Manifestazione antirazzista: 3000 no all’ordinanza anti-borsoni
di J. Bonnot
Pisa. La città, come previsto, è stata attraversata da un’imponente e colorata manifestazione a cui hanno partecipato circa 3000 persone. Il corteo ha lasciato con un pò di ritardo piazza Sant’Antonio: una delle tantissime associazioni e comunità senegalesi che avevano annunciato la loro presenza, quella di Piombino, tardava ad arrivare. Ben presto tuttavia il numero di persone era tale che la piazza a stento le conteneva, e si è deciso quindi di far partire il corteo, che subito ha imboccato Corso Italia. Nonostante una sottile pioggia, è prevalsa la volontà di farsi sentire di chi è spesso costretto al silenzio e cori e slogan non si sono fermati un istante. Grande protagonista di essi è stato ovviamente il Sindaco Filippeschi, divenuto simbolo di una politica di chiusura e discriminazione che, se pur diffusa ormai in tutta Italia, a Pisa stentava ad attecchire. Ma interventi e cori non si sono limitati a criticare la famosa ordinanza e la giunta comunale, ma ribadito il fatto che i migranti non sono colpiti solo dal decreto di Filippeschi e da una legge nazionale a dir poco razzista, ma anche da tutti quei problemi che, in questo periodo di crisi, affliggono anche gli italiani: la casa, gli affitti, il lavoro, le difficoltà economiche. Il corteo si è fermato a lungo di fronte al Comune, dove i manifestanti hanno improvvisato un breve sit-in durante il quale non è mancato un minuto di silenzio dedicato alle famiglie colpite dal terremoto che ha colpito l’Abruzzo, ed è proseguito poi sui lungarni, verso ponte Solferino. Quando la manifestazione è arrivata all’altezza della chiesa della Spina alcuni ragazzi dell’Assemblea Antirazzista hanno srotolato dalla cima dell’ex-Enel – l’enorme palazzo sfitto da anni – uno striscione che recitava “Non c’è sicurezza senza diritti”, e hanno ribadito che l’unico “nero” che a Pisa non è benvoluto è quello degli affitti al nero. Il corteo si diretto infine verso piazza dei Miracoli, dove si è concluso con una serie di interventi fatti proprio nel luogo dal quale tanti dei partecipanti alla manifestazione sono stati banditi. Tutti sono concordi nel ribadire l’importanza di una giornata che ha visto scendere in piazza, fianco a fianco, senza alcun tipo di strumentalizzazione, le comunità senegalesi di tutta la Toscana insieme a tante associazioni, circoli, realtà varie e semplici cittadini, accomunati dal rifiuto netto di ogni tentativo di risolvere complessi problemi sociali attraverso ottusi e semplicistici provvedimenti di ordine pubblico.
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