Visualizzazione post con etichetta Censura. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Censura. Mostra tutti i post

mercoledì 29 aprile 2009

Abruzzo e Acerra: le bugie hanno le gambe corte (come Berlusconi...)

di Marina D'Ecclesiis
Ieri, visita a sorpresa di Silvio Berlusconi a Napoli per dimostrare che nonostante il terremoto, non si è dimenticato della monnezza.
Ma la presenza del Premier è stata contestata proprio da due studenti abruzzesi. “Non devi venire in Abruzzo. Ci stai rovinando” hanno urlato. Berlusconi stava per parlare ai giornalisti quando sono arrivate le urla di dissenso dei due giovani che dicevano di essere arrivati dall’Abruzzo appositamente per protestare contro l’operato del governo. Poi sono seguite le urla dalla piccola folla radunatasi, ma questa volta su turismo e posti di lavoro. Berlusconi vista la piega che stava prendendo la situazione si è immediatamente allontanato per volare al brindisi del figlio Piersilvio a Portofino mentre i due giovani sono stati fermati e identificati dalla Digos.
“L’inceneritore di Acerra funziona benissimo, l’inquinamento è vicino allo zero. Abbiamo lì un prototipo che è molto utile, che dovremmo riedificare in tante altre regioni d’Italia” queste le parole del premier per rassicurare i cittadini campani. Ma ancora una volta fatti e parole non coincidono: l’inceneritore di Acerra non è funzionante. Nonostante l’inaugurazione del 26 Marzo quando Berlusconi schiacciò davanti le telecamere il vistoso bottone rosso dell’accensione affiancato dal commissario per l’emergenza rifiuti Bertolaso che rassicurò i cittadini: “oggi entra in funzione il termovalorizzatore” il sito, oggi, appare deserto. Sembra che l’impianto non sarebbe nemmeno in grado di produrre energia elettrica, in quanto secondo il contratto sottoscritto dalla cooperativa Partenope la centrale non sarà attiva prima di Dicembre. Tutto ciò testimoniato dalle telecamere dell’Osservatorio ambientale della presidenza del consiglio puntate sul sito che trasmettono immagini di un luogo fermo, in via di allestimento. Ma già da un mese la situazione era stata denunciata dai comitati contro l’impianto e la “Rete campana rifiuti e ambiente” che avevano denunciato la mancata accensione dei forni.“
Il presidente continua a mentire agli italiani” afferma l’avvocato Tommaso Esposito, “l’inceneritore deve essere collaudato e ci vorranno mesi prima che possa bruciare le 6mila tonnellate di rifiuti annue, così come previsto” e conclude “ non che la cosa ci dispiaccia, per noi questo ecomostro deve restare spento, ma non si vuole ammettere che è stata solo un’operazione mediatica”. È risaputa infatti la pericolosità degli inceneritori che immettono nell’atmosfera sostanze come monossido di carbonio, ossidi di azoto e quantità di diossina riconosciuta nel 97 come cancerogena. Ma nonostante i seri
rischi che comportano questi impianti, il governo continua ad investire in questa forma di smaltimento dei rifiuti e annuncia che preso si darà il via alla costruzione di altri 3 impianti. Tutto a scapito della raccolta differenziata, ceh non solo non è mai partita in interi quartieri di Napoli, ma che a livello regionale ha registrato un forte decremento. “Era chiaro dall’inizio che al governo non interessava la raccolta differenziata”, denunciano dalla Rete campa rifiuti zero. “Più rifiuti si immettono nei forni di Acerra, e maggiori sono i guadagni delle lobby degli inceneritori. Lo dimostrano anche i progetti per altri impianti che superano la capacità di produzione regionale e che intendono importare rifiuti da altre regioni”.
Insomma raccolta differenziata sempre più a rilento, inceneritori non funzionanti e discariche che si riempiono sempre più. Oggi, infatti, si teme che le discariche possano riempirsi nel giro di pochi mesi e che con l’autunno possa tornare la fase critica dell’emergenza con l’immondizia di nuovo per strada. Perché sia chiaro, l’emergenza non è mai stata superata. I rifiuti sono nascosti tra le menzogne del governo e presto potranno tornare a galla.

