizio rimasto di bassa qualità.
L'intenzione dei movimenti romani ed italiani per l'acqua è quella di lanciare contro ACEA una campagna di azione ed informazione, che articoli nei prossimi mesi una serie di azioni e mobilitazioni per richiamarel'attenzione sulla problematica e aprire un processo cittadino che porti come risultato finale alla ripubblicizzazione dell'impresa.
Per continuare a discutere di acqua assieme ad organizzazioni, movimenti, istituzioni pubbliche e agli attivisti italiani di ritorno dalla Carovana in Kurdistan, l'appuntamento è per il 9 aprile, con l'iniziativa ACQUA e LIBERTA', nella Sala della Pace di Palazzo Valentini a Roma, alle ore 15.00.
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