giovedì 16 aprile 2009

Sul "caso Vauro-Annozero"






CUB, Vignettisti puniti solo in totalitarismi
La Confederazione unitaria di base (Cub) prende posizione a favore del vignettista Vauro e della trasmissione 'Annozero': "solo nei regimi totalitari - afferma il sindacato - nei totalitarismi avviene che i vignettisti e i comici siano cacciati via".
"La satira è il sale della democrazia - sottolinea il coordinatore nazionale della Cub, Piergiorgio Tiboni - e quando si attacca chi scherza si prefigurano tempi bui.
La Cub è a fianco a Vauro ed esprime solidarietà e vicinanza a Santoro e ad Annozero".

Annozero: siamo oltre l'editto Bulgaro? Inaccettabili le censure a Vauro e Santoro


Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se
In un Paese in cui i telegiornali fanno un'opera di disinformazione costante e vergognosa o in cui vi sono autorevoli tg nazionali che misurano lo share che gli procurano le trasmissioni sul terremoto, è del tutto assurdo, illiberale e inaccettabile il provvedimento preso nei confronti del vignettista Vauro, quello della sospensione per leso diritto di satira, e anche la puntata riparatrice cui ora viene costretto il conduttore Santoro.
Che il premier Berlusconi usi il terremoto per farsi uno spot elettorale è evidente, come dimostra anche il cdm straordinario che si terrà all'Aquila, ma che almeno questo non impedisca la libertà di satira e d'informazione. Saremmo, in questo caso, ben oltre un nuovo "editto bulgaro".

