La risposta di Giorgio Cremaschi: "Facciamo come in Francia!"
Il presidente del Consiglio torna sulla questione dei cassintegrati e del ripetuto invito fatto agli italiani a lavorare di più, tema sul quale era intervenuto anche ieri sera a Napoli. “Quando mi hanno domandato 'ma lei cosa farebbe se si trovasse nella situzione di una persona licenziata?' -ha detto il premier- , io ho risposto: non resterei con le mani in mano, cercherei di darmi da fare in qualunque altra direzione, intanto potrei cercare un'altra professione, perchè non è detto che una persona debba nascere e morire sempre con lo stesso lavoro”.
Il presidente del Consiglio torna sulla questione dei cassintegrati e del ripetuto invito fatto agli italiani a lavorare di più, tema sul quale era intervenuto anche ieri sera a Napoli. “Quando mi hanno domandato 'ma lei cosa farebbe se si trovasse nella situzione di una persona licenziata?' -ha detto il premier- , io ho risposto: non resterei con le mani in mano, cercherei di darmi da fare in qualunque altra direzione, intanto potrei cercare un'altra professione, perchè non è detto che una persona debba nascere e morire sempre con lo stesso lavoro”.
Da parte nostra, dovremmo allora forse prendere sul serio le parole del premier. Come Giorgio Cremaschi, dirigente nazionale della Fiom e membro della Rete 28 aprile della Cgil, quando dice di apprezzare le uscite di Berlusconi, perché “sono un ottimo contributo alla crescita della lotta di classe in Italia". "Berlusconi ha ragione -ha detto oggi Cremaschi-: i lavoratori che perdono il posto non devono stare con le mani in mano: possono prendere esempio da quegli operai francesi che in questi giorni si stanno dando da fare contro i licenziamenti".
Ascolta l'intervista con Giorgio Cremaschi
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Intanto, che la situazione economica degli italiani sia sempre peggiore, non lo dicono economisti marxisti ma i numeri diffusi oggi dal Centro studi di Confindustria, che stima tra la metà del 2008 e la metà del 2010 una perdita di 507 mila posti: una quantità pari al 2,2% dell'occupazione totale, che sale al 2,8 (ovvero 867 mila unità) se si includono anche i cassintegrati. Secondo il Centro studi, nel 2010 il tasso di disoccupazione salirà al 9%.
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