martedì 31 marzo 2009

Speciale sulla Lista Comunista e Anticapitalista alle Europee

Domenica 29 la presentazione in una conferenza stampa
Nasce la lista che riunisce il Prc, i Comunisti italiani, Socialismo 2000 di Cesare Salvi e i Consumatori Uniti. Nelle schede torna il simbolo "dei lavoratori"
“Abbiamo presentato il simbolo e dato vita a una lista di sinistra, anticapitalista che unisce quattro forze politiche - Prc, Pdci, Socialismo 2000, Consumatori uniti - in una comune proposta politica per l'Europa”. Il tondo rosso con al centro la falce e il martello, campeggia alle spalle del segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, che per primo prende la parola alla conferenza stampa d’inaugurazione della lista “anticapitalista, comunista, socialista di sinistra, ambientalista” per le elezioni europee. Al suo fianco, Oliviero Diliberto, segretario dei Comunisti italiani, Cesare Salvi di Socialismo 2000 e l’esponente dei Consumatori Uniti, Bruno De Vita. Non un cartello elettorale, né un nuovo partito, ma una proposta politica ben precisa che si identifica a livello europeo nella famiglia del Gue/Ngl e della Sinistra Europea.
“Chi vota la nostra lista – spiega Ferrero – vuole uscire da sinistra dalla crisi in Italia come in Europa, tenendo assieme diritti sociali e diritti civili, chiedendo il pieno rispetto delle libertà dell'individuo nel campo sessuale come in quello etico insieme a un forte intervento pubblico in economia e alla nazionalizzazione delle banche, lottando per un'Europa libera, giusta e socialmente avanzata, ma anche – continua - per un'Europa neutrale e pacifista in politica estera, non asservita alle politiche della Nato”. In tal senso, afferma il leader di Rifondazione, si pone come necessaria l’adesione all’unico gruppo europeo di opposizione al liberismo “di Maastricht e di Lisbona”, responsabile dell'attuale crisi economica europea e mondiale. Al di fuori del GUE, quelle politiche sono da molti anni “votate e sostenute da tutti gli altri gruppi politici eletti in Europa, dai popolari ai socialisti – sottolinea Ferrero – passando per i liberali”, che “oggi fanno finta di contrapporsi in Italia, dal Pdl di Fini e Berlusconi al Pd di Franceschini, passando per Di Pietro e Casini”, ma a livello europeo saranno riuniti in “una vera Grande Coalizione liberista e antipopolare”. Una via d’uscita dalla crisi, in Italia e in Europa, esiste, conclude il segretario del Prc, e può essere imboccata solo se viene promossa “più libertà e più eguaglianza, contro le politiche di un governo di destra che invece punta al totale e sfrenato liberismo ed alla deregulation in economia ma che promuove politiche anti-liberali e totalitarie nel campo dei diritti civili”.
La vera novità di questa tornata elettorale europea sarà il gran ritorno della falce e martello, dopo l’assenza alle ultime elezioni politiche. Lo sottolinea Oliviero Diliberto, segretario del Pdci, il quale afferma con soddisfazione: “Finalmente i comunisti tornano a presentarsi uniti alle elezioni dopo tanti anni. Torna la falce e martello sulle schede; o meglio, per la prima volta da tanto tempo ci sarà solo ‘una’ falce e martello”.
Per Cesare Salvi, esponente insieme a Massimo Villone di Socialismo 2000, con questa lista “ci battiamo uniti per contrastare la deriva berlusconiana proponendo idee e soluzioni diverse da quelle dominanti anche nel Pd”. Al centro delle proposte politiche, afferma Salvi, ci saranno “due questioni prioritarie: la questione morale, che ormai tocca tutti gli schieramenti politici e la necessità di un rinnovamento della politica”.
Aderiscono al progetto delle lista anticapitalista anche i Consumatori Uniti di Bruno De Vita che, “da non comunisti” accettano la sfida di questo percorso comune “perchè la globalizzazione ha precipitato il mondo in una nuova emergenza”. Noi, ha aggiunto il segretario nazionale De Vita, “siamo molto esperti sui trucchi che vengono usati per fregare la gente” e se “il capitalismo finanziario sta puntando a impoverire l'Europa per trasformare i redditi dei lavoratori e i loro diritti in nuovi flussi finanziari – conclude – dobbiamo dire basta a questo capitalismo così aggressivo e ingiusto"

La presentazione del nuovo simbolo


Sinistra Critica non farà parte della "lista comunista"

Troppa continuità e i testimonial sono gli ex ministri. Sullo sfondo c'è la fusione Prc-Pdci
Dichiarazione di Salvatore Cannavò
Sinistra Critica non farà parte della lista "comunista" promossa da Prc e Pdci. Le ragioni sono semplici. Avevamo proposto una lista anticapitalista della sinistra di classe che presentasse alcuni elementi di discontinuità con il recente passato, fatto di errori e sconfitte, della sinistra comunista.
Una lista che avesse una simbologia rinnovata, seppur riconoscibile, con candidature espressione del conflitto sociale e dei movimenti, con un codice etico per i candidati e le candidate, con una visibile alternatività al Pd e al centrosinistra italiano a partire dalla rimessa in discussione della politica di alleanze locali.
Questo purtroppo non è stato. La lista si colloca invece in continuità con la storia di Pdci e Prc la cui prospettiva di fusione è resa più forte da questa intesa. E la continuità è esplicitata anche rispetto al centrosinistra e ai suoi governi con una lista che ha come testimonial di riferimento gli ex ministri dei governi Prodi e D'Alema.
Non è questa la strada per ricostruire e rinnovare la sinistra di classe in Italia. Non è questa la strada che Sinistra Critica ritiene utile per rilanciare, al tempo della crisi globale del capitalismo, una sinistra coerentemente anticapitalista, radicata nel conflitto sociale e nei movimenti, indisponibile ai governi con il Pd e il centrosinistra, aperta alle istanze e ai desideri delle nuove generazioni. Domani, domenica 29 marzo, si terrà il Coordinamento nazionale di Sc per decidere le modalità di partecipazione alle prossime elezioni europee.
Già decisa, invece, la presentazione di liste alle amministrative, ovunque sia possibile, chiaramente alternative, al primo e al secondo turno, al Pd e alle sue coalizioni.

Speciale sull'iniziativa "Uniti Contro, Insieme per"

Ferrero: "Insieme come"


Cremaschi "Insieme per"



Diliberto "Insieme subito"

Nuova strage della Fortezza Europa

Mar Mediterraneo sempre più cimitero dei migranti. Nuova immane tragedia a cavallo tra le coste africane e quelle italiane, con l'affondamento di 2 barconi carichi di migranti, centinaia e centinaie le vittime, sarebbero almeno 300 i dispersi. I guardacoste libici si stanno occupando delle operazioni di soccorso, le informazioni riprese dalle agenzie internazionali sono per forza di cose frammentate, quel che è certo è l'inabissamento di 2 barconi con la conseguente drammatica risultante in termini di vite umane e la totale mancanza di informazioni su altre 2 imbarcazioni, delle quali non si sa più nulla da stanotte.
Solo 23 persone sono state tratte in salvo, 21 i corpi senza vita recuperati. Molti sarebbero di nazionalità egiziana. Una delle barche affondate sarebbe partita da Sid Belal Janzur, un sobborgo di Tripoli. Il naugragio sarebbe avvenuto dopo 3 ore di navigazione, a 30 chilometri dalle coste della Libia.
Resta un grande interrogativo sul ruolo che avrebbe ricoperto una nave cisterna italiana presente in mare. Le autorità libiche hanno dato notizia del salvataggio effettuato da questa di 350 migranti, ma le luci d'ombra sono state ben più lunghe, visto che il quadro che in un primo momento appariva era quello della non segnalazione alle autorità italiane competenti del naugragio e del soccorso, commettendo l'ennesima omissione, visto l'obbligo di segnalazione e soccorso vigente. Questa mattina si è meglio delineato il tutto: un rimorchiatore di piattaforme petrolifere italiano ha soccorso e condotto il barcone fino al primo porto libico, facendo fare la rotta inversa ai migranti diretti verso l'Italia. Alla luce del fatto che la maggior parte dei migranti provenienti dal nord Africa hanno diritto all'asilo in Europa, ciò non può che essere una negazione dei diritto di accoglienza propinata a centiaia di persone, ora condotte sulla strada che li porterà nei centri di detenzione libici.
Quel che accade oggi non è che il risultato del filo spintato posto a difesa della Fortezza Europa, delle politiche implementate soprattutto dagli accordi di Schengen, che fanno dell'Europa e delle sue autorità i primi responsabili delle tragedie e delle angherie di milioni di migranti, nel palese fallimento delle politiche di controllo contenimento e repressione dei flussi migratori.
Ma nonostante i disastri marittimi e i costi umani non si fermano i viaggi della speranza in direzione dell'Italia da parte di tanti migranti che sperano di trovar in essa un lido migliore dove ricostruirsi una vita. Oltre 400 migranti sono quest'oggi approdati sulle coste della Sicilia orientale, dopo i 222 arrivati ieri. Il primo barcone è giunto sulla spiaggia di Scoglitti, in provincia di Ragusa, a bordo 153 migranti. Altre 249 persone sono invece arrivate a Portopalo di Capo Passero, nel siracusano. Sono ora tutti parte del processo di identificazione e detenzione forzana nei Centro di identificazione e espulsione.
A proposito di questo è da registrare come il Cie di Lampedusa non possa ancora considerarsi pacificato, vista l'ennesima fuga dei migranti dal centro: una ventina di persone ieri sono riuscite ad allontanarsi, venendo però poi bloccati qualche ora dopo dai carabinieri. Episodio questo che ha fatto risalire la tensione, a fronte di una situazione che vede complessivamente 720 persone distribuite tra il Cie di contrada Imbriacola e l'ex base Loran di Capo Ponente. Nei giorni scorsi il sindaco di Lampedusa, Dino De Rubeis, era tornato a lamentare la mancanza di un'adeguata assistenza medica e l'inutile eccedenza di forze dell'ordine e militari sull'isola.
Ascolta l'intervista con Fulvio Vassallo Paleologo, docente dell'università di Palermo

