di Giorgio Trasarti
In un rapporto mostrato ieri dalla Commissione per l’Intelligence del Senato degli Stati Uniti d’America vengono riportati, nel dettaglio, i passaggi con cui le pratiche più dure e crudeli utilizzate dalla Cia durante gli interrogatori furono ideate e approvate ai più alti livelli della Casa Bianca nell’era di George W. Bush. Il documento, rilanciato dalla Associated Press, testimonia il ruolo di primo piano occupato dall’allora consigliere per la Sicurezza nazionale, Condoleeeza Rice. Nel luglio del 2002 la Rice approvò verbalmente la richiesta della Cia di utilizzare utilizzare la tecnica del waterboarding (annegamento simulato) sul presunto terrorista di al Qaida Abu Zubaydah. Pochi giorni dopo, il Dipartimento di Giustizia approvò l’utilizzo di questa tecnica, come riportano i memo segreti che l’amministrazione Obama ha reso pubblici, tra mille polemiche, la scorsa settimana.
Lo scorso autunno, in una testimonianza scritta presentata alla Commissione armamenti del Senato, l’ex Segretario di Stato sostenne di aver solo preso parte a riunioni in cui si era discusso sulle richieste di interrogatorio della Cia, ma si decise poi di chiedere una valutazione legale al ministro della Giustizia. La Rice aveva inoltre detto di non ricordare i dettagli delle riunioni. Contrariamente a quanto affermato, il braccio destro di Bush ebbe invece un ruolo diretto nella vicenda dando per prima il via libera all’allora direttore della Cia George Tenet. Pochi giorni dopo, e dopo l’approvazione del ministero della Giustizia, come si legge nel memorandum segreto del 1 agosto 2002, il detenuto Zubaydah veniva sottoposto a waterboarding almeno 83 volte nel solo mese di agosto.
Il waterboarding consiste nell'immobilizzare un individuo e versare acqua sulla sua faccia per simulare l'annegamento facendo credere al soggetto che la morte sia imminente, benché non causi danni fisici permanenti. "La minaccia di morte imminente" è una delle definizioni legali di tortura secondo la legge statunitense.
Nel documento reso pubblico ieri appare oltretutto evidente come i pareri negativi di alcuni legali dell’amministrazione Bush su queste pratiche furono repentinamente accantonati. Un portavoce della Rice, contattato dalla Associated Press, si è rifiutato di commentare la notizia. Per avere un’ idea di cosa si provi all’essere sottoposti al waterboarding, definito da Dick Cheney, vicepresidente durante l'amministrazione di George W. Bush, "un tuffo in acqua", non una forma di tortura, ma piuttosto "uno strumento molto importante" per gli interrogatori:
In un rapporto mostrato ieri dalla Commissione per l’Intelligence del Senato degli Stati Uniti d’America vengono riportati, nel dettaglio, i passaggi con cui le pratiche più dure e crudeli utilizzate dalla Cia durante gli interrogatori furono ideate e approvate ai più alti livelli della Casa Bianca nell’era di George W. Bush. Il documento, rilanciato dalla Associated Press, testimonia il ruolo di primo piano occupato dall’allora consigliere per la Sicurezza nazionale, Condoleeeza Rice. Nel luglio del 2002 la Rice approvò verbalmente la richiesta della Cia di utilizzare utilizzare la tecnica del waterboarding (annegamento simulato) sul presunto terrorista di al Qaida Abu Zubaydah. Pochi giorni dopo, il Dipartimento di Giustizia approvò l’utilizzo di questa tecnica, come riportano i memo segreti che l’amministrazione Obama ha reso pubblici, tra mille polemiche, la scorsa settimana.
Lo scorso autunno, in una testimonianza scritta presentata alla Commissione armamenti del Senato, l’ex Segretario di Stato sostenne di aver solo preso parte a riunioni in cui si era discusso sulle richieste di interrogatorio della Cia, ma si decise poi di chiedere una valutazione legale al ministro della Giustizia. La Rice aveva inoltre detto di non ricordare i dettagli delle riunioni. Contrariamente a quanto affermato, il braccio destro di Bush ebbe invece un ruolo diretto nella vicenda dando per prima il via libera all’allora direttore della Cia George Tenet. Pochi giorni dopo, e dopo l’approvazione del ministero della Giustizia, come si legge nel memorandum segreto del 1 agosto 2002, il detenuto Zubaydah veniva sottoposto a waterboarding almeno 83 volte nel solo mese di agosto.
Il waterboarding consiste nell'immobilizzare un individuo e versare acqua sulla sua faccia per simulare l'annegamento facendo credere al soggetto che la morte sia imminente, benché non causi danni fisici permanenti. "La minaccia di morte imminente" è una delle definizioni legali di tortura secondo la legge statunitense.
Nel documento reso pubblico ieri appare oltretutto evidente come i pareri negativi di alcuni legali dell’amministrazione Bush su queste pratiche furono repentinamente accantonati. Un portavoce della Rice, contattato dalla Associated Press, si è rifiutato di commentare la notizia. Per avere un’ idea di cosa si provi all’essere sottoposti al waterboarding, definito da Dick Cheney, vicepresidente durante l'amministrazione di George W. Bush, "un tuffo in acqua", non una forma di tortura, ma piuttosto "uno strumento molto importante" per gli interrogatori:
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