giovedì 23 aprile 2009

Israele: "Papa non riceva sindaco palestinese". Avvocati norvegesi intentano causa contro governo Olmert

di Gabriele Paglino
Tel Aviv ha invitato la Santa Sede a cancellare l'incontro in Vaticano tra il Papa e il sindaco di Sakhnin, una città araba nel nord di Israele abitata da una minoranza di cristiani. Il primo cittadino, che domenica prossima dovrebbe incontrare il Papa a Roma, a detta del governo ultra sionista sarebbe "un guerrafondaio sostenitore dei terroristi". La richiesta arriva dal portavoce del ministro del Turismo ed esponente dell'estrema destra sionista di Yisrael Beiteinu nonchè responsabile del viaggio di Benedetto XVI a maggio in Israele e Cisgiordania, Stas Misezhnikov. Il sindaco di Sakhnin, Mazen Ghanaim, sarebbe "reo" di aver organizzato, durante il massacro operato da Israele nella Striscia di Gaza, una manifestazione in cui sostenne la resistenza palestinese contro la crudele e oppressiva occupazione israeliana. E proprio la presunta scarsa fedeltà degli arabi israeliani allo Stato e' stata proprio la piattaforma di Yisrael Beiteinu. Chissà cosa risponderà la "diplomatica" diplomazia d'oltre Tevere?
In Norvegia intanto un gruppo di avvocati ha depositato una denuncia per "crimini di guerra" e "attacco terroristico su vasta scala" ai danni dei maggiori esponenti dell'ex governo israeliano: Ehud Olmert, Tzipi Livni, Ehud Barak e sette ufficiali dell'esercito israeliano. L'accusa riguarda le loro palesi responsabilità nell'operazione 'Piombo fuso' contro la Striscia di Gaza, tra dicembre 2008 e lo scorso gennaio. Gli avvocati, rappresentanti di alcuni cittadini norvegesi di origine palestinese "che hanno subito la perdita di propri cari durante le operazioni militari", sostengono che "non esiste alcun dubbio sul fatto che i soggetti accusati fossero a conoscenza, ordinarono o approvarono le azioni commesse a Gaza, e che avessero valutato le conseguenze di tali azioni". Il procuratore generale Siri Frigaard ha confermato di aver ricevuto la denuncia: "Procederemo a esaminarla e valutarla prima di trasmetterla alla polizia alla quale spetterebbe condurre un'inchiesta" ha detto, precisando che il codice penale norvegese autorizza i tribunali a giudicare casi relativi a crimini di guerra e altre violazioni dei diritti umani. Proprio ieri, il quotidiano israeliano 'Jerusalem post' ha pubblicato gli esiti di un'indagine interna all'esercito israeliano sulle operazioni condotte a Gaza. Respinte tutte le accuse (aver violato la convenzione di Ginevra sui crimini di guerra; aver sparato contro strutture mediche palestinesi e delle Nazioni Unite; aver ucciso civili innocenti; usato armi al fosforo bianco e bombardato infrastrutture e zone densamente abitate). Lo stato maggiore di Tel Aviv risponde infatti che i soldati "hanno tenuto un alto profilo morale" operando "in accordo con le leggi internazionali". Secondo il generale Dan Harel, capo di stato maggiore aggiunto, le inchieste condotte hanno rivelato "un certo numero di incidenti" causati da errori dei servizi di informazione "sfortunatamente inevitabili", come il caso di un bombardamento di un immobile nel quartiere di Zeitoun, a sud di Gaza, considerato un sito di stoccaggio di armi da parte di Hamas e rivelatosi invece un'abitazione civile, costato la vita a 21 membri di una stessa famiglia. Per questi "errori", comunque, non sarà avviata alcuna inchiesta poiché "non ci sono responsabilità da accertare". Alcune organizzazioni peri i diritti umani, che già in passato avevano manifestato dubbi sull'imparzialità delle indagini condotte all'interno dell'esercito si sono dette "totalmente insoddisfatte" delle conclusioni pubblicate, rinnovando l'invito ad avviare procedimenti extra-militari. Ma si sa "criticare Israele - come dice il premio Pulitzer, Seymour Hersh - è difficile, impossibile e praticamente inutile. Non ti ascoltano".

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