25 aprile, festa della liberazione dal nazifascismo. Era il 1945 e certo i partigiani che ci hanno restituito la democrazia non immaginavano che, anni dopo, le redini della commemorazione di questa giornata le avrebbe prese il presidente Berlusconi celebrandola ad Onna centro del terremoto in Abruzzo, dove peraltro verrà celebrata anche da Roberto Fiore e dai suoi accoliti di Forza Nuova.
A Roma, città medaglia d’oro alla resistenza, il sindaco Alemanno sarà all’Altare della Patria per portare una corona di alloro e poi, ha dichiarato, seguirà gli eventi istituzionali presenti in città.
La storia di Alemanno la conosciamo tutti e certo un suo rifiuto di festeggiare il 25aprile sarebbe stato apprezzato dai suoi per la coerenza, dai compagni e dai sinceri democratici perché questa data non è “la festa di tutti” ma la festa di coloro che al fascismo si sono opposti e continuano ad opporsi.
Persino il sindaco di Parigi Bertrand Delanoë, che certo non si può definire un estremista, ha dichiarato: "Difficilmente riuscirò ad avere buoni rapporti anche con Gianni Alemanno che è stato accolto al Campidoglio con i saluti fascisti". Gianni Alemanno ha risposto dicendo: "Quello che ha detto il sindaco di Parigi su di me è falso, offensivo e intollerabile". Invitiamo il sindaco a guardare i tanti filmati girati a piazza del Campidoglio la sera della vittoria elettorale, forse affacciato alla balaustra di Palazzo Senatorio, come un nuovo balcone di antica memoria, non ha visto i saluti dei suoi sostenitori. Le dichiarazioni del sindaco di Parigi hanno incrinato la patina di equidistanza del Campidoglio, ma sarebbe bastato dare un’occhiata alle ultime uscite del sindaco per capire come stanno le cose.
Il patrocinio del Comune ad un’iniziativa di Casapound, ''Aver messo il logo del Comune su un'iniziativa di Casapound può essere stato un errore ma non è stato questo grande scandalo'' ha dichiarato il sindaco. Patrocinio negato invece al Gay Pride perché si tratta di una manifestazione «di tendenza», secondo quanto dichiarato da Alemanno, gli risponde Fabrizio Marrazzo presidente dell’Arcigay: “Invitiamo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a prendere parte alla manifestazione del Gay Pride. Così facendo, si renderebbe conto che non si tratta di una manifestazione di parte, ma sui diritti e le libertà di tutti.”
C’è poi la questione del Teatro dell’Opera di Roma. Nicola Colabianchi, chiamato da Gianni Alemanno a supervisionare il settore artistico della commissariata Opera di Roma, è musicista dalla modesta carriera ma che può vantare l’aver diretto qualche concerto in memoria di Giorgio Almirante. Dopo aver promesso un commissariamento di pochi giorni, con la nomina di un consulente artistico Alemanno si prepara a tenere il Teatro in gestione straordinaria per lungo tempo, come era facile prevedere. Se la figura di Colabianchi desta perplessità, non sorprende che le maestranze del teatro abbiano salutato l’ex sovrintendente Ernani con un regalo.
A Roma, città medaglia d’oro alla resistenza, il sindaco Alemanno sarà all’Altare della Patria per portare una corona di alloro e poi, ha dichiarato, seguirà gli eventi istituzionali presenti in città.
La storia di Alemanno la conosciamo tutti e certo un suo rifiuto di festeggiare il 25aprile sarebbe stato apprezzato dai suoi per la coerenza, dai compagni e dai sinceri democratici perché questa data non è “la festa di tutti” ma la festa di coloro che al fascismo si sono opposti e continuano ad opporsi.
Persino il sindaco di Parigi Bertrand Delanoë, che certo non si può definire un estremista, ha dichiarato: "Difficilmente riuscirò ad avere buoni rapporti anche con Gianni Alemanno che è stato accolto al Campidoglio con i saluti fascisti". Gianni Alemanno ha risposto dicendo: "Quello che ha detto il sindaco di Parigi su di me è falso, offensivo e intollerabile". Invitiamo il sindaco a guardare i tanti filmati girati a piazza del Campidoglio la sera della vittoria elettorale, forse affacciato alla balaustra di Palazzo Senatorio, come un nuovo balcone di antica memoria, non ha visto i saluti dei suoi sostenitori. Le dichiarazioni del sindaco di Parigi hanno incrinato la patina di equidistanza del Campidoglio, ma sarebbe bastato dare un’occhiata alle ultime uscite del sindaco per capire come stanno le cose.
Il patrocinio del Comune ad un’iniziativa di Casapound, ''Aver messo il logo del Comune su un'iniziativa di Casapound può essere stato un errore ma non è stato questo grande scandalo'' ha dichiarato il sindaco. Patrocinio negato invece al Gay Pride perché si tratta di una manifestazione «di tendenza», secondo quanto dichiarato da Alemanno, gli risponde Fabrizio Marrazzo presidente dell’Arcigay: “Invitiamo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a prendere parte alla manifestazione del Gay Pride. Così facendo, si renderebbe conto che non si tratta di una manifestazione di parte, ma sui diritti e le libertà di tutti.”
C’è poi la questione del Teatro dell’Opera di Roma. Nicola Colabianchi, chiamato da Gianni Alemanno a supervisionare il settore artistico della commissariata Opera di Roma, è musicista dalla modesta carriera ma che può vantare l’aver diretto qualche concerto in memoria di Giorgio Almirante. Dopo aver promesso un commissariamento di pochi giorni, con la nomina di un consulente artistico Alemanno si prepara a tenere il Teatro in gestione straordinaria per lungo tempo, come era facile prevedere. Se la figura di Colabianchi desta perplessità, non sorprende che le maestranze del teatro abbiano salutato l’ex sovrintendente Ernani con un regalo.
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