mercoledì 22 aprile 2009

I casi Gabanelli-Report, Santoro-Vauro e Berlusconi-Rai al Consiglio d’Europa

Il “devastante degrado” della libertà di informazione e di critica nel settore televisivo e il controllo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sul servizio pubblico Rai Tv sono stati portati all’attenzione del Consiglio d’Europa – Assemblea Parlamentare, Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Commissario per i diritti umani – da due ex deputati del Palamento italiano ed europeo, Lucio Manisco e Giuseppe Di Lello, e dal giornalista Alessandro Cisilin, che hanno motivato il loro esposto con le misure censorie e disciplinari adottate nei confronti dei due programmi di giornalismo investigativo condotti da Milena Gabanelli e da Michele Santoro e con quanto riferito dalla stampa italiana sulle interferenze dello stesso presidente del Consiglio sulle nomine dei vertici Rai, per statuto di competenza del suo consiglio di amministrazione.
L’esposto, depositato al Consiglio d'Europa, si richiama all'articolo 11 della Carta dei Diritti Fondamentali, nonché a due risoluzioni, approvate a larghissima maggioranza nel 2004 dal Parlamento Europeo e dal Consiglio d'Europa, che avevano denunziato nel nostro paese il conflitto di interessi tra proprietà e controllo delle aziende televisive da parte di Silvio Berlusconi e le sue funzioni istituzionali di presidente del Consiglio.
“I rilievi sono stati ignorati o disattesi negli ultimi cinque anni dai governi Prodi e Berlusconi”, hanno sottolineato i promotori dell'esposto, che hanno poi documentato i provvedimenti promulgati dai vertici Rai contro “Report” e “Annozero” a seguito degli attacchi portati ai programmi stessi dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti e dallo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
L’esposto ha chiesto quindi agli organi competenti del Consiglio d’Europa il varo di una “indagine conoscitiva” e di un“monitoraggio di questi e prevedibili nuovi attacchi alla libertà di informazione in Italia”, nonché un richiamo al governo e al Parlamento della Repubblica Italiana acciocché osservino i rilievi già avanzati dal Parlamento Europeo e dal Consiglio d’Europa. All’esposto sono stati allegati due recenti articoli della stampa britannica sul rischio di un'involuzione fascistica in Italia, nonché una pubblicazione redatta nel 2004 dagli stessi firmatari, tradotta in tre lingue, sull'informazione nel nostro paese dopo la “scesa in campo” di Silvio Berlusconi.

lunedì 20 aprile 2009

Quando la democrazia va in vacca

Qualche tempo fa parlammo, inascoltati, di emergenza democratica e informativa.
Adesso è arrivata. Sotto forma di farsa e di tragedia allo stesso tempo. Farsa per il licenziamento di Vauro da tutte le reti un tempo pubbliche a causa di una vignetta satirica. Tragedia per l'offesa alla democrazia rappresentata dal fatto, inaudito, di un capo del governo che decide a casa propria, in sala da pranzo, i direttori dei telegiornali dei cinque principali canali televisivi dell'Italia.
Non dovrebbe stupirci più niente, ormai, visto che il suo Gabinetto, ha l'aria di essere stato concepito in camera da letto. Ma si pone il problema del come difenderci. Perché il prossimo passaggio si annuncia "caligoliano". Rischiamo di trovarci un deputato cavallo in una delle due camere sorde e grigie in cui si sta trasformando il Parlamento italiano.
Unica consolazione, un deputato cavallo per il momento non troverebbe posto negli uffici di Bruxelles o di Strasburgo. Forse ci starebbe solo una vacca, ma di piccole dimensioni.

Giulietto Chiesa
(Deputato uscente del Parlamento Europeo. Non per caso candidato in Lettonia)

sabato 18 aprile 2009

Parla VAURO

Conversazione telefonica tra Jacopo Venier, direttore di pdcitv e Vauro, vignettista epurato da "Annozero".

venerdì 17 aprile 2009

Difendiamo la libertà e la dignità dell’informazione. Oggi tutti in piazza davanti alla RAI

