domenica 19 aprile 2009

Piazza Navona si tinge di rosso per la Lista Comunista e Anticapitalista

Aperta la campagna elettorale per le prossime elezioni europee e amministrative. Gli interventi di Ferrero, Diliberto e Salvi. Il saluto di Margherita Hack
di Carlo Sandri
ROMA - Una bella piazza, tanta gente, tante bandiere rosse con la falce e il martello: si presenta così Piazza Navona poco dopo le 15 del pomeriggio. Un buon inizio di campagna elettorale per la Lista Anticapitalista, una folla che man mano si infittisce con molti giovani che sfoggiano sgargianti magliette rosse.
Alla fine si contano alcune migliaia di persone che hanno partecipato all’esordio della lista che ha avuto anche un altro battesimo, quello dello slogan che è diventato ben presto, un preciso segnale, l’indicazione di una volontà di riscatto e di rivincita dopo la sconfitta subita alle elezioni politiche che ha portato alla scomparsa dai banchi delle Camere dei comunisti. «Tiriamo su la testa. Basta togliersi il cappello davanti ai predoni». È stato questo lo slogan tante volte ripetuto negli interventi e gridato dalla piazza,una piazza inedita che, dopo molti anni vede riuniti insieme militanti del Prc e del Pdci. E insieme sul palco sono Paolo Ferrero, il segretario di Rifondazione e Oliviero Diliberto, il segretario dei comunisti italiani. A comporre la lista ci sono anche associazioni significative come Socialismo reale di Cesare Salvi.
Presenti anche i Consumatori uniti. Molti interventi nel corso della manifestazione anche da parte di rappresentanti di partiti comunisti e della sinistra europea. Molto applaudito il discorso che ha fatto una giovane abruzzese che ha raccontato delle sofferenze di migliaia e migliaia di persone, ha ricordato le difficoltà che ancora si incontrano nella vita di tutti i giorni.
Tanti applausi anche per Margherita Hack che, non avendo potuto essere presente, ha fatto pervenire un video in cui ha raccontato il suo “essere comunista”, una parola che mantiene ancor oggi un grande valore perché significa solidarietà, libertà, diritti delle persone. E fra un intervento e l’altro tanta musica Oliviero Diliberto e Paolo Ferrero non attaccano a fondo le scelte politiche di Silvio Berlusconi, ne sottolineano le venature antidemocratiche. Per Diliberto il premier ha un «rapporto feudale con il Parlamento e sta facendo diventare l'Italia un paese di schifo». Quanto ai Democratici di Franceschini, «non fanno l'opposizione perché non hanno il sangue nelle vene». Paolo Ferrero attacca duramente il premier che “ continua a proporre soluzioni antidemocratiche e incivili per superare la crisi” Rivolto al segretario del Pd definisce” vergognoso” che usi il dramma del terremoto “per sostenere un referendum elettorale che è peggio della legge truffa del '53». Anche Cesare Salvi punta il dito contro Berlusconi e parla della necessità di difendere la democrazia e la Costituzione. Non potevano mancare riferimenti alla lista “ Sinistra e libertà” che vede insieme Nichi Vendola, il leader degli scissionisti di Rifondazione e Sinistra democratica di Fava e Mussi.
Diliberto ha invitato tutti a non votarla, a non disperdere voti perché superare lo sbarramento del 4% non è facile, è un traguardo che deve essere raggiunto anche perché la sinistra antagonista apra un nuovo percorso di lotte, di conflitti sociali ,assicuri una opposizione forte, certa, unitaria. , Claudio Fava ha replicato ironicamente ringraziando i Ferrero e Diliberto perché avrebbe fatto uno “spot” per “sinistra e libertà” .In realtà i sondaggi la danno ben lontana dal fatidico 4%. In parole povere il voto dato a Vendola e Fava sarebbe “inutile”, anzi una pericolosa dispersione. Ferrero ha sottolineato che le due liste si fondano su. “ scelte politiche diverse non sovrapponibili”. Diliberto sottolinea che “non c'è nessuna concorrenza perché Sinistra e Libertà ha scelto una linea più moderata. Sono in concorrenza con i democratici». Per Giovanni Russo Spena, ex capogruppo di Prc al Senato la concorrenza viene da Antonio Di Pietro: “Con la sua ambiguità e un'opposizione molto urlata dà una sensazione di ribellione che potrebbe intercettare anche i nostri voti. Per questo occorre fare una campagna elettorale molto concreta, con proposte chiare, un’opposizione di classe che corrisponda al nostro essere anticapitalisti.”

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