Annozero. Scatta la censura: Santoro deve "riparare", Vauro sospeso

di Alessandro Cardulli
Il conduttore del programma: "L'autonomia del giornalista non può essere menomata nemmeno dall'editore". Il direttore generale invitato a soprassedere alla sospensione del vignettista.
La censura è scattata ed attorno al collo di Michele Santoro è stato messo un cappio pronto a stringersi e ad impiccare il conduttore di Anno zero. Come avevamo previsto, a Santoro è stato imposto di riparare da subito, dalla trasmissione di giovedì 16. Per Vauro, il vignettista, uno fra i più bravi in circolazione, neppure l’esame di riparazione. Subito bocciato. Il direttore generale di viale Mazzini, Mauro Masi, proveniente ultimamente dalle stanze di Berlusconi, dopo aver frequentato anche quelle del centrosinistra, ha comunicato ai direttori del tg3, Antonio Di Bella e di Raidue Antonio Marano che “La Rai, in via cautelativa e da subito , non intende avvalersi delle prestazioni dello stesso Vauro Senesi”. Il grave provvedimento è stato annunciato insieme alla decisione di ordinare a Santoro che “sin dalla prossima puntata siano attivati i necessari e doverosi riequilibri informativi specificatamente in ordine ai servizi andati in onda in Abruzzo. Non sono stati ravvisati invece - è scritto nella lettera inviata dal direttore generale - sostanziali elementi di squilibrio nel dibattito svolto in studio nel corso della trasmissione”. A questa decisione si è giunti dopo un primo vertice Rai riunitosi martedì pomeriggio ed un secondo di questa mattina. Gli artefici del provvedimento censorio sono stati il presidente Paolo Garimberti, Il direttore generale Mauro Masi, il vicedirettore generale Giancarlo Leone, il responsabile risorse artistiche, Lorenza Lei, i rappresentanti dell’Ufficio legale. Negli ambienti Rai, di solito bene informati, si dice che vi sia stato un consenso unanime per le punizioni inflitte a Santoro e a Vauro.
Alla riunione, fra l’altro, vi era anche qualcuno di troppo la cui presenza non trova giustificazione alcuna come quella della responsabile delle Risorse artistiche e anche del vicedirettore. Forse il neo direttore generale aveva bisogno di sentirsi spalleggiato per un provvedimento che è una vera e propria carognata e che Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista definisce “assurdo, illiberale, inaccettabile”. L’europarlamentare Vittorio Agnoletto avanza, invece, la richiesta di “riequilibri informativi anche in modo retroattivo” per Bruno Vespa. A ben leggere la motivazioni delle decisioni assunte, si evince che la vignetta di Vauro “ Aumento delle cubature. Dei cimiteri” è stata valutata come “gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri e la missione del servizio pubblico”. Per quanto riguarda il programma, da notare una “finezza”: a Santoro non si contesta la conduzione in studio, ma i servizi, quelli, come si dice in gergo giornalistico, fatti sul posto, a diretto contato con la realtà, con i protagonisti, raccontando quello che si vede e quello che si sente dire. Insomma la cronaca in diretta con le parole e le immagini dal vivo. Si contesta, insomma, la professione di giornalista e si svolge un’opera di intimidazione nei confronti di tutti i cronisti della Rai.
La realtà si può raccontare solo se si tratta di osannare Berlusconi, la sua corte di ministri che ogni giorno si fanno intervistare dai microfoni amici per dire che tutto va bene, che il governo e la Protezione civile hanno operato in modo eccezionale. Questo si intende dire quando si ordina di “riparare”. Se non bastasse il coro dei cortigiani istituzionali, c’è sempre un Bruno Vespa che arriva come rinforzo ad attaccare Santoro che, a suo dire, sarebbe un “privilegiato”. Davvero il pudore ormai non si sa dove stia di casa. In tutta questa vicenda, l’esordio come presidente di Garimberti, non è stato proprio dei migliori. Anzi, ha di fatto avallato un atto di censura, che colpisce il diritto ad informare da parte di cronisti che stavano facendo solo il loro mestiere. In tal senso, Vincino, vignettista che collabora con numerosi quotidiani tra cui il Corriere della Sera ed il Foglio, chiede al presidente della Rai di dimettersi immediatamente dalla sua carica. “E’ una vergogna – afferma – questo è un comportamento delinquenziale”. Davvero un brutto inizio, come dicono anche i lettori di Repubblica , il giornale di cui è stato autorevole professionista, i quali in un sondaggio si pronunciano all’82% contro le decisioni dei vertici Rai. Quindi di Garimberti.
La lettera di Santoro, una censura che ferisce il nostro pubblico e l'immagine della Rai
"Respingo gli addebiti che mi vengono mossi in quanto sono certo di aver esercitato con i miei collaboratori la professione di giornalista con grande correttezza. Inoltre, faccio presente che alla mia redazione non sono pervenute richieste di rettifica o annunci di iniziative legali da parte di alcuno. Le ricordo come la stessa Rai abbia recentemente riconosciuto che l'autonomia del giornalista non può essere menomata, nemmeno dall'editore. Riguardo ai rilievi sui singoli servizi - prosegue Santoro nella lettera - ribadisco che l'equilibrio di una trasmissione deve essere valutato nel suo complesso, nel generale contesto dell'informazione offerta dal servizio pubblico e valutando nel merito se ciò che si descrive o si narra sia vero o falso. Le nostre critiche alla mancata pianificazione dei soccorsi trovano ampia conferma nei giornali di tutto il mondo. Lo stesso Enzo Boschi, presente in trasmissione, presidente dell'Ingv, facente parte della Commissione Grandi rischi ed uno dei massimi esperti italiani in materia di eventi sismici e di Protezione Civile ha più volte sottolineato: 'Santoro ha ragione a fare questi rilievi'. Tutto ciò non sminuisce il comportamento straordinario dei soccorritori dopo che si è verificato il terremoto, comportamento che nessuno di noi ha mai messo in discussione e che siamo pronti a ribadire in tutte le circostanze. Mi lasci infine dire - conclude - che la sua decisione di sospendere Vauro rappresenta una censura che produce una grave ferita per il nostro pubblico e per l'immagine della Rai. La invito a soprassedervi".

