lunedì 23 marzo 2009

Rapporto rifiuti 2008: aumentano i costi e non cambiano le strategie

Comunicato_stampa_Rapporto_Rifiuti 2008.pdf
L’Ispra ha presentato stamani il rapporto annuale sulla gestione dei Rifiuti e, in attesa di studiare e approfondire i dati contenuti nel documento, secondo quanto riportato da una nota stampa dell’agenzia, nel 2007 (anno preso a riferimento) è calata la produzione procapite dei rifiuti urbani e si è fermata anche la crescita in valore assoluto.

Migliora anche la percentuale degli Rsu raccolti in maniera differenziata, che arriva al 27,5% della produzione totale, quindi l’1,7% in più rispetto all’anno precedente, ma ancora assai lontana dal target del 40% fissato per il 2007 dalla legislazione vigente.Aumentano anche i costi del servizio di igiene urbana: ogni italiano nel 2006 ha speso in media 127,93 euro, il 3,9% in più rispetto all’anno precedente, destinati per il 48,2% alla gestione dei rifiuti indifferenziati, per il 17,9% alla raccolta differenziata e per il 14,7% alla pulizia delle strade.
Riguardo allo smaltimento, la discarica resta il sistema ancora più diffuso (anche se con un calo del 2,4% rispetto al 2006) accogliendo il 47% del totale dei rifiuti domestici, mentre va ad incenerimento il 10,3%.Sui trattamenti a monte dello smaltimento si registra un dato positivo relativo al riciclaggio dei rifiuti da imballaggio: con oltre 7,1 tonnellate provenienti da superfici pubbliche e private nel corso del 2007, il recupero rispetto a quanto immesso al consumo ha raggiunto il 68%, percentuale che a livello nazionale supera l’obiettivo del 60% previsto dalla legge per fine 2008. In crescita anche il compostaggio della frazione organica da matrici selezionate, con un incremento del 4,7% e una quantità di rifiuti trattati che è arrivata a 2,4 milioni di tonnellate.
A valle della raccolta differenziata, sempre più determinante pare il trattamento meccanico biologico, che permette una gestione più corretta del rifiuto residuo, con la frazione organica che viene poi usata nella copertura delle discariche o in attività paesaggistiche e di ripristino ambientale. Nel 2007, quasi il 23% dei rifiuti urbani, pari a circa 8,8 milioni di tonnellate, è stato avviato ad impianti di biostabilizzazione e produzione di CDR, con un incremento, rispetto al 2006, del 7,6% circa.Riguardo alla produzione procapite di Rsu, si registra una contrazione nel 2007, con 546kg/abitante, rispetto ai 550 del 2006.
Il valore più alto è registrato nel Centro Italia, dove si producono 630 chilogrammi a persona, seguito dal Nord con 539 e dal Sud che si ferma a 508 kg.La crescita nella produzione totale nazionale, nel 2007 si è attestata a 32,5 milioni di tonnellate, con un incremento di 40mila tonnellate pari allo 0,1 per cento; molto più basso rispetto al trend registrato negli anni precedenti.Sulle percentuali di raccolta differenziata si evidenziano ancora differenze macroscopiche sul territorio: il Nord supera abbondantemente l’obiettivo, con il 42,4%, mentre ne restano lontani il Centro, con il 20,8%, e il Sud che si ferma all’11,6%. Trend confermato anche dai dati per regione, con il Trentino Alto Adige e il Veneto che vanno oltre il 50% (rispettivamente con il 53,4% e il 51,4%) mentre balza al terzo posto il Piemonte, che col 44,8% cresce di quattro punti e scavalca la Lombardia (44,5%).Al Sud, una menzione speciale per la Sardegna, che con l’attivazione di specifici sistemi di raccolta anche domiciliare fa un grande balzo in avanti, passando dal 9,9% del 2005 al 27,8% di oggi, mentre restano sotto il 10% le altre regioni del Mezzogiorno, esclusa la Campania. Qui si raggiunge infatti un 13,5% complessivo, ma ci sono situazioni molto differenziate per provincia, con Avellino e Salerno che superano il 25% e Benevento che arriva al 15,9%, mentre Napoli e Caserta si fermano rispettivamente al 10,3% e 7,1%. Nel capoluogo di regione, nonostante il permanere dell’emergenza, cresce la raccolta differenziata, passata dall’8,9% del 2006 all’11,5% dell’anno scorso: in generale, tra le città con più di 150mila abitanti Reggio Emilia si conferma la più virtuosa con il 46,6%, seguita da Padova col 39,4% e Torino col 38,7%.Riguardo allo smaltimento in discarica, il primato della Regione che ricorre meno a questo sistema rimane la Lombardia con appena il 10% dei rifiuti prodotti nella regione che ha questa destinazione, peraltro con una consistente contrazione dell’11% rispetto al 2006.Anche in Veneto, il conferimento in discarica si ferma al 29% del totale, così in Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige, che lo utilizzano entrambe solo per il 28% dei rifiuti residui.
A differenza del Lazio, dove le discariche hanno accolto nel 2007 circa l’83% di quanto prodotto, con la sola città di Roma che ha conferito 1,4 milioni di tonnellate, a fronte dei 2 milioni dell’intera provincia.Il capitolo dei rifiuti speciali presenta una crescita della produzione: nel 2006 (anno cui si riferiscono i dati ) ne sono stati contabilizzati 134 milioni di tonnellate, di cui 73,4 milioni di tonnellate non pericolosi, 9,2 milioni pericolosi, e 52 milioni provenienti da attività di costruzione e demolizione.
La forma prevalente di gestione in questo settore sembra essere il recupero di materia, che interessa circa 57,7 milioni di tonnellate, mentre 45,6 milioni di tonnellate sono i rifiuti destinati ad attività di smaltimento. Un quantitativo pari a 13,4 milioni di tonnellate viene invece avviato ad impianti di stoccaggio, in attesa di trattamenti successivi.
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