Referendum modello contratto, bocciato con il 96%

Nel referendum sulla riforma del modello contrattuale promosso dalla Cgil l'esito della consultazione tra lavoratori e pensionati ha avuto un risultato schiacciante: su 3,6 milioni di votanti oltre 3,4 milioni di voti hanno bocciato l'accordo separato. Accordo raggiunto e sottoscritto dai sindacati confederali Cisl e Uil, in combutta con governo e Confindustria. La Cgil, il 22 febbraio scorso, si era rifiutata sottoscriverlo.
Il 96,27% ha bocciato la riforma. Voto al quale sembra abbia partecipato una quota alta di non iscritti alla Cgil, che da sola è riuscita a mobilitare oltre il 70% di coloro che nel 2007 parteciparono alla consultazione sul protocollo del welfare (promossa però da tutti i sindacati confederali).
Secondo i dati pubblicati da Rassegna.it: alla Fincantieri di Porto Marghera hanno votato 818 dipendenti su 1.100, 716 contro l'accordo; alla Nuova Pignone di Firenze su 2.200 lavoratori, 1.635 hanno detto no; alla Fiat di Termini Imerese i no hanno raggiunto il 96.6%; alla Biesse di Pesaro 580 lavoratori su 1.100 hanno votato no, e lì la Cgil pesa solo per un quarto; nel gruppo Nestlè su 2.400 lavoratori sono stati raccolti 1.328 voti per un 94% di no".
Referendum che inevitabilmente fà da trampolino alla manifestazione nazionale convocata dalla Cgil per il 4 aprile prossimo a Roma.

Berlusconi:questa è casa mia, qui comando io

Di Alessandro Cardulli
Fini aveva degli impegni e non poteva assolutamente partecipare al terzo atto del gran varietà berlusconiano. Siccome poteva sembrare uno sgarbo al premier che celebrava la sua apoteosi si è inventato, lì su due piedi, che, essendo Gianfranco il presidente della Camera, era meglio si astenesse da manifestazioni di parte. Per dar più credibilità a questa bugia si è coinvolto anche il presidente del Senato.
Fini e Schifani erano così assenti. Non avevano più il posto riservato. Del resto le prime file,quelle riservate ai giovani,erano già state recuperate dalla nomenclatura. I giovani, quasi tutti in abito scuro e camicie celesti i maschi, più variopinti ma sempre, molto seriosi gli abiti delle ragazze che sembravano partecipare ad un matrimonio invece che ad un congresso, avevano avuto la loro parte,così come era stato stabilito dall’agenzia che, si dice, le aveva “offerti” al Pdl. Avevano anche parlato oltre ai quattro “lettori” che nell’osanna a Berlusconi, avevano aperto i lavori, un ragazzo e una ragazza, naturalmente quando la platea era quasi deserta. In fondo identica sorte era toccata alla Michela Brambilla che non l’ha presa proprio bene ed ora aspetta la “paghetta”, la nomina a ministro così come altri in attesa paziente. Non essendo Fini presente,Berlusconi ha evitato di rispondergli:testamento biologico, referendum,laicità dello stato,le riforme istituzionali, il modo in cui affrontare la crisi. Niente.
Nessuna risposta alle domande di Fini
Il capo del governo ha preferito evitare. Non poteva che fare così, dicono i suoi caporali, altrimenti avrebbe consacrato Fini come capo della minoranza. Proprio Gianfranco, fanno notare con una punta di malizia, si era definito tale anche se alcuni degli uomini a lui più vicini avevano preso le distanze. Insomma,non rispondendo, Berlusconi avrebbe fatto capire a chiare lettere che lui e solo lui è il “padre padrone” del Pdl che il parti nuovo è cosa sua. Rispondono i “finiani” di stretta osservanza che il capo del governo ha fatto una clamorosa autorete. Fini aveva detto che c’era un leader e ora ci volevano le idee. Ebbene, non rispondendo, il cavaliere ha dimostrato che le idee ce le ha solo il presidente della Camera e che esiste una minoranza e non di poco conto con la quale il presidente del consiglio dovrà fare i conti passati gli effetti speciali dello spettacolo. Può essere: E’ certo,comunque, che Berlusconi ha mostrato la sua capacità di non dire niente, di raccontare balle, di inventare leggi, provvedimenti,investimenti che non ci sono,interventi per i precari, per i giovani, per gli anziani, sapendo che i media non lo sbugiarderanno, che quasi nessuno ricorderà dei bluff come la social card.
Un mix di autoritarismo e totalitarismo
Dietro questi giochi di prestigio c’è qualcosa di molto pericoloso che Berlusconi butta là. A lui- lo ha detto chiaramente- non basta quel 51% di voti che già oggi sono nelle disponibilità del Pdl. Non basta il bipartitismo. Vuole di più, di più, in un mix di totalitarismo e autoritarismo. Parlando di quanto ha fatto il governo per la scuola, la ricerca e l’università, annuncia che la scuola pubblica dovrà essere definitivamente smantellata. Che ai figli dei ricchi saranno riservate le scuole migliori. Che scuola pubblica e privata sono a stessa cosa e le famiglie che vogliono mandare i figli dai privati avranno il rimborso delle spese sostenute. Nelle università la maggioranza dei componenti dei consigli di amministrazione sarà composta da esterni. E’ questa la parte più importante di un disegno antidemocratico: colpire la scuola, la formazione, la conoscenza è sempre stato l’obiettivo principale dei regimi autoritari, in qualsiasi parte del mondo. Da qui a smantellare la Costituzione il passo è breve. Ripete ormai come un disco rotto la litania che oggi il capo del governo non conta niente, può scrivere solo l’ordine del giorno dei lavori, il governo non conta niente, ha le mani legate dal parlamento. Ripropone quel “ pacchetto” che gli italiani hanno respinto con il referendum del giugno del 2006. Il 61% respinse i provvedimenti approvati dal centrodestra. Berlusconi li ripropone: o la sinistra accetta o facciamo da soli. Chissà come,visto che una Costituzione esiste ancora. Ai giovani in cerca di lavoro una proposta secca: “ fatevi le imprese”. Alle donne ricorda che il governo ha varato ben sette leggi a loro favore. Di che si tratta nessuno lo sa. Parla con tono,quasi pacato, a volte farfuglia qualche parola, blandisce i delegati che non contano niente, non hanno avuto voce in capitolo, definendoli “missionari della libertà”, alza la voce solo quando deve attaccare la sinistra e lo fa ogni cinque sei minuti.
Il dux chiama a raccolta il suo “popolo”
Un crescendo in particolare quando risponde alla sinistra che è la sua ossessione, all’opposizione, a Franceschini, il segretario del Pd, che lo aveva invitato a non candidarsi alle elezioni europee visto che c’è assoluta incompatibilità con l’incarico di presidente del consiglio. Quasi si altera e grida: “ Mi candido, è una candidatura di bandiera, del leader che chiama a raccolta il suo popolo”. Se è un leader si candidi anche Franceschini”. Un vero e proprio condottiero, un dux per usare il termine latino di quel “popolo” che, poco prima lo aveva acclamato presidente, senza passare per elezioni che sarebbero state un offesa al capo e aveva applaudito anche l’ufficio di presidenza, fatto di ministri, governatori, capi gruppo e qualche altro benvoluto da Berlusconi. Li vuole tutti intorno a sé mentre annuncia che ci saranno tanti organismo dove ognuno potrà trovare posto. Ce n’è per tutti i gusti. C’è Bondi, il monsignore dal tono cardinalizio destinato ad essere un sottocapo del partito, imperante Berlusconi, che aveva trovato il modo di leggere una clerico-lettera di saluto da parte di Baget Bozzo. Se ne sentiva davvero la mancanza. C’è l’altro coordinatore,Denis Verdini che, timidamente, accenna al fatto che alla Camera il testamento biologico qualche cambiamento potrà averlo e La Russa che tiene lezione a Bossi sul rapporto Pdl Lega e sul referendum elettorale. Tutte quisquiglie, direbbe Totò, che non scalfiscono il gran finale organizzato da Berlusconi in persona. A chiusura del discorso chiama tutta la presidenza del Pdl sul palco. “Le donne in prima fila, vieni qui Gelmini, Stefania dove sei, Carfagna vieni”: le chiama una per una. Intanto ha preso posto anche il coro. Foto di gruppo con signore,coro che intona inno alla gioia, meno male che Silvio c’è, fratelli d’Italia, gente che si arrampica sul palco. Le immagini sfumano, cala il sipario, le luci della ribalta si spengono, come dice Calvero-Chaplin in uno dei suoi un grandi film, domani è un altro giorno. Meno male

