“Abbiamo presentato il simbolo e dato vita a una lista di sinistra, anticapitalista che unisce quattro forze politiche - Prc, Pdci, Socialismo 2000, Consumatori uniti - in una comune proposta politica per l'Europa”. Il tondo rosso con al centro la falce e il martello, campeggia alle spalle del segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, che per primo prende la parola alla conferenza stampa d’inaugurazione della lista “anticapitalista, comunista, socialista di sinistra, ambientalista” per le elezioni europee. Al suo fianco, Oliviero Diliberto, segretario dei Comunisti italiani, Cesare Salvi di Socialismo 2000 e l’esponente dei Consumatori Uniti, Bruno De Vita. Non un cartello elettorale, né un nuovo partito, ma una proposta politica ben precisa che si identifica a livello europeo nella famiglia del Gue/Ngl e della Sinistra Europea.
“Chi vota la nostra lista – spiega Ferrero – vuole uscire da sinistra dalla crisi in Italia come in Europa, tenendo assieme diritti sociali e diritti civili, chiedendo il pieno rispetto delle libertà dell'individuo nel campo sessuale come in quello etico insieme a un forte intervento pubblico in economia e alla nazionalizzazione delle banche, lottando per un'Europa libera, giusta e socialmente avanzata, ma anche – continua - per un'Europa neutrale e pacifista in politica estera, non asservita alle politiche della Nato”. In tal senso, afferma il leader di Rifondazione, si pone come necessaria l’adesione all’unico gruppo europeo di opposizione al liberismo “di Maastricht e di Lisbona”, responsabile dell'attuale crisi economica europea e mondiale. Al di fuori del GUE, quelle politiche sono da molti anni “votate e sostenute da tutti gli altri gruppi politici eletti in Europa, dai popolari ai socialisti – sottolinea Ferrero – passando per i liberali”, che “oggi fanno finta di contrapporsi in Italia, dal Pdl di Fini e Berlusconi al Pd di Franceschini, passando per Di Pietro e Casini”, ma a livello europeo saranno riuniti in “una vera Grande Coalizione liberista e antipopolare”. Una via d’uscita dalla crisi, in Italia e in Europa, esiste, conclude il segretario del Prc, e può essere imboccata solo se viene promossa “più libertà e più eguaglianza, contro le politiche di un governo di destra che invece punta al totale e sfrenato liberismo ed alla deregulation in economia ma che promuove politiche anti-liberali e totalitarie nel campo dei diritti civili”.
La vera novità di questa tornata elettorale europea sarà il gran ritorno della falce e martello, dopo l’assenza alle ultime elezioni politiche. Lo sottolinea Oliviero Diliberto, segretario del Pdci, il quale afferma con soddisfazione: “Finalmente i comunisti tornano a presentarsi uniti alle elezioni dopo tanti anni. Torna la falce e martello sulle schede; o meglio, per la prima volta da tanto tempo ci sarà solo ‘una’ falce e martello”.
Per Cesare Salvi, esponente insieme a Massimo Villone di Socialismo 2000, con questa lista “ci battiamo uniti per contrastare la deriva berlusconiana proponendo idee e soluzioni diverse da quelle dominanti anche nel Pd”. Al centro delle proposte politiche, afferma Salvi, ci saranno “due questioni prioritarie: la questione morale, che ormai tocca tutti gli schieramenti politici e la necessità di un rinnovamento della politica”.
Aderiscono al progetto delle lista anticapitalista anche i Consumatori Uniti di Bruno De Vita che, “da non comunisti” accettano la sfida di questo percorso comune “perchè la globalizzazione ha precipitato il mondo in una nuova emergenza”. Noi, ha aggiunto il segretario nazionale De Vita, “siamo molto esperti sui trucchi che vengono usati per fregare la gente” e se “il capitalismo finanziario sta puntando a impoverire l'Europa per trasformare i redditi dei lavoratori e i loro diritti in nuovi flussi finanziari – conclude – dobbiamo dire basta a questo capitalismo così aggressivo e ingiusto"
La presentazione del nuovo simbolo
Sinistra Critica non farà parte della "lista comunista"
Troppa continuità e i testimonial sono gli ex ministri. Sullo sfondo c'è la fusione Prc-Pdci
Dichiarazione di Salvatore Cannavò
Sinistra Critica non farà parte della lista "comunista" promossa da Prc e Pdci. Le ragioni sono semplici. Avevamo proposto una lista anticapitalista della sinistra di classe che presentasse alcuni elementi di discontinuità con il recente passato, fatto di errori e sconfitte, della sinistra comunista.
Una lista che avesse una simbologia rinnovata, seppur riconoscibile, con candidature espressione del conflitto sociale e dei movimenti, con un codice etico per i candidati e le candidate, con una visibile alternatività al Pd e al centrosinistra italiano a partire dalla rimessa in discussione della politica di alleanze locali.
Questo purtroppo non è stato. La lista si colloca invece in continuità con la storia di Pdci e Prc la cui prospettiva di fusione è resa più forte da questa intesa. E la continuità è esplicitata anche rispetto al centrosinistra e ai suoi governi con una lista che ha come testimonial di riferimento gli ex ministri dei governi Prodi e D'Alema.
Non è questa la strada per ricostruire e rinnovare la sinistra di classe in Italia. Non è questa la strada che Sinistra Critica ritiene utile per rilanciare, al tempo della crisi globale del capitalismo, una sinistra coerentemente anticapitalista, radicata nel conflitto sociale e nei movimenti, indisponibile ai governi con il Pd e il centrosinistra, aperta alle istanze e ai desideri delle nuove generazioni. Domani, domenica 29 marzo, si terrà il Coordinamento nazionale di Sc per decidere le modalità di partecipazione alle prossime elezioni europee.
Già decisa, invece, la presentazione di liste alle amministrative, ovunque sia possibile, chiaramente alternative, al primo e al secondo turno, al Pd e alle sue coalizioni.
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