Difendiamo la libertà e la dignità dell’informazione. Su questo tema la redazione di città aperta e di Megachip invitano tutti a manifestare oggi pomeriggio alle 17.00 sotto la sede RAI di viale Mazzini. E alla manifestazione di oggi crescono le adesioni. Dopo il Forum DAC,PRC, PDCI, Contropiano, Sinistra Critica, Comunisti uniti del Lazio, personalità come Peter Gomez, Giuseppe Giulietti o Salvatore Borsellino, giungono altre adesioni dal mondo politico e sindacale.
La Federazione Nazionale RdB-CUB aderisce alla manifestazione indetta per venerdì 17 aprile alle ore 17.00, da Radio Città Aperta e dall’associazione Megachip davanti alla Direzione Rai di Viale Mazzini 14 a Roma. "La libertà e la dignità dell’informazione, temi al centro dell’iniziativa di oggi, rappresentano una condizione indispensabile per garantire la partecipazione di tutti i cittadini alla vita democratica del paese e non possono essere assoggettate ad alcuna forma di censura che vada ad impoverire un panorama già scarsamente pluralista e fortemente condizionato dagli interessi politici ed economici" afferma il comunicato della federazione nazionale RdB/CUB.
“Aderisco con convinzione a nome di tutta Rifondazione Comunista alla manifestazione indetta da Radio Città Aperta e Megachip per venerdi 17 aprile alle ore 17 sotto la sede della Rai di viale Mazzini che invita tutti i cittadini a farsi sentire con forza per protestare contro l'imbavagliamento dell'informazione scomoda” afferma in una nota il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero “La libertà d'informazione è un diritto inalienabile di tutti i cittadini, per di più sancito dalla nostra Costituzione, non lo può conculcare nessuno, tantomeno il servizio pubblico radiotelevisivo. Ecco perché domani sarò anch'io a viale Mazzini alla guida di una delegazione del mio partito per protestare contro il tentativo di imbavagliare l'informazione scomoda e persino - cosa veramente assurda - la satira, i comici e le loro vignette”.

giovedì 16 aprile 2009

Sul "caso Vauro-Annozero"






CUB, Vignettisti puniti solo in totalitarismi
La Confederazione unitaria di base (Cub) prende posizione a favore del vignettista Vauro e della trasmissione 'Annozero': "solo nei regimi totalitari - afferma il sindacato - nei totalitarismi avviene che i vignettisti e i comici siano cacciati via".
"La satira è il sale della democrazia - sottolinea il coordinatore nazionale della Cub, Piergiorgio Tiboni - e quando si attacca chi scherza si prefigurano tempi bui.
La Cub è a fianco a Vauro ed esprime solidarietà e vicinanza a Santoro e ad Annozero".

Annozero: siamo oltre l'editto Bulgaro? Inaccettabili le censure a Vauro e Santoro


Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se
In un Paese in cui i telegiornali fanno un'opera di disinformazione costante e vergognosa o in cui vi sono autorevoli tg nazionali che misurano lo share che gli procurano le trasmissioni sul terremoto, è del tutto assurdo, illiberale e inaccettabile il provvedimento preso nei confronti del vignettista Vauro, quello della sospensione per leso diritto di satira, e anche la puntata riparatrice cui ora viene costretto il conduttore Santoro.
Che il premier Berlusconi usi il terremoto per farsi uno spot elettorale è evidente, come dimostra anche il cdm straordinario che si terrà all'Aquila, ma che almeno questo non impedisca la libertà di satira e d'informazione. Saremmo, in questo caso, ben oltre un nuovo "editto bulgaro".