lunedì 30 marzo 2009

sabato 28 marzo 2009

La crisi la paghino Banchieri, Padroni, Evasori

"La crisi la paghino loro!"
Sabato 28 marzo: Manifestazione nazionale - giornata di lotta contro il G14
Ore 14.30 - Piazza della Repubblica
GARANTIRE LAVORO, REDDITO, PENSIONI, CASA, SERVIZI PUBBLICI, BENI COMUNI DIFENDERE OGNI POSTO DI LAVORO E IL DIRITTO DI SCIOPERO
Sono migliaia le aziende che chiudono e centinaia di migliaia i licenziamenti, ma il governo foraggia industriali e bancarottieri, cioè i veri responsabili della più grande crisi economica del dopoguerra.
I lavoratori sono lasciati in balia della crisi, la cassa integrazione copre in minima parte, e solo per alcuni, la perdita di salario, centinaia di migliaia di precari vengono mandati a casa senza alcun reddito, si vorrebbe portare l'età pensionabile delle donne a 65 anni, crescono gli sfratti, si fomenta il razzismo contro gli immigrati: e, per impedire che ci si organizzi per difendere salario e diritti, il governo vorrebbe vietare scioperi e manifestazioni conflittuali.
Mobilitiamoci a sostegno della piattaforma del Patto di Base
Blocco dei licenziamenti.
Riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario.
Aumenti consistenti di salari e pensioni, reddito minimo garantito per chi non ha lavoro. Aggancio dei salari e pensioni al reale costo della vita.
Cassa integrazione almeno all'80% del salario per tutti i lavoratori/trici, precari compresi, continuità del reddito per i lavoratori "atipici", con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati/e.
Nuova occupazione mediante un Piano per lo sviluppo di energie rinnovabili ed ecocompatibili, promuovendo il risparmio energetico e il riassetto idrogeologico del territorio, rifiutando il nucleare e diminuendo le emissioni di CO2.
Piano di investimenti per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e delle scuole, sanzioni penali per gli omicidi sul lavoro e gli infortuni gravi.
Assunzione a tempo indeterminato dei precari e re-internalizzazione dei servizi.
Piano di investimenti pubblici per il reperimento di un milione di alloggi, tramite utilizzo di case sfitte e ristrutturazione e requisizioni del patrimonio immobiliare esistente; blocco degli sfratti, canone sociale per i bassi redditi.
Diritto di uscita immediata per gli iscritti/e ai fondi-pensione chiusi.
In occasione della riunione dei Ministri del Welfare del G14 che si terrà a Roma a fine marzo, CUB, COBAS e SDL, assieme a tutte le forze sociali e di movimento che si battono per non pagare la crisi, hanno organizzato una grande manifestazione nazionale.
Gli oltre 70 pullmann e i due treni speciali che sono attesi per sabato non porteranno a Roma unicamente operai, lavoratori della scuola, del pubblico impiego, precari pubblici e privati, ma anche disoccupati, famiglie in lotta per il diritto alla casa, studenti, giovani dei centri sociali.
Il corteo si terrà sul percorso classico delle grandi manifestazioni sindacali – da Piazza della Repubblica a Piazza Navona – nonostante la Questura di Roma abbia tentato in ogni modo, senza riuscirci, di dirottarla in ossequio al Protocollo “ammazzacortei” siglato a Roma da Sindaco, Prefetto, partiti politici e Cgil, Cisl e Uil. Verrà aperto da migliaia di precari di tutti i settori, seguiti dai lavoratori dei Trasporti in lotta anche per difendere il diritto di sciopero. Seguiranno poi i sindacati di base, le forze sociali, gli studenti, le forze politiche.
28 MARZO 2009 ROMA - P.zza Repubblica ore 15
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
CUB - SdL intercategoriale - Confederazione COBAS


Alla manifestazione nazionale indetta dai sindacati di base del Patto di Base (cobas, sdl, cub) parteciperanno anche varie realtà sociali: studenti, migranti, movimenti di lotta per la casa ecc...Contenuti del Patto di Base: Blocco dei licenziamenti. Riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario. Aumenti consistenti di salari e pensioni, reddito minimo garantito per chi non ha lavoro. Aggancio dei salari e pensioni al reale costo della vita. Cassa integrazione almeno all'80% del salario per tutti i lavoratori/trici, precari compresi, continuità del reddito per i lavoratori "atipici", con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati/e. Nuova occupazione mediante un Piano per lo sviluppo di energie rinnovabili ed ecocompatibili, promuovendo il risparmio energetico e il riassetto idrogeologico del territorio, rifiutando il nucleare e diminuendo le emissioni di CO2.


Giornate nazionali e internazionali per il boicottaggio di Israele del 28-29-30 marzo

Comincia anche in Italia la campagna di Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni contro Israele28-29-30 marzo iniziative in tutte le città
Aderendo alla campagna internazionale per il Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni contro Israele che vedrà in lunedì 30 marzo una giornata mondiale di mobilitazione BDS, invitiamo in tutte le città italiane a dare vita a iniziative tese a promuovere il boicottaggio dei prodotti israeliani, il disinvestimento delle aziende italiane attive sul mercato israeliano e la richiesta di sanzioni contro le autorità israeliane e i loro apparati economici, politici, scientifici, industriali.
La campagna italiana comincerà sabato 28 marzo con presidi, sit in, manifestazioni davanti ai centri commerciali e ai grandi supermercati.
In questi giorni arrivano quasi quotidianamente notizie e denunce che confermano i crimini di guerra commessi dalle forze armate e dal governo israeliano contro la popolazione palestinese di Gaza, mentre gli assetti politici che si vanno configurando in Israele dopo le recenti elezioni confermano il progetto di apartheid contro i palestinesi sia nei Territori Occupati che all’interno stesso di Israele.
Il sistema di apartheid e l’economia di guerra israeliani vanno isolati e indeboliti con una forte campagna di boicottaggio internazionale.
Invitiamo per questo tutte le reti, le associazioni, i movimenti a mettere in campo le prime iniziative di boicottaggio per le giornate del 28-29-30 marzo.
Comunicate quanto prima il calendario, gli appuntamenti e le caratteristiche delle iniziative che realizzerete nella vostra città.
Una giornata di mobilitazione coordinata a livello nazionale e internazionale può cominciare a mandare il segnale giusto sia alla resistenza del popolo palestinese che all’arroganza delle autorità israeliane.
Unisciti alla Giornata Globale d’Azione sul Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS Campaign), 30 marzo 2009Lanciata al Forum Sociale Mondiale in Belém, Brasile
Vi indichiamo le prime iniziative già previste
Il 28 marzo a Milano
inizia la campagna con il presidio di numerosi centri commerciali, e, sono stati organizzati, fino ad ora, i seguenti presidi di controinformazione a cui invitiamo tutti e tutte a partecipare:
Ipercoop di viale Umbria dalle ore 16,00
Esselunga di viale Sarca dalle ore 16.00
EsseLunga di via Legnone angolo Jenner
Corbetta, Esselunga, alle 17:30.
Il 30 marzo ore 18:00 Presidio al Comune di Milano davanti a Palazzo Marino Per denunciare gli accordi di gemellaggio e di addestramento della polizia locale milanese da parte delle forze militari israeliane.
Il 28 marzo a Roma
alle ore 10.00 davanti ad Auchan a Casalbertone
alle ore 14.30 spezzone e distribuzione materiale informativo alla manifestazione nazionale dei sindacati di base
Il 30 marzo alle ore 17.30 manifestazione in piazza S. Marco
Gli appuntamenti per la campagna di BDS a Bologna
28 marzo
volantinaggi davanti ai supermercati del centro storico
30 marzo sit-in davanti alla PAM di via Corticella ore 17.30
comitato palestina bologna
Iniziative boicottaggio a Firenze e Pistoia
sabato 28 ore 10 mercato Piazza Duomo, Pistoia
sabato 28 ore 11 mercato rionale Gavinana, Firenze
sabato 28 ore 11.30 Piazza Dalmazia, Firenze
sabato 28 ore 15 mercato Campi Bisenzio, Firenze
lunedì 30 ore 10 mercato Piazza Giusti, Monsummano Terme
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos Campi B. (FI), Centro Popolare Autogestito CPA Fi-Sud, Collettivo Politico Scienze Politiche Firenze, Ass. Amicizia Italo-Palestinese Firenze, Comitato di appoggio alla resistenza palestinese-Pistoia
Iniziative a Pisa
29 marzo: Presso il circolo agorà – Via Bovio 48/50, Pisa
Ore 20 cena palestinese (10 euro su prenotazione)Ore 21,30 concerto del gruppo di musica arabo/palestinese “MARAM”
30 marzo: Ore 17–20 Presidio informativo in Corso italia / angolo Piazza del CarmineSpettacolo teatrale “L’ultimo giorno” della compagnia M K Ultrra
Il ricavato delle iniziative sarà destinato ai progetti di solidarietà con il popolo palestinese
Prenotazione cena 3491394787 - 050500442 – 3296947952
Coordinamento provinciale pisano di solidarietà con la Palestina
Genzano (RM) Sabato 28 marzodalle 10.00 alle 12.00 presidio per il boicottaggio davanti alla Coop in via Emilia Romagna
Rimini: L’appuntamento è per tutti sabato 28 marzo dalle ore 17 presso Iper "Le befane".
Sardegna:
30 Marzo 2009 - ore 16,30 INCONTRO In occasione della giornata per la Palestina e il boicottaggio di Israele e in collaborazione con Gruppo FalastinIncontro con l´ "Associazione Amicizia Sardegna-Palestina""Boicottare Israele: come e perché?"Facolta' di Lettere - Via Is Mirrionis 1 - Aula 15 Cagliari
VOLANTINAGGI davanti a vari supermercati e nelle facoltà universitarie di Cagliari.
Buon lavoro a tutte e a tutti
Il Forum Palestina

Oggi, alle ore 12, diretta tv per la presentazione del nuovo simbolo unitario per le elezioni europee: Prc-PdCi-Socialismo2000-Consumatori

