Mar Mediterraneo sempre più cimitero dei migranti. Nuova immane tragedia a cavallo tra le coste africane e quelle italiane, con l'affondamento di 2 barconi carichi di migranti, centinaia e centinaie le vittime, sarebbero almeno 300 i dispersi. I guardacoste libici si stanno occupando delle operazioni di soccorso, le informazioni riprese dalle agenzie internazionali sono per forza di cose frammentate, quel che è certo è l'inabissamento di 2 barconi con la conseguente drammatica risultante in termini di vite umane e la totale mancanza di informazioni su altre 2 imbarcazioni, delle quali non si sa più nulla da stanotte.
Solo 23 persone sono state tratte in salvo, 21 i corpi senza vita recuperati. Molti sarebbero di nazionalità egiziana. Una delle barche affondate sarebbe partita da Sid Belal Janzur, un sobborgo di Tripoli. Il naugragio sarebbe avvenuto dopo 3 ore di navigazione, a 30 chilometri dalle coste della Libia.
Resta un grande interrogativo sul ruolo che avrebbe ricoperto una nave cisterna italiana presente in mare. Le autorità libiche hanno dato notizia del salvataggio effettuato da questa di 350 migranti, ma le luci d'ombra sono state ben più lunghe, visto che il quadro che in un primo momento appariva era quello della non segnalazione alle autorità italiane competenti del naugragio e del soccorso, commettendo l'ennesima omissione, visto l'obbligo di segnalazione e soccorso vigente. Questa mattina si è meglio delineato il tutto: un rimorchiatore di piattaforme petrolifere italiano ha soccorso e condotto il barcone fino al primo porto libico, facendo fare la rotta inversa ai migranti diretti verso l'Italia. Alla luce del fatto che la maggior parte dei migranti provenienti dal nord Africa hanno diritto all'asilo in Europa, ciò non può che essere una negazione dei diritto di accoglienza propinata a centiaia di persone, ora condotte sulla strada che li porterà nei centri di detenzione libici.
Quel che accade oggi non è che il risultato del filo spintato posto a difesa della Fortezza Europa, delle politiche implementate soprattutto dagli accordi di Schengen, che fanno dell'Europa e delle sue autorità i primi responsabili delle tragedie e delle angherie di milioni di migranti, nel palese fallimento delle politiche di controllo contenimento e repressione dei flussi migratori.
Ma nonostante i disastri marittimi e i costi umani non si fermano i viaggi della speranza in direzione dell'Italia da parte di tanti migranti che sperano di trovar in essa un lido migliore dove ricostruirsi una vita. Oltre 400 migranti sono quest'oggi approdati sulle coste della Sicilia orientale, dopo i 222 arrivati ieri. Il primo barcone è giunto sulla spiaggia di Scoglitti, in provincia di Ragusa, a bordo 153 migranti. Altre 249 persone sono invece arrivate a Portopalo di Capo Passero, nel siracusano. Sono ora tutti parte del processo di identificazione e detenzione forzana nei Centro di identificazione e espulsione.
A proposito di questo è da registrare come il Cie di Lampedusa non possa ancora considerarsi pacificato, vista l'ennesima fuga dei migranti dal centro: una ventina di persone ieri sono riuscite ad allontanarsi, venendo però poi bloccati qualche ora dopo dai carabinieri. Episodio questo che ha fatto risalire la tensione, a fronte di una situazione che vede complessivamente 720 persone distribuite tra il Cie di contrada Imbriacola e l'ex base Loran di Capo Ponente. Nei giorni scorsi il sindaco di Lampedusa, Dino De Rubeis, era tornato a lamentare la mancanza di un'adeguata assistenza medica e l'inutile eccedenza di forze dell'ordine e militari sull'isola.
Ascolta l'intervista con Fulvio Vassallo Paleologo, docente dell'università di Palermo
Ascolta l'intervista con Fulvio Vassallo Paleologo, docente dell'università di Palermo
Nessun commento:
Posta un commento