Stella Spinelli - Peacereporter
Un numeroso gruppo di Indiani ha bloccato uno dei più importanti affluenti del Rio delle Amazzoni, il fiume Napo, per protestare contro le violazioni dei loro diritti perpetrate dalle compagnie petrolifere e dal governo peruviano. Per impedire alle imbarcazioni delle compagnie di risalire il fiume, i manifestanti hanno sbarrato il Napo con le loro canoe e con un cavo. Secondo le fonti, due barche, di cui una di proprietà della compagnia anglo-francese Perenco, sono riuscite a forzare il blocco. Pare siano stati sparati tre colpi contro gli Indiani che, in seguito agli spari, si sono dati alla fuga.
Il blocco del fiume Napo è solo una delle tante proteste che si stanno verificando nell'Amazzonia peruviana. Coordinate dall'Aidesep, l'organizzazione degli Indiani amazzonici del Perù, le manifestazioni sono la risposta alle politiche del governo giudicate discriminatorie ed estremamente dannose per le loro terre. L'Audesep sta esercitando pressioni per ottenere l'abrogazione di numerose leggi che violano i diritti degli indigeni e per la creazione di nuove riserve per gli Indiani isolati. Il governo ha inviato polizia e militari nelle aree dove si stanno svolgendo le proteste.
L'Aidesep ha criticato queste misure definendole "intimidatorie" e sottolineando che le manifestazioni degli Indiani sono pacifiche. La Perenco sta lavorando in una parte dell'Amazzonia dove vivono due delle ultime tribù di Indiani isolati del mondo. La compagnia non riconosce nemmeno l'esistenza di questi gruppi. Stephen Corry, direttore generale di Survival International, la organizzazione che difende i diritti degli indigeni del mondo, ha dichiarato: "In tutto il mondo i popoli indigeni sono stati obbligati a ripristinare l'uso delle barricate per cercare di proteggere quanto resta delle loro terre. Lo stiamo vedendo accadere in India, in Malesia così come in tutto il Sud America. Le proteste continueranno a crescere finché le leggi internazionali e la dichiarazione Onu non verranno realmente applicate. Usare la forza contro gli indigeni che cercano di proteggere le loro terre è una forma di colonialismo e non dovrebbe essere tollerato in alcun modo."
Un numeroso gruppo di Indiani ha bloccato uno dei più importanti affluenti del Rio delle Amazzoni, il fiume Napo, per protestare contro le violazioni dei loro diritti perpetrate dalle compagnie petrolifere e dal governo peruviano. Per impedire alle imbarcazioni delle compagnie di risalire il fiume, i manifestanti hanno sbarrato il Napo con le loro canoe e con un cavo. Secondo le fonti, due barche, di cui una di proprietà della compagnia anglo-francese Perenco, sono riuscite a forzare il blocco. Pare siano stati sparati tre colpi contro gli Indiani che, in seguito agli spari, si sono dati alla fuga.
Il blocco del fiume Napo è solo una delle tante proteste che si stanno verificando nell'Amazzonia peruviana. Coordinate dall'Aidesep, l'organizzazione degli Indiani amazzonici del Perù, le manifestazioni sono la risposta alle politiche del governo giudicate discriminatorie ed estremamente dannose per le loro terre. L'Audesep sta esercitando pressioni per ottenere l'abrogazione di numerose leggi che violano i diritti degli indigeni e per la creazione di nuove riserve per gli Indiani isolati. Il governo ha inviato polizia e militari nelle aree dove si stanno svolgendo le proteste.
L'Aidesep ha criticato queste misure definendole "intimidatorie" e sottolineando che le manifestazioni degli Indiani sono pacifiche. La Perenco sta lavorando in una parte dell'Amazzonia dove vivono due delle ultime tribù di Indiani isolati del mondo. La compagnia non riconosce nemmeno l'esistenza di questi gruppi. Stephen Corry, direttore generale di Survival International, la organizzazione che difende i diritti degli indigeni del mondo, ha dichiarato: "In tutto il mondo i popoli indigeni sono stati obbligati a ripristinare l'uso delle barricate per cercare di proteggere quanto resta delle loro terre. Lo stiamo vedendo accadere in India, in Malesia così come in tutto il Sud America. Le proteste continueranno a crescere finché le leggi internazionali e la dichiarazione Onu non verranno realmente applicate. Usare la forza contro gli indigeni che cercano di proteggere le loro terre è una forma di colonialismo e non dovrebbe essere tollerato in alcun modo."
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