Elezioni europee: oggi Sabato 28 Marzo, alle ore 12.00 presso l'Hotel Nazionale (piazza Montecitorio, Roma) Paolo Ferrero, Oliviero Diliberto, Cesare Salvi e Bruno de Vita a nome, rispettivamente, di Rifondazione comunista, Pdci, Socialismo 2000 e Consumatori uniti illustreranno, in una conferenza stampa comune, l'accordo raggiunto per una proposta politica unitaria e una lista comune alle prossime elezioni europee. Nel corso della conferenza stampa verrà illustrato il documento programmatico unitario e il simbolo con il quale esse si presenteranno alle prossime elezioni europee.
Oggi, Sabato 28 Marzo, alle ore 12, diretta tv per la presentazione del nuovo simbolo unitario per le elezioni europee

I Racconti del terrore nella Crisi

di Pino Cabras
I professionisti dell’ottimismo cercano di scorgere una ripresa, una luce in fondo al tunnel della Grande Crisi. Noi, che pure non siamo professionisti del pessimismo, ci limitiamo a osservare sgomenti l’inanità degli sforzi dell’amministrazione Obama, tesa a salvare il sistema senza avere soluzioni. Ancora dollari, migliaia di miliardi (ossia milioni di milioni) sono iniettati nel sistema finanziario in un’operazione disperata di costosissimo “mesmerismo”. Come il signor Valdemar descritto da Edgar Allan Poe, il sistema è morto ma la trance degli infiniti “salvataggi” in limine mortis ci fa giungere ancora le sue voci aspre e spezzate, mentre la decomposizione avanza. Il racconto di Poe si conclude così: «di fronte a tutti i presenti, non rimase che una massa quasi liquida di putridume ributtante, spaventoso». Chiameremo così anche l’inflazione?
Nel giro di pochi mesi, gli Stati Uniti hanno incenerito il denaro di un po’ di generazioni a venire. Il problema della solvibilità dell’Impero più potente della Storia si presenterà ormai con un rendiconto ineludibile. A breve.
L’economista Paul Krugman, ancora fresco di Nobel, è sempre più sconfortato, di fronte alla coazione a ripetere del Tesoro USA. Uno dopo l’altro, i “bailout” senza fondo vanno a beneficio delle banche e delle assicurazioni. I cinesi cominciano a porre come un’urgenza assoluta la questione della valuta di riferimento mondiale. Il dollaro così com’è non ha più credibilità. Gli USA non puntano nemmeno ai prestiti, come hanno fatto nell’ultimo scellerato decennio. Pensano solo a oliare bene le stampatrici della zecca.
Per la Grande Depressione degli anni trenta la soluzione adottata dagli USA fu il “New Deal”, che fece riacquistare fiducia e speranza al grande malato, con un forte ancoraggio a Main Street anziché a Wall Street. Oggi si punta sulla finanza, nell’idea che ripristinando il credito privato tutta la macchina economica ripartirà. Si tratterebbe di bonificare dai veleni i bilanci delle banche, sgonfiare fino in fondo la bolla dei debiti di chi vive al di sopra dei propri mezzi nella classe media, e lasciare però le banche così come sono, perché presto o tardi riattiveranno il credito. Una cifra pari al PIL degli USA è già stata stanziata allo scopo, un quarto di essa è già stato speso, eppure il credito non riparte. La strategia non serve dunque a questo scopo.

Non c’è più nulla che possa essere in grado di puntellare ideologicamente le dottrine del mercato in piedi fino a pochi mesi fa. Appare solo il potere della Superclasse finanziaria globale in tutta la sua brutalità. L’economia, la vita di miliardi di persone, è di fatto sotto gli effetti di una coercizione istantanea e violenta, «extraeconomica». Di norma nel capitalismo sviluppato la classe dominante usa queste brutalità come «stato di eccezione», mentre fu invece uno dei mezzi principali adottati nel periodo della «accumulazione originaria», per dirla con Marx.

Oggi c’è invece una sorta di «decumulazione originaria», un crollo che non tutti affronteranno con gli stessi mezzi. La Superclasse sta già profittando della sua forza extraeconomica per decidere chi salvare e chi sommergere. Non si vuole salvare l’economia. Si vogliono strappare al tracollo – costi quel che costi – rapporti di forza e di potere. Come si tradurrà una parola come democrazia nel linguaggio delle locuste? Il verso che emettono, per ora, è sempre uno: “bonus”, a dispetto di tutto. Continuano così la loro vita da nababbi a spese anche dei nostri futuri nipoti, in nome della legalità contrattuale, difesa da squadre di avvocati e da terrificanti giornalisti economici, proprio mentre moltitudini di lavoratori rivedono i contratti e accettano decurtazioni per la dura congiuntura. Per essi, per i loro contratti da onorare, i milioni di milioni non ci sono.
La Superclasse ha stracciato qualsiasi contratto sociale e parla ancora di legalità, intanto che giustifica lo scandalo del permanere dei propri folli status e stili di vita. Il prossimo passo sarà abbattere anche questo ultimo ridicolo paravento. È vero sì che ci sono già un po’ di rivolte. In Europa dell’Est (l’effimera Nuova Europa decantata da Rumsfeld) son già caduti i governi di tre paesi. Ma non è che si parli troppo di queste ribellioni. Il mainstream informativo tronca e sopisce, e comunque le agitazioni non sono ancora all’altezza della crisi. Di questa crisi.Così come pochi sanno che i primi 25 manager di hedge fund del mondo, nel 2008, alla facciaccia di tutti, hanno incamerato profitti per oltre 11 miliardi di dollari scommettendo sui disastri di questa o quella economia nazionale. Fra gli scommettitori troviamo il solito George Soros, con 1,1 miliardi di profitti in un anno. Equivalgono a 35mila dollari al secondo, anche il sabato e la domenica, anche quando dorme. Buonanotte.
Lo scandalo dei bonus, però, è solo la bistecchina sapientemente usata per ammansire i frodati e sviare la questione vera. I sovrani della grassazione finanziaria, aggrappati al loro «diritto» ai premi e ululanti contro la “caccia alle streghe”, dovrebbero subire ben altro che la perdita dei bonus, perché gli impegni che avevano assunto non avevano copertura e quindi violavano eccome il diritto. Ma per ora in galera c’è solo il capro espiatorio, un caprone bello grosso per la verità, di nome Bernard Madoff.
Giusto scandalizzarci, insomma, ma non perdiamo di vista il fatto che il sistema non è stato riformato. Sebbene banche e assicurazioni importantissime siano ormai a tutti gli effetti nazionalizzate, sono tuttavia dominate dagli stessi soggetti privati che le avevano guidate fin qui e che continuano a ridistribuirsi cifre immani, lasciando che industrie e società intere vadano in malora. La AIG – la grande assicurazione che prima dei tanti salvataggi consecutivi non aveva copertura per le scommesse perdute dalle banche - ha trasferito denaro pubblico per oltre 150 miliardi a banche del calibro di Goldman Sachs, Société Générale, Deutsche Bank, Barclays, HSBC e cosi via. Si tratta di rimborsi integrali, 100 centesimi per un dollaro.
Rendiamoci conto dell’abominio: quel che viene pagato a spese della collettività non sono attivi di bilancio, bensì debiti di gioco. Naturalmente molti hanno perso tutto. Ma non certe banche. AIG è il signor Valdemar dei nostri giorni, non muore ma è morto, perché Goldman Sachs non può morire. Si va oltre il mesmerismo.
Vi aspettereste che aumenti la velocità di circolazione della moneta, che si dia respiro alle industrie e ai mutuatari strangolati. Illusi. Ecco invece Goldman Sachs lanciarsi nelle scommesse del momento, speculazioni letali contro alcune monete, riassicurazioni contro il rischio paese di certe economie nazionali. Ecco i banchieri puntare su aspettative di crolli che si autoadempiono, tutto come prima, per spolpare ancora quel che c’è da spolpare.
Obama ha minacciato fuoco e fiamme contro i bonus. Ma non ha reso illegali i terribili meccanismi della speculazione. Quelli rimangono tutti. Per i pescecani della finanza è un’amnistia di fatto, e la festa continua.
Il senatore indipendente Bernie Sanders, del Vermont, si è accorto dell’assurdità di avere parlamenti che si scannano per giorni nel discutere provvedimenti da qualche decina di milioni, rispettando le delicatezze dei bilanciamenti dei poteri, quando invece la Federal Reserve si inventa in un baleno stanziamenti da trilioni di dollari senza far sapere i destinatari. Il sistema bancario ombra beneficia di un vero e proprio governo ombra con un budget di gran lunga superiore a quello amministrato dai poteri costituzionali, ed è gestito con poteri dittatoriali e meccanismi segreti.
Il collasso globale e i piani di salvataggio hanno gli effetti di un golpe rivoluzionario senza precedenti. Sulle istituzioni si forma una banchisa polare che segue alla lentissima nevicata che pian piano, per decenni, ha tolto loro qualsiasi calore democratico: oggi – scrive Matt Taibbi su «Rolling Stone» - trova la sua consistenza finale «la conquista graduale del governo da parte di una ristretta classe di complici, che usavano il denaro per controllare le elezioni, comprare capacità d’influenza, e indebolire sistematicamente le regole e i limiti per la finanza». Il re è nudo, e se ne frega. L’usura sta compiendo la sua rivoluzione con ingordigia suicida. Edgar Allan Poe non avrebbe potuto immaginare un “personaggio” altrettanto inquietante, così avido, incapace, sconsiderato e criminale quanto il capitalismo terminale. Un capitalismo così mortifero e ghiacciato da non poterlo ancora fissare in un concetto di “normalizzazione”, perché ci introduce comunque a un’epoca di pericolosa instabilità.
In che mani siamo, dunque? Taibbi è drastico: « Queste persone non sono altro che tizi che trasformano i soldi in soldi, al fine di fare più soldi ancora; tutto sommato sono assimilabili alle persone assuefatte al crack o ai maniaci sessuali che ti entrano in casa per rubare le mutande. Eppure è questa la gente nelle cui mani ora riposa l’intero nostro futuro politico.»

