giovedì 26 marzo 2009

Roma: occupata la sede dell'ABI

Un gruppo di manifestanti ha occupato questa mattina la sede centrale dell'Abi (Associazione banche italiane) a Roma, in piazza del Gesù.Una cinquantina di dimostranti è entrata negli uffici della struttura, al primo piano, calando uno striscione dalle finestre.Altre centocinquanta persone, rimaste davanti all'ingresso della sede, hanno bloccato il traffico su via del Plebiscito.Dopo un'ora di trattative, spiega Cristiana, una delle manifestanti, l'Abi ha accettato un incontro con una delegazione. "Ci si è riaggiornati a lunedì prossimo", annuncia la dimostrante, spiegando che alla riunione parteciperanno alcuni funzionari dell'Abi che si occupano di mutui. Intorno alle 13 il blocco del traffico è stato tolto e i manifestanti hanno lasciato la sede dell'Associazione.
I dimostranti chiedono all'Abi di adottare iniziative per facilitare l'erogazione dei mutui per famiglie monoreddito, precari, studenti e immigrati.A promuovere la manifestazione è stato il 'comitato romano contro il G8', un coordinamento di associazioni studentesche, di precari e di sindacati di base. "Chiediamo all'Abi - spiega il comitato in una nota - un tavolo di trattativa che discuta il blocco dei mutui per i cittadini e le cittadine in sofferenza, mentre al Governo italiano impegnato nel G8 di Roma chiediamo lo stop al finanziamento degli speculatori e un reddito sociale per precari e disoccupati. L'Italia - sottolinea - è, insieme alla Grecia, l'unico Paese europeo a non garantire la continuità di reddito ai cittadini".
Il Comitato ricorda inoltre la manifestazione di sabato, che partirà alle 15 da piazza della Repubblica.


«moratoria dei mutui per la casa e reddito sociale».
Il blitz pacifico è scattato sotto gli occhi increduli dei funzionari Digos che pensavano a un semplice volantinaggio davanti alla libreria Feltrinelli di largo Argentina. Alcuni volti noti della questura avevano provato a strappare informazioni utili agli attivisti del Comitato romano contro il G14 che si erano dati appuntamento nel cuore del centro storico di Roma.Alle 12 puntuali, tra turisti accaldati e un traffico già impazzito, un gruppo di circa duecento persone si è mosso velocemente verso piazza del Gesù bloccando il traffico ed esponendo due grandi striscioni: «Mutui distrutti diritti per tutti» e «No al protocollo, libertà di movimento».«Mentre si colpiscono i diritti del lavoro e si tagliano le risorse per la formazione pubblica – si leggeva sul volantino distribuito ai passanti – la rendita continua a saccheggiare le città, negando il diritto alla casa a milioni di persone attraverso affitti impossibili e mutui che valgono uno stipendio».Nel frattempo, un altro gruppo di circa 50 persone, fra studenti, famiglie sfrattate e inquilini di enti in dismissione, è salito negli uffici della sede nazionale dell’Abi, Associazione bancaria italiana.
Obiettivo dell’azione, un incontro con la direzione per discutere di «moratoria dei mutui e reddito sociale». Dopo un lungo tira e molla, con alcuni momenti di tensione provocati dall’arrivo improvviso di decine di agenti di polizia e carabinieri, la direzione dell’Abi e il responsabile alle relazioni esterne hanno deciso di ricevere una delegazione dei manifestanti. Nell’incontro, andato avanti durato quasi un’ora, sono stati affrontati i nodi della crisi economica e le responsabilità delle banche, a partire da alcune storie esemplari.Bruna, 78 anni, ha illustrato la vicenda della sua casa, «cartolarizzata» e messa in vendita dalla banca. Una famiglia sfrattata ha raccontato la difficoltà di accedere a un mutuo per chi ha un lavoro precario, «mentre in tutta la città restano vuoti migliaia di appartamenti che nessuno riesce più ad acquistare».Ma oltre alla questione dei mutui, si è parlato di pignoramenti e dei cosiddetti «fondi dormienti», quei conti correnti [diversi miliardi di euro] abbandonati e inutilizzati, che una legge dello stato intendeva destinare a progetti di utilità sociale o per la stabilizzazione di alcuni settori di lavoro precario. Ancora oggi, però, questa montagna di soldi resta in mano alle banche.
La direzione dell’Abi si è detta disponibile ad avviare un tavolo di confronto cittadino insieme alla prefettura, al Comune e alla Regione Lazio.Il primo incontro è fissato per lunedì 30 marzo alle 17,30, alla sede di piazza del Gesù e sarà coordinato dal responsabile regionale dei «mutui reatil» [i mutui familiari], Antonio Messina. Il confronto partirà dalle proposte presentate dai movimenti: moratoria dei mutui per la casa, blocco dei pignoramenti, utilizzo dei «fondi dormienti», istituzione di un «fondo sociale», in convenzione con la Regione Lazio, come contributo alla legge sul reddito minimo garantito. La legge, infatti, prevede una parte «indiretta», un pacchetto di servizi gratuiti su mobilità, formazione, cultura e casa.
«Il tavolo dovrà trovare soluzioni concrete – ha commentato una esponente del Comitato romano contro il G14 – Non sarebbe male un intervento delle banche per il sostegno dell’affitto o al mutuo per chi ha un reddito precario. Qualcuno questa crisi dovrà pur pagarla».
In vista della manifestazione di sabato prossimo, i movimenti hanno lanciato quattro concentramenti che raggiungeranno il corteo promosso dal Patto di base. Alle 13,30, piazzale Aldo Moro, stazione Tiburtina, Porta Pia, via Cesare de Lollis.



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