martedì 21 aprile 2009

L’ombra del fascismo in Italia

The Guardian del 21/04/2009
L’obiettivo centrale di Silvio Berlusconi, il primo ministro italiano, è da tempo apparso chiaro e spudoratamente evidente. Fin da quando si è mosso nel vuoto politico creato nel 1993 dai simultanei scandali di corruzione del governo da un lato, ed il crollo del comunismo italiano, a sinistra dall’altro. Il signor Berlusconi ha usato la sua carriera politica e il potere per proteggere se stesso e il suo impero mediatico dalla giustizia. Durante il più lungo dei suoi tre periodi come primo ministro, il signor Berlusconi non solo ha consolidato la sua già forte presa sul settore italiano dei media - di cui ora possiede circa la metà - ma nella passata legislatura si è anche concesso l’immunità dai suoi procedimenti giudiziari. Poi, quando tale legge è stata dichiarata incostituzionale, il neo rieletto Presidente Berlusconi l’ha portata in una nuova veste lo scorso anno e l’ha avuta firmata con successo.
Il Signor Berlusconi deve il successo alla sua audacia e in gran parte per alla profonda debolezza dei suoi avversari. La sinistra italiana, in particolare, non è riuscita a montare una efficace opposizione. Eppure, l’ultima azione del signor Berlusconi - la fusione nel suo nuovo blocco del Popolo della Libertà, completato ieri, della sua Forza Italia con Alleanza Nazionale che deriva direttamente dalla tradizione fascista di Benito Mussolini - può lasciare un segno più duraturo nella vita politica italiana di quello lasciato da qualunque altro magnate populista.
A differenza della Germania postbellica, l’Italia del dopoguerra non si è mai adeguatamente confrontata con la propria eredità fascista. Come risultato, mentre i neofascisti in Germania non sono mai seriamente riemersi, in Italia, invece, vi sono state importanti continuità - tra cui leggi e funzionari ereditati dall’era Mussolini e la rinascita nel dopoguerra del ribattezzato partito fascista tra di loro - a dispetto di una cultura pubblica italiana ufficialmente antifascista. Quelle continuità sono ora diventate più forti. È il giorno della vergogna per l’Italia.
Tuttavia, AN ha percorso una lunga strada in 60 anni. Il suo leader, Gianfranco Fini, ha rigettato i vecchi arnesi politici ed ha portato il suo partito verso il centro. Ha lavorato per più di 15 anni come alleato di Berlusconi. Egli parla della necessità di un dialogo con l’Islam, denuncia l’antisemitismo, e auspica una Italia multietnica - posizioni che il Presidente Berlusconi, con il suo populismo anti-zingari, le campagne anti-immigrati e la sua predilezione per un razzismo soft, dovrebbe sforzarsi di avvicinare.
Nonostante le sue lontane origini liberali, l’Italia moderna è storicamente un paese di destra. Eppure è molto scioccante pensare che vi sarà un capo di governo tra i 20 leader del mondo al vertice economico di Londra questa settimana, che ha ricostruito la sua base politica sulle fondamenti gettate dai fascisti e che sostiene che la destra probabilmente rimarrà al potere per generazioni, come risultato.

guardian.co.uk

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