venerdì 27 marzo 2009

Uniti Contro, Insieme per

Comunisti e Sinistra
L'opposizione e L'alternativa

27 Marzo Dibattito Prc-PdCI

Torino - occupato l'ispettorato del lavoro


26 marzo 2009 Presidio e occupazione dell'ispettorato del lavoro di Torino dopo l'ennesima morte di un lavoratore. L'occupazione di protesta ci ha garantito un colloquio con il resp. provinciale dell'ispettorato del lavoro. Abbiamo filmato questo incontro. Sentite cosa dice mentre il governo decide di allentare la morsa di controlli per la sicurezza nelle aziende. ..
A loro i profitti a noi i lutti!
Parte1di3

Parte2di3

Parte3di3

Modifiche a Testo Unico

A grave rischio il diritto alla salute e sicurezza nel lavoro
Cremaschi (Fiom): “Per colpa del Governo ci saranno più morti. La Conferenza Stato-Regioni blocchi il decreto che stravolge il Testo Unico sulla sicurezza”
Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil e responsabile dell’Ufficio Salute, ambiente, sicurezza della stessa Fiom, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.
“Per colpa del Governo ci saranno più morti sul lavoro. Di fronte alla crisi economica, allargare le maglie delle vigilanza sulla salute dei lavoratori è come dare il via libera al non rispetto delle più elementari norme di sicurezza. Già oggi, infatti, registriamo un terribile aumento degli infortuni mortali, nonostante che ci siano meno persone al lavoro.”
“Più morti sul lavoro: questa sarà la sostanza degli effetti del depotenziamento normativo del Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e, ancor più, dei segnali concreti che vengono inviati alle imprese da parte del Governo.”
“Dopo il presidio organizzato oggi di fronte a Palazzo Chigi, la Fiom intende proseguire la campagna contro la manomissione del Testo Unico vigente in Italia dal 2008. Il nostro scopo è quello di ottenere che il Governo faccia il suo dovere costituzionale a difesa della salute dei lavoratori.”
“Chiediamo ora alle Regioni di bloccare, nella conferenza Stato-Regioni, le misure varate oggi dal Consiglio dei Ministri.”

Cgil
Con l’approvazione del decreto modificativo del cosiddetto TU salute e sicurezza il Governo svela i contenuti della sua controriforma, dopo mesi di non applicazione, di rinvii, di modifiche e di veri interventi di boicottaggio. Infatti con lo schema di decreto approvato in prima lettura dal CdM il Governo tenta di svuotare il Testo Unico sulla salute e sicurezza.
Il testo interviene pesantemente su tutti i capitoli fondamentali a partire dal Titolo primo, che pure era stato lungamente discusso dal precedente Governo con tutte le parti sociali, mentre l’attuale Governo, benché ripetutamente sollecitato, non ha mai consentito al Sindacato nè alle Regioni di discutere il testo che oggi ha varato.Si riducono drasticamente le responsabilità del datore di lavoro e dei dirigenti, fino ad addossarle al lavoratore. Si interviene su ben due articoli dello Statuto dei Lavoratori, superando il divieto di visita preassuntiva da parte del medico competente (di fiducia del datore di lavoro) e limitando fortemente le RSU e il sindacato nella contrattazione delle condizioni di lavoro che hanno ripercussioni sulla salute e sicurezza. Le buone prassi e le norme tecniche potranno di fatto sostituire le norme di legge. La certificazione della corretta attuazione delle norme (“esimenti” della responsabilità amministrativa delle imprese) può essere esercitata anche dagli Enti bilaterali. Si riduce la tutela sanitaria delle lavoratrici e dei lavoratori, superando la cartella sanitaria di rischio e la relazione del medico competente alle ASL, facendo così anche scomparire di fatto la tutela dalle malattie di origine professionale. Si sposta l’asse dalla rappresentanza dei lavoratori, in particolare delle micro e piccole imprese, verso la bilateralità. Si riducono le tutele per i lavoratori –dipendenti e autonomi- delle imprese in appalto e in sub-appalto. Si riducono fino a dimezzamento le sanzioni, che però vengono aumentate a carico dei lavoratori.
Per tutte queste ragioni la CGIL ribadisce il giudizio positivo sul Dlgs 81/08 e la propria contrarietà al suo svuotamento. Per questo promuove iniziative diffuse nel territorio, invitando alla partecipazione lavoratrici, lavoratori e RLS.
Iniziativa su decreto correttivo del D.Lgs. 81/08
Come avete appreso dalla stampa e da indiscrezioni circolanti da alcuni giorni, il Governo si appresterebbe a portare in CdM il decreto correttivo del D.Lgs. 81/08.
L’esecutivo non ha ovviamente diffuso alcun documento in merito, dichiarando oltretutto per bocca del Ministro Sacconi che non esistono ancora documenti ufficiali né tantomeno definiti in via ultimativa.
Tuttavia dalle dichiarazioni che il Ministro ha sempre rilasciato e secondo le indiscrezioni di cui siamo venuti a conoscenza, sembra che i principali punti su cui il Governo vuole intervenire saranno i seguenti:
depotenziamento e manomissione del sistema sanzionatorio attraverso non solo la diminuzione delle stesse sanzioni pecuniarie e penali, ma anche attraverso una sostanziale deresponsabilizzazione delle imprese e, sembra, addirittura uno spostamento delle responsabilità in capo ai lavoratori;
aumento delle funzioni degli enti bilaterali e l’assegnazione a questi organismi di un ruolo improprio di certificazione che come Cgil abbiamo sempre contestato;
riduzione delle tutele sanitarie attraverso la manomissione delle norme sulla sorveglianza sanitaria e sulle funzioni del medico competente;
cancellazione del divieto di visita preassuntiva.
E’ inutile aggiungere quanto queste indiscrezioni ci preoccupino, poiché verrebbe in questo modo messo in discussione e stravolto come abbiamo già dichiarato l’impianto del Testo Unico.
Importante è dare una immediata risposta sia dai luoghi di lavoro che dai territori come attraverso l’iniziativa nazionale che partirà
dal presidio che la Fiom tiene venerdì 27 dalle ore 11 a Roma
davanti la sede del governo a piazza Colonna
E’ importante la riuscita di questo presidio, tenuto conto anche delle difficoltà a manifestare che sono sopraggiunte da parte della Questura di Roma, per questo vi chiediamo ancora una volta un impegno straordinario ed eccezionale di partecipazione da parte degli Rls ed Rsu.

Parigi, occupata la Sorbona dai ricercatori

Non si ferma la mobilitazione contro la riforma Precresse in Francia. Ieri altra giornata di mobilitazione. Nella mattinata i docenti universitari hanno occupato e bloccato la sede del Cnrs (Consiglio nazionale della ricerca scientifica), impedendo la riunione della direzione. Nel pomeriggio 150 ricercatori hanno occupato simbolicamente la Sorbona come forma di protesta contro il provvedimento governativo che porta la firma del ministro Valerie Precresse ma anche in opposizione alla militarizzazione dell'università parigina, con i poliziotti che stazionano stabilmente dinnanzi agli ingressi e fanno da filtro. Polizia che, tra l'altro, ha caricato gli studenti e le studentesse che manifestavano a sostegno dell'occupazione. Sempre ieri, a Brest, gli studenti hanno costretto alla sospensione il convegno annuale dei presidi di facoltà con la loro irruzione in sala.
L'agitazione nelle università francesi dura da 8 settimane, e deve essere posta in un contesto di scontento diffuso, di molteplici focolai di lotta accesi, ringalluzziti dall'ultimo straordinario sciopero generale che ha avuto la capacità di portare 3 milioni di persone in piazza, in un piano di esteso appoggio alle mobilitazioni contro la crisi.

27 marzo PRESIDIO all'assemblea degli azionisti FIAT a Torino

Fiat: la gestione Marchionne ha prodotto “aria fritta” e pesanti tagli occupazionali.
Nel settore auto gli occupati sono scesi da 74.292 nel 2000 a 52.634 nel 2008 e in dieci anni sono stati cumulati 12,3 miliardi di perdite e 696 milioni di utili. Ripensare il futuro dell’auto.
Difendere ora stabilimenti, occupazione e reddito di chi lavora.