Libertà di vignetta ma non alla Rai
Vauro sospeso da tutte le reti della tv pubblica. Chiesta a Santoro una «puntata riparatrice» per «Annozero». I nuovi vertici di viale Mazzini subito all'opera.
di Micaela Bongi
Lo avevano annunciato gli uomini di fiducia del Cavaliere: Michele Santoro questa volta non sarà sbattuto fuori dalla Rai, troppo comodo. E troppo rischioso, visto il precedente. E infatti a essere bandito dal territorio della tv pubblica per la puntata di Annozero dedicata al terremoto è Vauro. Fresco di nomina, il direttore generale Rai Mauro Masi dà subito mostra del suo zelo e sfodera la mannaia della censura.
Dopo la riuinione di mercoledì con il presidente Paolo Garimberti e altri dirigenti di viale Mazzini, convocati perché il programma di Raidue giovedì non era piaciuto a Berlusconi e Fini, ieri mattina la decisione del dg: sospensione da tutte le reti e testate del servizio pubblico per l'autore della vignetta «gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti» (è quella che pubblichiamo in alto a destra). E a Santoro, la richiesta di un immediato riequilibrio non del dibattito in studio (dove erano presenti il sottosegretario Crosetto e il direttore del Giornale Mario Giordano), ma addirittura dei servizi esterni, «apparsi fortemente squilibrati verso la tesi della carenza dei soccorsi e gravemente omissivi dell'opera e degli interventi della Protezione civile e delle forze dell'ordine».
Una decisione, quella del dg, che rimanda alle «valutazioni di competenza del cda», che si riunirà la settimana prossima, ma che comunque, comunicata via lettera e senza una telefonata agli interessati, al direttore di Raidue Antonio Marano e a quello del Tg3 (dal quale dipende Annozero in periodo di par condicio) Antonio Di Bella, è subito effettiva. Tanto che, nel tripudio generale dei pidiellini - quelli del governo in prima fila - e tra le pochissime proteste del Pd, più che altro di area ex Margherita (da Paolo Gentiloni a Rosi Bindi), il consigliere d'amministrazione Nino Rizzo Nervo (quota ex Margherita) sbotta: «Pensavo che in Rai fosse stato nominato un direttore generale e non un Grande inquisitore. In soli sette giorni lavorativi Masi ha nell'ordine: messo sotto inchiesta Annozero, sospeso Vauro e inviato al giudizio del Comitato etico una puntata di Report. Torquemada sarebbe stato più cauto». E Rizzo Nervo invita Masi a «rileggersi la legge sui poteri e le competenze del direttore generale e del cda», perché a quest'ultimo «spetta l'accertamento di eventuali violazioni degli indirizzi editoriali». Il consigliere chiede perciò al dg di «revocare qualsiasi decisione assunta per eccesso di potere infrangendo la normativa aziendale». Molto più contenuto il consigliere veltroniano Giorgio Van Straten che, in attesa di parlare in cda, per ora spiega di aver «invitato inutilmente alla prudenza» e chiede di «rispettare le prerogative e l'autonomia del cda». Ovviamente i consiglieri del Pdl si schierano compatti col dg. Tace il presidente «di garanzia» Garimberti.
Dal canto suo, in una lettera a Masi, Santoro respinge le accuse sottolineando che alla sua redazione non sono arrivate richieste di rettifica o annunci di iniziative legali e che «le nostre critiche alla mancata pianificazione dei soccorsi trovano ampia conferma nei giornali di tutto il mondo». Quanto a Vauro, la sua sospensione «rappresenta una censura che produce una grave ferita per il nostro pubblico e per l'immagine della Rai». Il giornalista invita il dg a sorpassedere.
Annozero questa sera andrà in onda: con una nuova puntata sull'Abruzzo (in collegamento Sandro Ruotolo), ma, riferiscono dalla redazione, senza sottostare a pressioni. Tanto che in studio, oltre a Niccolò Ghedini del Pdl, al giornalista del Sole24Ore Mariano Maugeri e a Titti Postiglione della Protezione civile, ci sarà Antonio Di Pietro. Per quanto riguarda Vauro, avrebbe comunque saltato la puntata perché proprio questa sera sarà in viaggio, di ritorno da San Pietroburgo: l'idea di farlo intervenire anche solo in collegamento telefonico è risultata dunque impraticabile. Ma ci sarà la satira di Sabina Guzzanti che, indignata, promette sorprese.
Si fa sentire il comitato di redazione del Tg3: i giornalisti ssono «fortemente preoccupati» per ciò che la cura Masi «sembra preannunciare». Protesta la federazione nazionale della stampa. Protesta la sinistra, mentre sul fronte della maggioranza la Lega non attacca Santoro (il direttore di Raidue Marano l'altro ieri assicurava che sarebbe tornato in onda anche in autunno) e non si sbraccia per Masi. Che, indirettamente, cerca di ridimensionare la sua iniziativa: Vauro è sospeso per ora solo per una puntata, sarà il cda a decidere il da farsi per il futuro, si fa sapere. Ma se la nuova direzione generale (partita in quarta ma ancora in rodaggio) cerca di salvare in corner le prerogative del consiglio, non si esclude affatto che questo possa decidere di troncare il rapporto di collaborazione con Vauro. E il «caso» andrà anche in commissione di vigilanza, che per la prossima settimana ha in programma un imperdibile dibattito sul pluralismo.

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