venerdì 24 aprile 2009

La natura cannibale del capitalismo

di Daniele Luttazzi
Perché mai lo Stato dovrebbe aiutare con soldi pubblici le banche private che hanno speculato sulla pelle dei clienti?
Le banche vogliono essere salvate a prescindere. Che ne è della favola del “libero mercato”, che i capitalisti raccontano sempre per nascondere il proprio cannibalismo? I capitalisti, come si vede, sono i primi a non crederci.
Il crack mondiale delle Borse, causato da decenni di deregulation, non terminerà finchè sarà impossibile stabilire quanti titoli tossici le banche abbiano ancora in pancia. Col paradosso che, quando le banche al tracollo accedono al salvataggio di Stato, in pratica sono i cittadini truffati a tenere a galla i truffatori.
E se un Presidente (Obama) prospetta la conversione dei prestiti pubblici alle banche in azioni ordinarie (lo Stato diventerebbe così, giustamente, azionista delle banche che risana) i cannibali rintanati a Wall Street puniscono l’idea con un tonfo in Borsa (ieri).
Vi risulta che qualcuno dei responsabili della speculazione, in Italia o all’estero, abbia chiesto pubblicamente scusa, oppure abbia dichiarato di voler cambiare il suo comportamento in futuro? Vi risultano dimissioni o cambi ai vertici? Svezzati a superbonus che premiavano il comportamento più irresponsabile, i cannibali non conoscono altro modus operandi che questo.
I sistemi bancari nazionalizzati hanno il merito storico di aver promosso decenni di espansione economica virtuosa. Le banche private, invece? Lasciatemici pensare per un secondo. No.
Le banche salvate con soldi pubblici vanno nazionalizzate. Altra possibilità: farle adottare da Madonna.

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