Alessio Calamita
Chiusura di molte concessionarie negli States e taglio drastico del numero dei lavoratori. Sono questi gli elementi costitutivi del nuovo piano di ristrutturazione presentato ieri dalla General Motors. La casa automobilistica ha spiegato che taglierà 21 mila posti di lavoro e chiederà all'amministrazione Obama di acquistare una quota di azioni dell'azienda pari alla metà del debito che il gruppo ha contratto con lo Stato. Al sindacato andrebbe invece, in cambio degli obblighi che G.M. ha nei suoi confronti, il 39%, della società. Chiuderanno molte fabbriche, ci saranno meno operai e impiegati e sparirà il marchio Pontiac. Ma soprattutto, la nuova General Motors avrà governo e sindacati come maggiori azionisti con l'89% del capitale. Sempre che Gm ce la faccia a evitare la bancarotta, da to che servono altri 11,6 miliardi di dollari di fondi pubblici.
E si trova ad un passo dalla svolta epocale anche l’americana Chrylser, che potrebbe vedere consegnato nelle mani dei sindacati il pacchetto azionario di maggioranza, pari al 55%: una svolta che segnerà comunque il ridimensionamento della capacità produttiva di questo settore dell’industria Usa, con inevitabili e pericolose ricadute occupazionali. La maggioranza assoluta del capitale della nuova Chrysler, il 55%, sarà in mano al sindacato dei lavoratori dell'auto Uaw, mentre alla Fiat, che dovrebbe investire nel gruppo americano 8 miliardi di dollari, spetterà il 35% e il restante 10% al governo statunitense e ai creditori dell'azienda. Continua quindi il conto alla rovescia per l’alleanza tra la Fiat e la Chrysler, in vista del termine di giovedì fissato dal presidente Barack Obama p er concedere altri 6 miliardi di dollari alla casa di Detroit. Il sindacato Uaw, la potente organizzazione americana dei lavoratori dell'auto, ha raggiunto l'accordo con le due società e con il governo americano per la riduzione del costo del lavoro. L'accordo comprende modifiche al contratto collettivo e alla struttura dei vantaggi sociali di cui beneficiano gli operai. Secondo il Wall Street Journal, l’accordo prevede la sospensione degli aggiornamenti dei salari sull'andamento dell'inflazione, mentre le ore di straordinario non potranno superare le 40 ore a settimana. Il giorno festivo di cui gli operai beneficiano solitamente per Pasqua sarà soppresso nel 2010 e nel 2011.
Il sindacato si prenderebbe in carico l’assicurazione malattia degli operai in pensione da Chrysler attraverso un fondo, chiamato Veba, che sarà dotato di 4,6 miliardi di dollari. Il costruttore vi verserà 300 milioni nel 2010 e nel 2011, ma i versamenti potranno raggiungere 823 milioni tra il 2019 e il 2023. Il Wall Street Journal ha anche anticipato che i sindacati statunitensi della Chrysler avrebbero accettato tagli del 50% del contributo da 10 miliardi di dollari che l’azienda avrebbe dovuto versare in contanti al fondo sanitario dei lavoratori in cambio di azioni a favore dei prestatori di lavoro. Oltre a ciò, i lavoratori rinuncerebbero a quote di salario aggiuntivo (ad esempio il bonus di Natale) e del salario orario. I risparmi sul fronte del costo del lavoro anche in Canada dovrebbero ammontare a quasi 200 milioni di dollari Usa. L'accordo prevede inoltre che i lavoratori in esubero non incasseranno più la maggior parte del loro salario, ma riceveranno dalla società una retribuzione integrativa pari al 50% della loro retribuzione lorda. Come sempre, in quello che è oramai considerato un &ldquo ;grande gioco finanziario mondiale”, a rimetterci sono sempre e solo i lavoratori.
Chiusura di molte concessionarie negli States e taglio drastico del numero dei lavoratori. Sono questi gli elementi costitutivi del nuovo piano di ristrutturazione presentato ieri dalla General Motors. La casa automobilistica ha spiegato che taglierà 21 mila posti di lavoro e chiederà all'amministrazione Obama di acquistare una quota di azioni dell'azienda pari alla metà del debito che il gruppo ha contratto con lo Stato. Al sindacato andrebbe invece, in cambio degli obblighi che G.M. ha nei suoi confronti, il 39%, della società. Chiuderanno molte fabbriche, ci saranno meno operai e impiegati e sparirà il marchio Pontiac. Ma soprattutto, la nuova General Motors avrà governo e sindacati come maggiori azionisti con l'89% del capitale. Sempre che Gm ce la faccia a evitare la bancarotta, da to che servono altri 11,6 miliardi di dollari di fondi pubblici.
E si trova ad un passo dalla svolta epocale anche l’americana Chrylser, che potrebbe vedere consegnato nelle mani dei sindacati il pacchetto azionario di maggioranza, pari al 55%: una svolta che segnerà comunque il ridimensionamento della capacità produttiva di questo settore dell’industria Usa, con inevitabili e pericolose ricadute occupazionali. La maggioranza assoluta del capitale della nuova Chrysler, il 55%, sarà in mano al sindacato dei lavoratori dell'auto Uaw, mentre alla Fiat, che dovrebbe investire nel gruppo americano 8 miliardi di dollari, spetterà il 35% e il restante 10% al governo statunitense e ai creditori dell'azienda. Continua quindi il conto alla rovescia per l’alleanza tra la Fiat e la Chrysler, in vista del termine di giovedì fissato dal presidente Barack Obama p er concedere altri 6 miliardi di dollari alla casa di Detroit. Il sindacato Uaw, la potente organizzazione americana dei lavoratori dell'auto, ha raggiunto l'accordo con le due società e con il governo americano per la riduzione del costo del lavoro. L'accordo comprende modifiche al contratto collettivo e alla struttura dei vantaggi sociali di cui beneficiano gli operai. Secondo il Wall Street Journal, l’accordo prevede la sospensione degli aggiornamenti dei salari sull'andamento dell'inflazione, mentre le ore di straordinario non potranno superare le 40 ore a settimana. Il giorno festivo di cui gli operai beneficiano solitamente per Pasqua sarà soppresso nel 2010 e nel 2011.
Il sindacato si prenderebbe in carico l’assicurazione malattia degli operai in pensione da Chrysler attraverso un fondo, chiamato Veba, che sarà dotato di 4,6 miliardi di dollari. Il costruttore vi verserà 300 milioni nel 2010 e nel 2011, ma i versamenti potranno raggiungere 823 milioni tra il 2019 e il 2023. Il Wall Street Journal ha anche anticipato che i sindacati statunitensi della Chrysler avrebbero accettato tagli del 50% del contributo da 10 miliardi di dollari che l’azienda avrebbe dovuto versare in contanti al fondo sanitario dei lavoratori in cambio di azioni a favore dei prestatori di lavoro. Oltre a ciò, i lavoratori rinuncerebbero a quote di salario aggiuntivo (ad esempio il bonus di Natale) e del salario orario. I risparmi sul fronte del costo del lavoro anche in Canada dovrebbero ammontare a quasi 200 milioni di dollari Usa. L'accordo prevede inoltre che i lavoratori in esubero non incasseranno più la maggior parte del loro salario, ma riceveranno dalla società una retribuzione integrativa pari al 50% della loro retribuzione lorda. Come sempre, in quello che è oramai considerato un &ldquo ;grande gioco finanziario mondiale”, a rimetterci sono sempre e solo i lavoratori.
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