giovedì 19 marzo 2009

In 300 sotto la prefettura per lo sciopero Eni

di Michelangelo Sarti
Giornata di passione per i dipendenti della raffineria di Stagno

LIVORNO - L'incertezza del futuro ieri mattina ha spinto in piazza i lavoratori della raffineria di Stagno. In trecento circa alle 8 hanno dato vita a un sit in di protesta davanti ai cancelli dello stabilimento e con bandiere, striscioni e fischietti hanno attraversato la strada più volte mandando in tilt la circolazione. Agli automobilisti in coda è stato distribuito un volantino per spiegare i motivi della mobilitazione. E immaginando il caos che avrebbero creato (si sono formate code anche di un paio di chilometri), i lavoratori ne hanno preparato un altro con su scritto "Difendiamo il posto di lavoro, ci scusiamo per il disagio ma lottiamo anche per te". Questo ha certamente contribuito a mantenere la manifestazione su toni pacifici.

Al centro dello sciopero tre questioni. "Gli investimenti promessi e mai realizzati", "la mancanza di un progetto di rilancio" e il "disimpegno di Eni dal territorio che mette a rischio il posto di lavoro di mille famiglie".

Presenti all'iniziativa i sindaci di Livorno e Collesalvetti, i rappresentanti sindacali di categoria Cgil, Cisl e Uil, le forze politiche della sinistra (Pd e Rifondazione comunista) e il movimento studentesco con uno striscione di solidarietà "la crisi la paghino i padroni".

Obiettivo comune di tutti i soggetti intervenuti ieri, richiamare l'attenzione del gruppo petrolifero sulla vicenda e invitarlo a chiarire la situazione di impasse venutasi a creare. E' passato più di un mese infatti da quando il cane a sei zampe ha comunicato alle istituzioni locali la volontà di vendere e da quel giorno la trattativa è segreta. La preoccupazione maggiore è che a giorni possa essere convocata una riunione solo per comunicare la decisione presa e questo comportamento, non è difficile immaginare, potrebbe innescare forti polemiche. Staremo a vedere.

La giornata di passione è poi proseguita lontano dalla raffineria. I lavoratori si sono diretti, in pullman e scortati dalla polizia, sotto la prefettura. Qui è stata formata una delegazione, poi ricevuta dal prefetto Domenico Mannino.

Quella andata in scena ieri è la seconda protesta dopo quella maturata lo scorso 10 febbraio.

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