giovedì 23 aprile 2009

Roma. Pedinati, fermati per 9 ore e denunciati 7 giovani di sinistra che attacchinavano manifesti per il 25 Aprile

Ufficialmente si trattava di un'operazione preventiva contro l'allarme 'coltelli' esploso tra i giovani della Capitale dopo una serie di sanguinose risse. In pratica è stato un agguato della polizia contro sette giovani militanti della sinistra che stavano attacchinando manifesti per il 25 aprile. Le due auto dei giovani - la maggior parte universitari - sono state seguite durante l'attacchinaggio dal Prenestino fino a largo della Croce Rossa (nei pressi della direzione nazionale del PRC) e poi bloccate dagli agenti con le pistole in pugno. Che non si trattasse di un gruppo uscito dalla discoteca per organizzare risse era piuttosto evidente seguendo la scia dei manifesti che erano stati attacchinati sui muri della città. Ma forse è proprio questo il motivo del blitz della polizia: quei manifesti erano antifascisti.
Le veline della Questura fanno emergere un quadro inquietante come se nelle macchine ci fosse un arsenale, ma lo stesso verbale scrive di "manici di piccone lunghi 30 centimetri" (ossia poco più lunghi del palmo di una mano) e della gamba di una sedia. Un pò poco per essere un arsenale ed anche per affrontare le eventuali squadracce neofasciste che invece vengono lasciate scorazzare indisturbate nella Capitale. I sette giovani sono stati denunciati per possesso di arma impropria e rilasciati dopo ben sette ore di fermo nel commissariato di via Farini.

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