venerdì 17 aprile 2009

Freddezza nei colloqui tra l'inviato USA e il nuovo governo israeliano. Oggi incontra Abu Mazen a Ramallah

I resoconti delle principali agenzie di stampa internazionali e le sintesi pubblicate dalla stampa israeliana concordano nel dipingere uno scenario di cortese freddezza tra i protagonisti degli incontri avuti ieri dall'inviato speciale USA Mitchell con il presidente israeliano, il ministro degli Esteri e il primo ministro e di notevole distanza delle posizioni politiche. Ad allontanare le politiche dei due stretti alleati soprattutto la via del “due Popoli due Stati”, ribadita con fermezza e a più riprese da Mitchell, ma non raccolta dai suoi interlocutori israeliani. Se l’inviato statunitense, al termine dell’incontro con il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, ha detto chiaramente ai giornalisti che “la politica degli Stati Uniti è di perseguire due Stati per due popoli (…) e ci comporteremo di conseguenza”, Lieberman si è limitato (attraverso una nota) a invocare “formule nuove” per trovare una soluzione dal momento che “il processo di pace è giunto a un punto morto e che gli approcci tradizionali finora non hanno portato ad alcuna soluzione o alcun risultato”. Altrettanto fredda la reazione del primo ministro Benjamin Netanyahu che, secondo indiscrezioni fatte circolare da un suo collaboratore, avrebbe detto a Mitchell che “Israele si aspetta che i palestinesi riconoscano lo Stato d’Israele”. Oggi nella sede dellAutorità Nazionale Palestinese (Anp), Mitchell incontrerà i massimi esponenti di Fatah e dell’Anp, al quale probabilmente ribadirà la volontà dell’attuale amministrazione Usa di rilanciare i negoziati di pace seguendo il principio di “due Popoli due Stati”.

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