Marchionne in questi anni è riuscito nell’impresa di presentare fiat auto come una azienda brillante e vincente. Non fermandosi al boom in borsa, la realtà è molto diversa: dal 1998 al 2007 il settore auto ha chiuso otto bilanci in perdita per un totale di 12,3 miliardi di euro e due bilanci con un utile totale di 696 milioni di Euro.
L’occupazione: Nel settore auto sono stati tagliati 22.668 posti di lavoro in otto anni: gli occupati sono scesi da 74.292 nel 2000 a 52.634 nel 2008 con la complicità di cgil, cisl e uil. Solo dal 2007 al 2008 sono stati espulsi oltre 7.000 lavoratori. Fiat in questi anni si è distinta nel reprimere i lavoratori ricorrendo anche ai licenziamenti illegittimi, e nell’impedire l’esercizio dei più elementari diritti sindacali, anche quello della delega, alla Flmuniti-Cub ed ai suoi iscritti.
Le settimane di cassa integrazione diventano sempre numerose con notevolissime perdite salariali per i lavoratori.
La gestione Marchionne, favorita dall’aumento del valore azionario determinato dagli investimenti in Fiat dei fondi americani, ha determinato un risanamento solo “virtuale”, mentre nella realtà si distruggeva la capacità industriale di Fiat Auto con la riduzione degli investimenti sull’auto, la diminuzione della capacità produttiva in Italia e lo spostamento all’estero delle produzioni.
In 3 anni la produzione di auto in Italia si è dimezzata ( da 1,4 milioni nel 2005 a 700.000 auto nel 2008), è stato abbandonato il marchio Alfa e sono stati bloccati tutti gli investimenti sulle vetture a basso impatto ambientale.
Anche se non ci fosse la crisi, lo stabilimento di Pomigliano produrrebbe solo 300 vetture al giorno (solo la 159) contro una potenzialità di 1.000, Termini Imerese solo 350 vetture.
Non stanno meglio gli altri stabilimenti; Mirafiori è passata in quattro anni da 1200 a 550 vetture al giorno, Arese è stato letteralmente distrutto. Contemporaneamente le produzioni sono state spostate in Polonia, Turchia, Serbia, e adesso si punta su India e Usa.
Il gruppo Fiat: a livello di gruppo la proprietà si è ben remunerata: dal 1970 al 2003 circa 15 miliardi di € tra dividendi ordinari e conferimento di azioni gratuite o a prezzo di favore.
Nel 2009 il consiglio di amministrazione ha deliberato l’attribuzione di 8 milioni di azioni ai manager, di cui 2 milioni al solo Marchionne.
Negli ultimi 4 anni Fiat Group ha dichiarato utili per 6,346 Miliardi di € (1,151 Miliardo € nel 2005, 1,420 Miliardi € nel 2006, 2,054 Miliardi e nel 2007 e 1,721 Miliardi € nel 2008.
Può sembrare paradossale ma gli utili dichiarati nel 2008 ( 1,7 miliardi di €) sono il frutto dell’aumento dell’indebitamento e del dimezzamento della liquidità.
Difendere ora gli stabilimenti, l’occupazione e il salario.
L’obiettivo immediato della nostra azione sindacale è quello di difendere gli stabilimenti e l’occupazione in Italia rivendicando la distribuzione del lavoro e la riduzione dell’orario a parità di salario attraverso la conquista della settimana corta.
Nello stesso tempo rivendichiamo la conferma dei rapporti di lavoro in essere a qualsiasi titolo aperti e il ristabilimento del valore della cassa integrazione all’80 % reale del salario.
Questo comporta un intervento economico del governo, delle Regioni e della Fiat.
Quali prospettive per l’auto?
La crisi attuale è il risultato anche delle politiche espansive di tutte le case automobilistiche (la stessa Fiat nel piano Marchionne del 2007 prevedeva di vendere 3,5 milioni di auto). Oggi nel mondo c’è una capacità produttiva di 50 milioni di auto all’anno a fronte di un reale assorbimento di 30 milioni.
Per questa ragione non è sufficiente rendere le auto meno inquinanti, anche se questo rimane l’obiettivo nel medio periodo. È necessario interrogarsi se ha senso dedicare ingenti risorse per mantenere un modello di trasporto basato principalmente sull’auto privata, a discapito del soddisfacimento di altre domande sul versante dell’energia, della tutela dell’ambiente a del territorio
I progetti di alleanza di Fiat
La FlmUniti Cub, dopo il fallimento dell’accordo con Gm, aveva proposto di costituire il polo delle auto sportive Alfa, Maserati e Ferrari per mantenere la presenza nella gamma medio alta. Non è stato fatto, anzi la Fiat ha addirittura praticato l’uscita dai segmenti alti.
Adesso c’è la prospettiva di un accordo con Chrysler che potrebbe portare qualche risultato agli azionisti, ma non produrre ricadute occupazionali negli stabilimenti italiani.
E’ miope pensare di superare la crisi con incentivi alla rottamazione di auto ed eventuali aiuti diretti alla Fiat; ciò è confermato dal fatto che queste proposte già praticate nelle ripetute crisi precedenti non hanno prodotto risultati.
A maggior ragione non ne produrranno ora: è solo la scelta di chi vuole far pagare ai lavoratori la crisi proponendosi di ripartire come prima.
Il Governo deve imporre a Fiat il mantenimento dell’occupazione e degli stabilimenti con l’aumento della produzione di auto in Italia e la continuità del reddito dei lavoratori.
FlmUniti-Cub organizza per il 27 marzo, in concomitanza con l’assemblea degli azionisti Fiat, un presidio al Lingotto (To).
Federazione Lavoratori Metalmeccanici
Confederazione Unitaria di Base
Milano V.le Lombardia 20 – tel. 02-70631804
www.cub.it - e mail cub.nazionale@tiscali.it

I Padroni sono in crisi?...ci pensa Bertinotti

Cari compagni
Abbiamo notato da questo manifesto che Fausto Bertinotti e Aldo Bonomi lavorano ad un progetto.
Ma chi è questo Aldo Bonomi con cui Bertinotti fa comunella con l’intento di portarci fuori dalla crisi capitalistica?
Bonomi è conosciuto da tutti coloro che si sono occupati dello stragismo in Italia come uomo legato ai vari fenomeni terroristici di destra e di "sinistra" e alla strategia della tensione messa in essere dalla P2 e dai servizi segreti italiani, americani, della Nato e israeliani. Il Bonomi è colui che diede il passaporto, nel 1970, per farlo espatriare, al finto anarchico Gianfranco Bertoli, l'uomo venuto da Israele nel 1973 per compiere la strage alla Questura di Milano in via Fatebenefratelli. Bertoli era un confidente del Sifar e camerata degli ordinovisti veneti.
Su Aldo Bonomi esiste una ricca documentazione prodotta in buona parte dalle inchieste del giudice Salvini sulla strage di piazza Fontana, dal giudice Lombardi sulla strage alla Questura di Milano e da una serie di libri che si occupano del fenomeno eversivo nelle sue varie forme:
Sovranità limitata - Storia dell'eversione atlantica in Italia - di Antonio e Gianni Cipriani - Edizioni Associate
Lo Stato invisibile - Storia dello spionaggio in Italia dal dopoguerra a oggi - di Gianni Cipriani - Sperling & Kupfer EditoriI servizi segreti in Italia - dal fascismo alla seconda repubblica - di Giuseppe De Lutiis - Editori Riuniti
Il partito del golpe - Le strategie della tensione e del terrore dal primo centrosinistra organico al sequestro Moro - di Gianni Flamini - Italo Bovolenta editore.
Che cosa sono le BR – Le radici, la nascita, la storia, il presente: Chi erano veramente i brigatisti e perché continuano a uccidere. Una nuova testimonianza del fondatore delle Brigate rosse. Di Giovanni Fasanella e Alberto Franceschini – BUR (Biblioteca Universale Rizzoli)Attenzione compagni ai cavalli di Troia...
Andrea Montella
ALDO BONOMI
UN REAZIONARIO A TEMPO PIENO