Annozero. Scatta la censura: Santoro deve "riparare", Vauro sospeso

di Alessandro Cardulli
Il conduttore del programma: "L'autonomia del giornalista non può essere menomata nemmeno dall'editore". Il direttore generale invitato a soprassedere alla sospensione del vignettista.
La censura è scattata ed attorno al collo di Michele Santoro è stato messo un cappio pronto a stringersi e ad impiccare il conduttore di Anno zero. Come avevamo previsto, a Santoro è stato imposto di riparare da subito, dalla trasmissione di giovedì 16. Per Vauro, il vignettista, uno fra i più bravi in circolazione, neppure l’esame di riparazione. Subito bocciato. Il direttore generale di viale Mazzini, Mauro Masi, proveniente ultimamente dalle stanze di Berlusconi, dopo aver frequentato anche quelle del centrosinistra, ha comunicato ai direttori del tg3, Antonio Di Bella e di Raidue Antonio Marano che “La Rai, in via cautelativa e da subito , non intende avvalersi delle prestazioni dello stesso Vauro Senesi”. Il grave provvedimento è stato annunciato insieme alla decisione di ordinare a Santoro che “sin dalla prossima puntata siano attivati i necessari e doverosi riequilibri informativi specificatamente in ordine ai servizi andati in onda in Abruzzo. Non sono stati ravvisati invece - è scritto nella lettera inviata dal direttore generale - sostanziali elementi di squilibrio nel dibattito svolto in studio nel corso della trasmissione”. A questa decisione si è giunti dopo un primo vertice Rai riunitosi martedì pomeriggio ed un secondo di questa mattina. Gli artefici del provvedimento censorio sono stati il presidente Paolo Garimberti, Il direttore generale Mauro Masi, il vicedirettore generale Giancarlo Leone, il responsabile risorse artistiche, Lorenza Lei, i rappresentanti dell’Ufficio legale. Negli ambienti Rai, di solito bene informati, si dice che vi sia stato un consenso unanime per le punizioni inflitte a Santoro e a Vauro.
Alla riunione, fra l’altro, vi era anche qualcuno di troppo la cui presenza non trova giustificazione alcuna come quella della responsabile delle Risorse artistiche e anche del vicedirettore. Forse il neo direttore generale aveva bisogno di sentirsi spalleggiato per un provvedimento che è una vera e propria carognata e che Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista definisce “assurdo, illiberale, inaccettabile”. L’europarlamentare Vittorio Agnoletto avanza, invece, la richiesta di “riequilibri informativi anche in modo retroattivo” per Bruno Vespa. A ben leggere la motivazioni delle decisioni assunte, si evince che la vignetta di Vauro “ Aumento delle cubature. Dei cimiteri” è stata valutata come “gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri e la missione del servizio pubblico”. Per quanto riguarda il programma, da notare una “finezza”: a Santoro non si contesta la conduzione in studio, ma i servizi, quelli, come si dice in gergo giornalistico, fatti sul posto, a diretto contato con la realtà, con i protagonisti, raccontando quello che si vede e quello che si sente dire. Insomma la cronaca in diretta con le parole e le immagini dal vivo. Si contesta, insomma, la professione di giornalista e si svolge un’opera di intimidazione nei confronti di tutti i cronisti della Rai.
La realtà si può raccontare solo se si tratta di osannare Berlusconi, la sua corte di ministri che ogni giorno si fanno intervistare dai microfoni amici per dire che tutto va bene, che il governo e la Protezione civile hanno operato in modo eccezionale. Questo si intende dire quando si ordina di “riparare”. Se non bastasse il coro dei cortigiani istituzionali, c’è sempre un Bruno Vespa che arriva come rinforzo ad attaccare Santoro che, a suo dire, sarebbe un “privilegiato”. Davvero il pudore ormai non si sa dove stia di casa. In tutta questa vicenda, l’esordio come presidente di Garimberti, non è stato proprio dei migliori. Anzi, ha di fatto avallato un atto di censura, che colpisce il diritto ad informare da parte di cronisti che stavano facendo solo il loro mestiere. In tal senso, Vincino, vignettista che collabora con numerosi quotidiani tra cui il Corriere della Sera ed il Foglio, chiede al presidente della Rai di dimettersi immediatamente dalla sua carica. “E’ una vergogna – afferma – questo è un comportamento delinquenziale”. Davvero un brutto inizio, come dicono anche i lettori di Repubblica , il giornale di cui è stato autorevole professionista, i quali in un sondaggio si pronunciano all’82% contro le decisioni dei vertici Rai. Quindi di Garimberti.
La lettera di Santoro, una censura che ferisce il nostro pubblico e l'immagine della Rai
"Respingo gli addebiti che mi vengono mossi in quanto sono certo di aver esercitato con i miei collaboratori la professione di giornalista con grande correttezza. Inoltre, faccio presente che alla mia redazione non sono pervenute richieste di rettifica o annunci di iniziative legali da parte di alcuno. Le ricordo come la stessa Rai abbia recentemente riconosciuto che l'autonomia del giornalista non può essere menomata, nemmeno dall'editore. Riguardo ai rilievi sui singoli servizi - prosegue Santoro nella lettera - ribadisco che l'equilibrio di una trasmissione deve essere valutato nel suo complesso, nel generale contesto dell'informazione offerta dal servizio pubblico e valutando nel merito se ciò che si descrive o si narra sia vero o falso. Le nostre critiche alla mancata pianificazione dei soccorsi trovano ampia conferma nei giornali di tutto il mondo. Lo stesso Enzo Boschi, presente in trasmissione, presidente dell'Ingv, facente parte della Commissione Grandi rischi ed uno dei massimi esperti italiani in materia di eventi sismici e di Protezione Civile ha più volte sottolineato: 'Santoro ha ragione a fare questi rilievi'. Tutto ciò non sminuisce il comportamento straordinario dei soccorritori dopo che si è verificato il terremoto, comportamento che nessuno di noi ha mai messo in discussione e che siamo pronti a ribadire in tutte le circostanze. Mi lasci infine dire - conclude - che la sua decisione di sospendere Vauro rappresenta una censura che produce una grave ferita per il nostro pubblico e per l'immagine della Rai. La invito a soprassedervi".

