giovedì 16 aprile 2009

Comunicato del Prc di Firenze

Grave atteggiamento intimidatorio da parte della Digos nei confronti di un membro della segreteria provinciale e di un Giovane Comunista del Prc di Firenze.
Il giorno 15 aprile una multa di 300 euro a testa per affissione abusiva è stata notificata a due compagni del Prc di Firenze, rispettivamente ad un membro della segreteria provinciale ed un giovane comunista. Fin qua niente di strano.
In verità le circostanze in cui è giunta questa multa sono già di per sé particolari: i due compagni erano stati fermati il 25 marzo mattina, in pieno giorno e in pieno centro di Firenze, con in mano un sacchetto di plastica con dentro locandine A3 e un rotolo di scotch da una pattuglia della Digos. Per la cronaca le locandine pubblicizzavano le assemblee pubbliche alla presenza di un delegato sindacale della Fiat di Pomigliano. Un agente si era limitato a chieder loro i documenti per l'identificazione, senza minimamente accennare ad alcuna multa e senza notificargli alcun verbale. Del resto i due compagni non avevano né colla per affissione né altro materiale particolare per attacchinaggio.
Il punto, tuttavia, non è questo ma il modo piuttosto particolare con cui la Digos ha proceduto a notificare questa multa. Il 15 mattina si sono infatti presentati a Campi Bisenzio a casa del compagno della segreteria provinciale tre agenti della Digos, senza specificare le ragioni della visita, facendo diverse domande e – non trovandolo a casa – hanno preso le generalità e i documenti di chi ha aperto loro la porta. Hanno chiesto dove si trovava il compagno e hanno lasciato detto di presentarsi in questura. L'intento era forse quello di prelevarlo sul momento e portarlo in questura, con un un procedere evidentemente intimidatorio.
Venuti a sapere dell'episodio, sono stati gli stessi due compagni a recarsi in questura dove non hanno ricevuto altro che la banale notifica appunto della sanzione monetaria per affissione abusiva. Non si tratta di episodi che possiamo ritenere slegati da un clima di repressione più complessivo, particolarmente inquietanti alla luce dell'apertura della campagna elettorale.

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