Sono almeno vent'anni che il grande capitale finanziario ha messo in atto una pressante operazione culturale con lo scopo di smantellare il pensiero e la critica marxista: si è servito della sua ragnatela massonica e dei filosofi pensiero-debolisti, dei maître à penser soggettivisti operaisti; il tentativo è stato sostenuto dai loro organi di stampa, dalle loro riviste, dal pseudo-riformismo. Il sistema mediatico dei poteri forti ha teso a introdurre nelle classi più deboli filosofie e modelli di pensiero conservatori e reazionari come quelli di Nietzsche, Heidegger, Schmitt, Junger.
Questo pensiero della destra radicale nazional-rivoluzionaria, che bene si estrinseca nella rivista di geofilosofia neocomunitaria Tellus, dove il Bonomi scrive, ha lo scopo di eliminare ogni analisi di tipo economico e identità di classe e diffondere concetti indistinti come moltitudine, folla, comunità di destino per portare larghi strati di popolazione a comportamenti nichilisti-individualisti funzionali allo sviluppo di un progetto che vede l'utilizzo dell'irrazionalità nella politica come elemento portante delle nuove dinamiche consenso/dissenso, tutte interne alle varie ipotesi che il sistema capitalistico è in grado di offrire.
E queste ipotesi sono molteplici: dall'anarchia alle varie ipotesi fasciste, al nazismo, al leghismo, al riformismo senza riforme. Ma lo scopo sul lungo periodo è quello di costruire, in sintonia con l'acuirsi delle contraddizioni tra Europa, Usa e Asia, le condizioni culturali e psicologiche per l'accettazione da parte degli strati sociali subalterni della necessità della guerra. Il capitalismo sta ridefinendo le proprie gerarchie e la guerra accentuerà questo processo, ma il suo potere distruttivo creerà le basi della ricostruzione che allontanerà la crisi del sistema.
Al capitalismo imperialista per realizzare i suoi scopi serve un tipo di umanità infantile, privata di unità interiore, di volontà e fermezza, incapace di progettare un vero cambiamento in quanto preoccupata al soddisfacimento dei suoi bisogni primari.
In ogni realtà nascono movimenti che non pongono la questione di fondo: è riformabile il sistema capitalistico? Il modello sociale esistente che mercifica gli uomini è sostituibile? E con cosa? Oggi più si vede che il sistema capitalistico fa schifo e meno si parla di comunismo, non vi sembra strano? Addirittura non si trovano più case editrici che parlano di questi argomenti, Marx è bandito, mentre fioriscono e vengono rimessi in circolazione pensatori della destra radicale con lo scopo di costruire quell'humus culturale e quel senso comune nazionalistico, funzionale ai bisogni dei vari imperialismi.
Per fare la guerra ci vuole una cultura adeguata.
Un esempio concreto di come il pensiero reazionario possa penetrare, ben mimetizzato dalle tecniche linguistiche della moderna propaganda, nelle menti di persone che mai avrebbero aderito a tali idee, è significativo come Jack Kerouac presentò, ad un incontro, una specie di programma politico culturale della Beat Generation. In esso si parlava della "volontà che unisce i nostri gruppi e che ci fa comprendere che gli uomini e le donne devono apprendere il sentimento comunitario al fine di difendersi contro lo spirito di classe, la lotta delle classi, l'odio di classe! E si concludeva con l'auspicio "Noi andiamo a vivere presto in comune la nostra vita e la nostra rivoluzione! Una vita comunitaria per la pace, per la prosperità spirituale, per il socialismo".
Il pubblico composto da "alternativi" di sinistra ne fu entusiasta ma si raggelò subito apprendendo di aver applaudito un discorso pronunciato da Adolf Hitler al Reichstag nel 1937.
In Germania, durante la Repubblica di Weimar giravano per Berlino degli individui che potremmo definire indiani metropolitani, il viso dipinto e il capo coperto di piume, sembravano dei pellerossa, progenitori dei moderni hippies e dei punk. Si chiamavano Wandervögel (Uccelli Migratori): cultori della natura, sodomiti, violenti e crudeli come moderni pirati. Questi colorati personaggi, toltosi l'orecchino, le penne e i colori sulla faccia, riapparvero inquadrati con lucidi stivali e camicia bruna nei battaglioni delle SA, le famigerate Sturmabteilung. E quando gli chiedevano come mai avessero aderito al movimento politico guidato da Hitler, rispondevano: "Ma è uno di noi".
Ma uno dei moderni teorici di queste ideologie reazionarie che gravitano all'interno e attorno al mondo di Aldo Bonomi è l'antropologo americano Peter Lamborn Wilson che usa lo pseudonimo di Hakim Bey, autore del libro edito dalla Shake T.A.Z., Temporary Autonomous Zone (Zone temporaneamente Autonome), costui è il padre spirituale dei Black Bloc, cultore della pirateria e del protofascista Gabriele D'Annunzio, tanto da considerare nei suoi scritti l'impresa di Fiume, come la prima "okkupazione" punk e rap di una città.
Questa cultura oggi contamina sia i Centri sociali legati a personaggi che avevano come punto di riferimento l'Autonomia, il Manifesto e la rivista Derive e Approdi che si definiscono di sinistra, sino ad ambienti politici di destra legati all'ambito culturale della rivista Orion, infine trovandosi in sintonia con le posizioni enunciate da Marco Tarchi di Diorama Letterario.
In un mondo globalizzato con confini molto deboli anche i confini dei valori tendono a sparire; un operatore di questa dissoluzione è il nostro Aldo Bonomi di cui tracciamo un'interessante scheda biografica non autorizzata.
Aldo Bonomi nasce a Grosio in provincia di Sondrio (Valtellina) il 12 novembre 1950. Il padre è stato sindaco per la Democrazia cristiana a Tresivio.
Alla fine degli anni Sessanta Bonomi inizia a prendere contatto con i circoli anarchici della Valtellina.
Contemporaneamente però è assiduo frequentatore di un bar di Sondrio, il "Bubu", covo di elementi locali dell'estrema destra e assolutamente off-limits per tutti i militanti di sinistra (pena sprangate).
Il nostro si iscrive alla facoltà di Sociologia dell'Università di Trento. Nella primavera del 1970, con altri studenti, sequestra un sindacalista della Cisnal che viene costretto a sfilare con un cartello di denuncia per le vie della città. I responsabili dell'episodio vengono processati, ma il collegio di avvocati che difende i giovani di sinistra rifiuta di assistere Bonomi, giudicando equivoca la sua posizione politica (viene nominato un difensore d'ufficio).
Sempre nel 1970 Bonomi inizia a frequentare Milano, facendo qualche sporadica apparizione anche nel circolo anarchico "Ponte della Ghisolfa". È qui, ufficialmente, che entra in contatto con il sedicente anarchico Gianfranco Bertoli, ricercato per una rapina a mano armata compiuta a Padova. In seguito all'inchiesta sulla strage alla Questura di Milano, in via Fatebenefratelli, condotta dal giudice Lombardi, Bertoli è all'epoca individuato come un agente dei Servizi che ha appena operato in stretto contatto con ambienti neofascisti a Padova, con uomini del progetto Rosa dei Venti in Alto Adige e con i terroristi del MAR (Movimento di Azione Rivoluzionaria) di Carlo Fumagalli, attivo proprio in Valtellina.
Alla fine del 1970 Aldo Bonomi con Umberto Del Grande organizza l'espatrio e la fuga del ricercato Grianfranco Bertoli, fornendogli il passaporto precedentemente sottratto a Massimo Magri, un militante del Partito Comunista Marxista Leninista d'Italia.
Per il passaggio della frontiera Bonomi si incarica di ospitare Bertoli in una sua baita sopra Tresivio e lo affida poi ai contrabbandieri per il superamento del confine. La fuga di Bertoli e il ruolo di Bonomi sono precisamente ricostruiti dalla sentenza del marzo 1980 pronunciata dal giudice Antonio Lombardi. Bertoli tornerà in Italia, dopo un breve giro in Svizzera e Francia e una lunga permanenza in Israele nel 1973, giusto alla vigilia della strage della Questura di Milano.
Bonomi intensifica la sua attività, prende contatti con i gruppi legati a Giangiacomo Feltrinelli e inizia a collaborare con le Brigate Rosse: sua è l'inchiesta interna sull'infiltrato Marco Pisetta. Le BR dimostrano peraltro fiducia relativa nel Bonomi, al quale, dopo il 1973, viene contestata anche la collaborazione offerta a Bertoli: Bonomi si giustifica citando la "solidarietà anarchica" e intensifica il suo rapporto con l'organizzazione.
Bonomi si presenta come uomo delle BR, anche agli estremisti tedeschi con cui entra in contatto viaggiando in Germania. Tuttavia persiste il sospetto di suoi rapporti con formazioni di altro segno. Nel 1974 è presente ad un raduno di estrema destra (con il MAR di Fumagalli, Edgardo Sogno e altri "patrioti") svoltosi a Grosotto in Valtellina; scatta anche alcune foto che passa alle BR, così come realizza un'inchiesta sul "SID parallelo", forte della sua conoscenza di Bertoli e compagnia. I risultati di queste inchieste fornite ai "compagni terroristi" non dissipano i dubbi sulla sua figura, rafforzati da due indagini interne compiute su Bonomi da Lotta Continua e dal Partito Comunista Marxista Leninista. La documentazione fornita da Bonomi e quella su Bonomi verranno trovate nel fascicolo "Bertoli" nel covo delle Brigate Rosse di Robbiano di Mediglia.
Nel 1975 Aldo Bonomi viene arrestato come appartenente alle Brigate Rosse, nell'ambito dell'inchiesta condotta dai magistrati torinesi Caselli e Caccia sui rapporti tra le Brigate Rosse e la rivista Controinformazione, su cui Bonomi scrive. Dopo alcuni mesi Bonomi viene scarcerato in attesa del processo (sarà nel 1982); è assistito da due avvocati che sono anche noti esponenti della destra democristiana valtellinese: il parlamentare Tarabini e l'ex-sindaco di Sondrio Venosta. Arrestato, rinviato a giudizio, Bonomi sembra ormai "bruciato", anche perché le stesse BR negano la sua appartenenza all'organizzazione, ritenendolo solo un "collaboratore", tra l'altro sospettato di fare il doppio gioco.
Bonomi continua però a scrivere su Controinformazione, dove è diventato il custode della linea politica della rivista, dopo aver messo in minoranza il direttore Antonio Bellavita. Intensifica in questo periodo i contatti con la nascente area dell'Autonomia, specialmente con il nucleo di Padova egemonizzato da Toni Negri, noto per i suoi rapporti negli anni Sessanta con la Fondazione Rockfeller, ex cattolico di destra passato al PSI grazie a Corrado Simioni uomo legato alla CIA, leader di Potere Operaio e di Autonomia. Nel 1981 Negri viene messo nel carcere di Palmi e lì incontra Franceschini e altri brigatisti; durante una discussione lo accusa di "ottuso vetero comunismo" e successivamente afferma che l'unico che aveva capito tutto era Horst Mahler della Rote Armee Fraktion. Oggi Mahler è l'avvocato di riferimento dei nazisti tedeschi, e collabora con l'area della rivista autonoma Rosso. Recupera anche i rapporti con i vertici di Lotta Continua.
