Sabato 21 marzo indetta una manifestazione cittadina per contestare Tremonti e le politiche economiche e sociali del Governo
Mentre si svolgeva la prima giornata di Manifutura alla stazione Leopolda e Scajola spiegava le ragioni per cui l'Italia deve riprendere il nucleare, fuori dai cancelli si è svolta una nutrita conferenza stampa di studenti, precari, associazioni e movimenti che hanno annunciato per sabato 21 marzo un corteo cittadino contro la presenza di Tremonti in occasione della giornata conclusiva del festival dell'impresa.
Lo slogan di convocazione è chiaro: "Pisa non paga la crisi", e questo sarà il messaggio del corteo che sabato sfilerà per le vie cittadine partendo alle 9:00 da Piazza Sant'Antonio per poi sfilare lungo Corso Italia, Ponte di mezzo, il lungarno, ponte della vittoria e concludersi proprio in piazza guerrazzi vicino alla Stazione Leopolda.
"Mentre la crisi economica si fa sentire pesantemente sul nostro territorio", spiegano i promotori del corteo (Università 2.0, Sinistra per, Comitato dei genitori per la scuola pubblica, Prc, Assemblea antirazzista, Newroz, Rebeldìa, Cobas ed altri)- "a partire dalla Saint Gobain, dalla Piaggio e dal relativo indotto, e mentre misuriamo giorno dopo giorno i danni dei tagli alla scuola, all'università e al welfare locale, Pisa e Pontedera diventano il palcoscenico per una sfilata dell'élite politico-industriale del paese. La stessa élite che la crisi l'ha provocata e che ora intende scaricarne il peso sulla base della società, anche in modo autoritario".
"Studenti, precari, lavoratori, insegnanti, genitori, migranti che la crisi la paghiamo ogni giorno e sempre più la pagheremo, con la perdita di qualità del nostro studio e della nostra ricerca, col mancato rinnovo dei contratti di lavoro, con la cassa integrazione e coi licenziamenti, con la diminuzione dei servizi, con la perdita generalizzata del potere d'acquisto"- spiegano gli esponenti del movimento pisano contro la crisi "intendiamo far sentire forte la nostra voce di dissenso alla conclusione di «Manifutura» e in particolare al ministro Tremonti, più di altri simbolo della crisi e della fallimentare gestione che ne fa il governo della destra, a colpi di tagli alla spesa pubblica, attacchi ai diritti dei lavoratori, regalie alle imprese e alle banche, operazioni spot come la social card. Per noi, dalla crisi si esce solo con un nuovo welfare universale, con un forte aumento dei salari, con il superamento della precarietà del lavoro e con una ripresa degli investimenti in conoscenza, nel quadro di un modello di società centrato sui diritti, sulla cooperazione, sulla riappropriazione del processo produttivo e dei consumi, sui servizi alle persone".
I movimenti lanciano un messaggio chiaro anche sugli ultimi avvenimenti in cui studenti e precari in diverse occasioni sono stati caricati dalle forze dell'ordine: "in un momento storico molto delicato in cui, invece di ascoltare il disagio e il dissenso, si attacca il diritto di sciopero, si limitano gli spazi di manifestazione, si monta l'allarme sicurezza contro i concittadini migranti, si indica nella triade «Dio, patria, famiglia» la risposta alla mancanza di futuro, la nostra risposta è una sola: chiamare tutta la cittadinanza a manifestare democraticamente contro la crisi e contro la sua gestione autoritaria".
Lo slogan di convocazione è chiaro: "Pisa non paga la crisi", e questo sarà il messaggio del corteo che sabato sfilerà per le vie cittadine partendo alle 9:00 da Piazza Sant'Antonio per poi sfilare lungo Corso Italia, Ponte di mezzo, il lungarno, ponte della vittoria e concludersi proprio in piazza guerrazzi vicino alla Stazione Leopolda.
"Mentre la crisi economica si fa sentire pesantemente sul nostro territorio", spiegano i promotori del corteo (Università 2.0, Sinistra per, Comitato dei genitori per la scuola pubblica, Prc, Assemblea antirazzista, Newroz, Rebeldìa, Cobas ed altri)- "a partire dalla Saint Gobain, dalla Piaggio e dal relativo indotto, e mentre misuriamo giorno dopo giorno i danni dei tagli alla scuola, all'università e al welfare locale, Pisa e Pontedera diventano il palcoscenico per una sfilata dell'élite politico-industriale del paese. La stessa élite che la crisi l'ha provocata e che ora intende scaricarne il peso sulla base della società, anche in modo autoritario".
"Studenti, precari, lavoratori, insegnanti, genitori, migranti che la crisi la paghiamo ogni giorno e sempre più la pagheremo, con la perdita di qualità del nostro studio e della nostra ricerca, col mancato rinnovo dei contratti di lavoro, con la cassa integrazione e coi licenziamenti, con la diminuzione dei servizi, con la perdita generalizzata del potere d'acquisto"- spiegano gli esponenti del movimento pisano contro la crisi "intendiamo far sentire forte la nostra voce di dissenso alla conclusione di «Manifutura» e in particolare al ministro Tremonti, più di altri simbolo della crisi e della fallimentare gestione che ne fa il governo della destra, a colpi di tagli alla spesa pubblica, attacchi ai diritti dei lavoratori, regalie alle imprese e alle banche, operazioni spot come la social card. Per noi, dalla crisi si esce solo con un nuovo welfare universale, con un forte aumento dei salari, con il superamento della precarietà del lavoro e con una ripresa degli investimenti in conoscenza, nel quadro di un modello di società centrato sui diritti, sulla cooperazione, sulla riappropriazione del processo produttivo e dei consumi, sui servizi alle persone".
I movimenti lanciano un messaggio chiaro anche sugli ultimi avvenimenti in cui studenti e precari in diverse occasioni sono stati caricati dalle forze dell'ordine: "in un momento storico molto delicato in cui, invece di ascoltare il disagio e il dissenso, si attacca il diritto di sciopero, si limitano gli spazi di manifestazione, si monta l'allarme sicurezza contro i concittadini migranti, si indica nella triade «Dio, patria, famiglia» la risposta alla mancanza di futuro, la nostra risposta è una sola: chiamare tutta la cittadinanza a manifestare democraticamente contro la crisi e contro la sua gestione autoritaria".
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