Libertà di vignetta ma non alla Rai
Vauro sospeso da tutte le reti della tv pubblica. Chiesta a Santoro una «puntata riparatrice» per «Annozero». I nuovi vertici di viale Mazzini subito all'opera.
di Micaela Bongi
Lo avevano annunciato gli uomini di fiducia del Cavaliere: Michele Santoro questa volta non sarà sbattuto fuori dalla Rai, troppo comodo. E troppo rischioso, visto il precedente. E infatti a essere bandito dal territorio della tv pubblica per la puntata di Annozero dedicata al terremoto è Vauro. Fresco di nomina, il direttore generale Rai Mauro Masi dà subito mostra del suo zelo e sfodera la mannaia della censura.
Dopo la riuinione di mercoledì con il presidente Paolo Garimberti e altri dirigenti di viale Mazzini, convocati perché il programma di Raidue giovedì non era piaciuto a Berlusconi e Fini, ieri mattina la decisione del dg: sospensione da tutte le reti e testate del servizio pubblico per l'autore della vignetta «gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti» (è quella che pubblichiamo in alto a destra). E a Santoro, la richiesta di un immediato riequilibrio non del dibattito in studio (dove erano presenti il sottosegretario Crosetto e il direttore del Giornale Mario Giordano), ma addirittura dei servizi esterni, «apparsi fortemente squilibrati verso la tesi della carenza dei soccorsi e gravemente omissivi dell'opera e degli interventi della Protezione civile e delle forze dell'ordine».
Una decisione, quella del dg, che rimanda alle «valutazioni di competenza del cda», che si riunirà la settimana prossima, ma che comunque, comunicata via lettera e senza una telefonata agli interessati, al direttore di Raidue Antonio Marano e a quello del Tg3 (dal quale dipende Annozero in periodo di par condicio) Antonio Di Bella, è subito effettiva. Tanto che, nel tripudio generale dei pidiellini - quelli del governo in prima fila - e tra le pochissime proteste del Pd, più che altro di area ex Margherita (da Paolo Gentiloni a Rosi Bindi), il consigliere d'amministrazione Nino Rizzo Nervo (quota ex Margherita) sbotta: «Pensavo che in Rai fosse stato nominato un direttore generale e non un Grande inquisitore. In soli sette giorni lavorativi Masi ha nell'ordine: messo sotto inchiesta Annozero, sospeso Vauro e inviato al giudizio del Comitato etico una puntata di Report. Torquemada sarebbe stato più cauto». E Rizzo Nervo invita Masi a «rileggersi la legge sui poteri e le competenze del direttore generale e del cda», perché a quest'ultimo «spetta l'accertamento di eventuali violazioni degli indirizzi editoriali». Il consigliere chiede perciò al dg di «revocare qualsiasi decisione assunta per eccesso di potere infrangendo la normativa aziendale». Molto più contenuto il consigliere veltroniano Giorgio Van Straten che, in attesa di parlare in cda, per ora spiega di aver «invitato inutilmente alla prudenza» e chiede di «rispettare le prerogative e l'autonomia del cda». Ovviamente i consiglieri del Pdl si schierano compatti col dg. Tace il presidente «di garanzia» Garimberti.
Dal canto suo, in una lettera a Masi, Santoro respinge le accuse sottolineando che alla sua redazione non sono arrivate richieste di rettifica o annunci di iniziative legali e che «le nostre critiche alla mancata pianificazione dei soccorsi trovano ampia conferma nei giornali di tutto il mondo». Quanto a Vauro, la sua sospensione «rappresenta una censura che produce una grave ferita per il nostro pubblico e per l'immagine della Rai». Il giornalista invita il dg a sorpassedere.
Annozero questa sera andrà in onda: con una nuova puntata sull'Abruzzo (in collegamento Sandro Ruotolo), ma, riferiscono dalla redazione, senza sottostare a pressioni. Tanto che in studio, oltre a Niccolò Ghedini del Pdl, al giornalista del Sole24Ore Mariano Maugeri e a Titti Postiglione della Protezione civile, ci sarà Antonio Di Pietro. Per quanto riguarda Vauro, avrebbe comunque saltato la puntata perché proprio questa sera sarà in viaggio, di ritorno da San Pietroburgo: l'idea di farlo intervenire anche solo in collegamento telefonico è risultata dunque impraticabile. Ma ci sarà la satira di Sabina Guzzanti che, indignata, promette sorprese.
Si fa sentire il comitato di redazione del Tg3: i giornalisti ssono «fortemente preoccupati» per ciò che la cura Masi «sembra preannunciare». Protesta la federazione nazionale della stampa. Protesta la sinistra, mentre sul fronte della maggioranza la Lega non attacca Santoro (il direttore di Raidue Marano l'altro ieri assicurava che sarebbe tornato in onda anche in autunno) e non si sbraccia per Masi. Che, indirettamente, cerca di ridimensionare la sua iniziativa: Vauro è sospeso per ora solo per una puntata, sarà il cda a decidere il da farsi per il futuro, si fa sapere. Ma se la nuova direzione generale (partita in quarta ma ancora in rodaggio) cerca di salvare in corner le prerogative del consiglio, non si esclude affatto che questo possa decidere di troncare il rapporto di collaborazione con Vauro. E il «caso» andrà anche in commissione di vigilanza, che per la prossima settimana ha in programma un imperdibile dibattito sul pluralismo.

