martedì 21 aprile 2009

Ginevra. La Conferenza dell'ONU sul razzismo rivela l'isolamento dell'Europa e di Israele.

I delegati della maggioranza del pianeta applaudono il discorso del presidente iraniano

Sono le 15 e 30 passate da poco quando l’attacco del presidente iraniano Amadinejhad a Israele, mai nominato, va a segno, sia pure con toni meno veementi che in passato (nessun auspicio alla sua «cancellazione dalle carte geografiche»). Nel suo intervento alla Conferenza delle Nazioni Unite sul razzismo, il capo dello Stato iraniano ha infatti nuovamente attaccato Israele: «Dopo la fine della Seconda guerra, loro (gli alleati, ndr) hanno fatto ricorso all'aggressione militare per privare una nazione intera delle sue terre, prendendo come pretesto la sofferenza ebraica», ha affermato. «Hanno mandato degli emigranti dall'Europa e dagli Stati Uniti per creare un governo razzista nella Palestina occupata», ha sottolineato Ahmadinejad. I rappresentanti dei 23 Paesi dell’Unione europea che avevano scelto di non boicottare la Conferenza (fra loro Francia, Gran Bretagna e Spagna) si alzano e abbandonano l’Assemblea, come avevano annunciato in caso di attacchi a Israele da parte del presidente iraniano. Ahmadinejad, interrompe il discorso. Aspetta il silenzio e riprende: «È necessario mettere fine agli abusi dei sionisti e di chi li sostiene», dice leggendo dal testo, adesso. Ma è quando accusa «gli Stati occidentali di essere rimasti in silenzio di fronte ai crimini commessi a Gaza» che gran parte dell’assemblea - composta ormai in maggioranza dai rappresentanti dei paesi arabi, africani, asiatici e dell'America Latina - applaude in modo visibile e scrosciante rivelando al mondo che i paesi europei non sono più i "rappresentanti del mondo" ma solo una parte di esso e neanche più quella principale.

Israele. I sopravvissuti ai lager nazisti vivono in miseria e dimenticati dal governo

Migliaia di sopravvissuti dell'Olocausto che vivono in Israele devono ancora ricevere gli aiuti garantiti loro dallo Stato, nonostante siano state introdotte nuove leggi negli ultimi due anni per migliorare le loro condizioni di vita. Lo riporta il sito web del Jerusalem Post. Secondo le statistiche fornite ieri dal ministero del Welfare israeliano, poco più della meta dei 243mila sopravvissuti che vivono in Israele hanno ricevuto finora aiuti da parte dello Stato. Il Jerusalem Post ha inoltre appreso che appena 2.300 persone hanno beneficiato degli aiuti addizionali previsti da una legge del marzo 2008, che avrebbe dovuto aiutare circa 8mila sopravvissuti, in gran parte immigrati della ex Unione Sovietica. Per i gruppi no-profit oltre un terzo dei sopravvissuti della Sohah vive al di sotto della soglia di povertà. Oggi in Israele si celebra la Giornata della Memoria, in cui vengono ricordati i sei milioni di ebrei sterminati dai nazisti. Ieri sera, nel corso della cerimonia di apertura, il premier Benjamin Netanyahu ha promesso ai sopravvissuti che il suo governo si impegnerà a fornire la massima assistenza possibile.

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