mercoledì 29 aprile 2009

PCL: No al G8 a L'Aquila - Portate altrove le macerie del vostro sistema

Già da tempo era chiaro, che in un momento di calo di popolarità del suo governo, Silvio Berlusconi avesse scelto la tragedia del terremoto abruzzese per fare passerella. Visite continue, aria da finto padre di famiglia angosciato, promesse di ricostruzione elargite a piene mani e a favore di telecamera, lacrime ai funerali, retorica nauseante, insomma tutto l'armamentario classico del circo berlusconiano.
Poi ieri, il tanto atteso consiglio dei ministri all'Aquila (altra trovata scenica) che in teoria, doveva dire parole chiare e soprattutto fornire numeri certi, circa la ricostruzione del nostro capoluogo di regione. Sul fronte dell'impegno di spesa il governo ha stimato che occorreranno otto miliardi di euro, per altro cifra incoerente con quanto detto finora dai vari ministri e dallo stesso premier, ma è sul versante delle entrate che la cosa si è fatta grottesca. Si è come sempre chiarito, “che non si metteranno le mani in tasca agli italiani” e poi, al momento di indicare le entrate per coprire un impegno di spesa così ingente (un media finanziaria), si è parlato di lotterie, di lotta all'evasione, di scudo fiscale, insomma di aria fritta. Tanto alla fine della fiera, pagheranno come sempre i lavoratori dipendenti.
Nemmeno una parola sulle corresponsabilità delle imprese costruttrici e degli amministratori, neanche nella forma blanda di un avallo all'opera della magistratura, tempi di ricostruzione che da rapidissimi sono diventati ragionevolmente medi. Per concludere e per compensare la dura realtà a fronte del sogno spacciato per settimane ci voleva la trovata ad effetto, e la premiata ditta Berlusconi-Bertolaso, ha estratto dal cilindro il numero ad effetto: il trasferimento del G8 dalla Maddalena all'Aquila. Sulle ragioni della decisione, non c'è bisogno di fare elucubrazioni. Berlusconi, che non ha più vergogna di nulla le ha spiegate candidamente.
L'Aquila, con il suo attuale scenario di macerie, è il palcoscenico ideale per un summit che cade in una fase di crisi drammatica del capitalismo e i contestatori saranno scoraggiati a manifestare in un simile contesto di rovine (riconoscendo implicitamente a chi si oppone, maggiore umanità di quanta ne dimostrino i governi degli otto paesi più industrializzati del pianeta). Il cinismo e la viltà della scelta sono talmente evidenti da non meritare ulteriori commenti (discorso a parte meriterebbero gli avalli alla scelta del governo, ottenuti dai sindacati e dalle cosiddette opposizioni), per parte nostra, promettiamo al premier tutto il nostro impegno per organizzare contro il vertice la più larga contestazione possibile, puntando a coinvolgere per prime le popolazioni colpite dal dramma del terremoto e ora, usate come scudo da un governo criminale.

VENITE PURE - L'ABRUZZO VI ASPETTA.

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