mercoledì 15 aprile 2009

Annozero: la censura mette il turbo

La verità fa paura


Vauro sospeso da Annozero, Santoro deve fare "penitenza"
Pubblichiamo la vignetta di Vauro incriminata
I provvedimenti presi dai vertici Rai nei confronti della trasmissione AnnoZero dimostrano che la nuova dirigenza del servizio pubblico intende ottemperare da subito ai compiti assegnatigli dalla maggioranza politica che guida il paese.
Il fantomatico “riequilibrio” dei servizi per Santoro e la sospensione di Vauro sono misure gravissime, che vogliono intimidire uno dei pochi spazi di approfondimento giornalistico a disposizione dei cittadini.
Se i contenuti trasmessi dal programma riportano falsità o inesattezze la Rai può agire nelle sedi opportune; ma in questo caso si tratta di un bavaglio all’informazione e alla satira, che dà la misura dello stato di salute della nostra democrazia.In Italia c’è ancora chi si domanda se si tratti di un regime o meno.
Il boia potrebbe arrivare prima della risposta.
La lettera con cui la RAI ha sospeso Vauro dalla trasmissione "Anno Zero"
Ecco il testo della lettera inviata dal direttore generale della Rai Mauro Masi a Vauro Senesi con cui viene sospeso il giornalista a causa di una vignetta sul terremoto mostrata durante la scorsa puntata di Annozero.
"Le contestiamo - scrive Masi -, per le ragioni sottoesposte, il grave inadempimento alle obbligazioni di cui al contratto prot. RT/RALA/LAN/2633/08/02671 del 31.7.2008 e, in particolare, ag1i obblighi previsti ai punti 8) e 9) del medesimo.
Nel corso della puntata del programma Annozero del 9 aprile 2009, disattendendo gli obblighi sopra indicati, Lei ha realizzato e mostrato al pubblico, in diretta televisiva, una vignetta del seguente tenore 'Aumento delle cubature. Dei cimiteri'. Tale condotta, gravemente lesiva del sentimento di pietà dei defunti - si legge nella lettera - travalica all'evidenza i limiti del corretto esercizio del diritto di satira e si pone in contrasto con i parametri di qualità dell'offerta che costituiscono elemento essenziale della missione del servizio pubblico radiotelevisivo, in forza della previsione di cui all'art. 3 del vigente contratto di servizio e delle disposizioni del Codice Etico del Gruppo Rai, al cui rispetto Lei è obbligata.
Pertanto - conclude la lettera -, nel ritenerLa personalmente responsabile per ogni conseguenza e/o pregiudizio e/o rilievo, anche da parte delle Autorità competenti, che dovessero derivare all'Azienda in ragione dell'illegittima condotta da Lei posta in essere, in ordine alla quale ci riserviamo ogni e più ampia tutela, con la presente Le comunichiamo che l'Azienda, in via cautelativa, non intende avvalersi delle Sue prestazioni su tutte le Reti e Testate.