Tra la fine del 1977 e l'inizio del 1978, poco prima del sequestro Moro, arriva in Italia sotto falsa identità un agente straniero, Volker Weingraber, nome di battaglia "Michael Goldman" che era in stretti rapporti con un funzionario del SISMI. L'agente segreto si stabilì a Milano, città dove in seguito avvennero, durante il sequesto Moro, i contatti fra BR e la Rote Armee Fraktion. Ritenuto da tutti un compagno fidato, Weingraber aveva ricevuto l'ordine di infiltrare le BR e i gruppi dell'ultra sinistra italiana. Difatti abiterà nell'appartamento di Aldo Bonomi, si trasferirà poi nella casa di due militanti di Autonomia Operaia, Alberto e Franca Zuliani, in via Solari, nello stesso palazzo del giornalista Walter Tobagi.
Nel 1980 realizza anche la rivista Strategie con Primo Moroni (riferimento milanese dell'area vicina ad Autonomia e fondatore della libreria Calusca) e Augusto Zuliani (personaggio di secondo piano, sospettato peraltro di collaborazione con Servizi segreti stranieri), Zuliani è stato collaboratore del mensile della Fiom CGIL "Il Metallurgico" sino ai primi anni Novanta, oggi scrive sulla rivista nazionalcomunitarista Orion e sulla Padania, il giornale della Lega di Bossi e ha scritto il più lungo e preciso necrologio di Primo Moroni sempre su Orion la già citata rivista neocomunitarista, variante linguistica del nazionalsocialismo.
Bonomi coltiva anche i suoi rapporti internazionali: sul finire degli anni Settanta viaggia ancora in Germania e soggiorna per un lungo periodo in Francia, dove è riparato nel timore di un suo coinvolgimento nelle inchieste giudiziarie sull'Autonomia che hanno portato agli arresti del 7 aprile e del 23 dicembre 1979.
Rientra comunque per la conclusione del processo "Controinformazione-Brigate Rosse" che lo vede imputato a piede libero. La sentenza del Tribunale di Torino lo vede condannato a quattro anni, ma Bonomi, grazie ai benefici di legge e alla libertà vigilata, non torna in carcere.
Nel 1982 e nel 1983 Bonomi dirige un corso residenziale a Botticino Sera, in provincia di Brescia, per la formazione di esperti di una nuova figura professionale: l'agente per lo sviluppo del territorio. Il corso è realizzato sotto l'egida dell'ENAIP (l'ente delle ACLI che si occupa della Formazione professionale) e con i contributi finanziari del Fondo Sociale Europeo (FSE). Bonomi è infatti utilizzato anche dalla CEE come consulente per tematiche legate all'organizzazione del lavoro e ai modelli sociali.
Terminato il corso, Bonomi fonda con alcuni dei neodiplomati (tutti laureati, prevalentemente ingegneri, architetti e agrari) l'Associazione degli Agenti per lo Sviluppo del Territorio (AASTER). L'Associazione si occupa di promuovere la nuova figura professionale e di procurare lavori. I contatti sono prevalentemente quelli di Bonomi (che continua le sue collaborazioni con la CEE). Le prime commesse di lavoro sono con Lombardia Risorse - presieduta dal plurinquisito architetto craxiano Silvano Larini e legata alla dirigenza PSI - per valutazioni di impatto ambientale, con il giro degli urbanisti socialisti che operano nel Piano Intercomunale Milanese (PIM) e con la Provincia di Como (guidata allora dall'ala andreottiana della DC) per un'indagine sulla microimprenditoria nell'Alto Lario.
Con AASTER collaborano alcuni personaggi già noti per essere stati coinvolti nelle inchieste giudiziarie sull'Autonomia quali: Sergio Bologna (che romperà con Bonomi) e soprattutto Franco Tommei (più volte condannato dai tribunali). Intorno al gruppo, senza ruoli precisi, gravita anche Augusto Zuliani.
Nel 1985 Bonomi realizza un altro corso finanziato dal FSE questa volta per esperti in banche dati e sistemi informativi; il corso è realizzato per la Expert, presieduta da Umberto Giovine, buddista, paracadutista, socialista legato a De Michelis e in buoni rapporti con Claudio Martelli (è stato anche segretario politico delle LIF, il movimento federalista che si riconosce nelle posizioni del defunto ideologo leghista Gianfranco Miglio, già uomo di Cefis), collaboratore di Orion, negli anni Novanta partecipa ad un seminario, promosso dalla rivista Relazioni Internazionali, al Circolo della Stampa di Milano con Primo Moroni, Augusto Zuliani, Maurizio Murelli di Orion, Enrico Galmozzi ex Prima linea passato anche lui a Orion. Oggi Giovine milita in Forza Italia ed è responsabile del settore aerospaziale. È anche curatore di Convivio Spirituale Parlamentare che si tiene nella sacrestia di Palazzo Valdina accanto a San Gregorio Nazianzeno, vicino a Montecitorio, dove va a pregare Giulio Andreotti. Tra i partecipanti, consapevoli e inconsapevoli, a questo rito di ecumenismo massonico: Enrico La Loggia (FI), Gustavo Selva (An) e P2, Giovanni Bianchi (Ppi), Paolo Lucchese (Ccd), Valdo Spini, (Ds), Lino De Benedetti (Verdi), Furio Colombo (Ds), Maria Burani Procaccini (FI), Adria Bartolich (Ds).
Il Convivio è l'equivalente italiano del Prayer Breakfast in uso presso il congresso degli Stati Uniti e diversi parlamenti europei. Il National Prayer Breakfast è nato nel 1952 dall'iniziativa del massone e presidente USA Dwight Eisenhower e si ispira all'ecumenismo massonico che utilizza il sincretismo per egemonizzare sia le religioni che la politica. Infatti vi partecipano le quattro religioni presenti in Parlamento.
Nel 1988 viene realizzato un altro corso per agenti per lo sviluppo del territorio, in collaborazione anche con il Politecnico di Milano e con i soliti fondi CEE. Nel frattempo Bonomi continua la sua collaborazione con la CEE e ne intraprende anche con il Censis di De Rita e con l'Enea (l'entratura è Walter Ganapini).
I contributi della Comunità Europea permettono ad AASTER, che nel frattempo ha assunto una vera veste societaria, di realizzare alcuni progetti di formazione in Sicilia e di collaborare a progetti di sviluppo delle aree mediterranee soprattutto in Spagna.
Con l'emergere del fenomeno Lega e dei discorsi federalisti, Bonomi sposta la sua attenzione sociologica agli studi sul localismo e l'organizzazione delle piccole comunità. Negli ultimi tempi riconverte i suoi interessi sull'organizzazione del lavoro, diventando un teorico del postfordismo, argomento sul quale grande spazio gli ha dato il quotidiano "il Manifesto".
Attualmente Bonomi, oltre a curare e dirigere le attività di AASTER, figura tra i collaboratori del Centro Pio Manzù, (che ha tra i membri del comitato scientifico Henry Kissinger e Edward N. Luttwak) di Verucchio, è nel comitato scientifico della rivista di geopolitica Limes, lo troviamo tra i membri del Gruppo di Lisbona in compagnia di Ken Prewitt senior Vice President della Rockefeller Foundation (Bonomi e Negri hanno una predilezione per questa fondazione), è tra gli autori delle provocazioni culturali del gruppo che si identifica nella sigla Luther Blissett e collabora con la rivista "Derive e approdi"; oltre alla collaborazione con la rivista di estrema destra "Tellus" il nostro trova largo spazio dal 1997 sul Corriere della Sera dove scrive anche Carlo Formenti (ex Autonomia) che non perde occasione per propagandare le pubblicazioni del suo amico. Come del resto fa Paolo Mieli (ex Potere Operaio) nei confronti di Toni Negri, che pubblica per Rizzoli i suoi "lavori".
Bonomi poi lo troviamo in ottimi rapporti con Marco Revelli: i due scrivono e dibattono sul settimanale Vita di area ciellina. Ha ottime entrature a Radio Popolare grazie a Bruna Miorelli e Tiziana Ricci. Largo spazio gli fornisce anche la rivista Carta.
Il Bonomi ha buoni rapporti con i Rotary, organizzazione paramassonica studiata da Gramsci come uno dei più importanti strumenti per la diffusione dell'ideologia capitalistica e per creare quella rete di controllo del territorio fondamentale per il dominio imperialista, infatti è stato relatore ad un incontro tenutosi nelle Marche esattamente a Civitanova Marche il 13 settembre 2002 al Teatro Cecchetti.
Bonomi è nel comitato scientifico della rivista Mille Piani, è direttore della rivista Iter, collabora con Evenement European; inoltre è riuscito, grazie alla scarsa memoria di molti compagni, a lavorare per la CGIL di Milano e della Lombardia, ma è ben introdotto anche nella CISL, grazie agli storici legami con Sandro Antoniazzi che ospita AASTER nella sede sindacale di via Tadino, quando il Bonomi non era ancora affermato nella nuova veste di ricercatore sociale; ma quello che inquieta è che settori del credito in particolare quelli legati a Mediobanca come Unicredito gli abbiano commissionato dei lavori.
Sorge spontanea una domanda: quali garanzie ha dato il Bonomi ai padroni del credito?
Per farla breve: un personaggio con un simile curriculum vi sembra di sinistra? Non sono un po' sospetti anche coloro che gli danno tanto spazio mediatico?
Bibliografia
L'Avanti del 31 maggio 1975 - Chi è il personaggio che fece fuggire Bertoli - di Piero V. Scorti - e - Bertoli entrò nel "Sid parallelo" - di Marcella Andreoli
La Stampa del 17 febbraio 1982 - Bellavita è condannato a 9 anni a 6 i brigatisti Paroli e Lintrami.
DOVE CORRONO I POPOLARI - MITI E MOTI, SOGNI E BISOGNI, PROTESTE E PROPOSTE - a cura di Lino Duilio - LA COMPAGNIA DELLA STAMPA
Il ponte della Lombardia - La ricca esperienza del Consorzio A.Aster - di Vittorio Moioli
L'ESPRESSO del 21 marzo 2002 - IL SAGGIO - Pro-global sul campo - di Giuseppe Berta
Il partito del golpe di Gianni Flamini - Italo Bovolenta editore
Sovranità limitata di Antonio e Gianni Cipriani - Edizioni Associate
Lo Stato invisibile - Storia dello spionaggio in Italia dal dopoguerra a oggi - Gianni Cipriani - Sperling & Kupfer Editori
Convergenze parallele - Le Brigate rosse, i servizi segreti e il delitto Moro - Sergio Flamigni - KAOS EDIZIONI
Mara Renato e Ia Storia dei fondatori delle BR di Alberto Franceschini - Oscar Mondadori
IL SISTEMA OCCULTO - la fuga dalla ragione nella politica e nella società del XX secolo - James Webb - Sugarco Edizioni
Horst Mahler: "Germania ai tedeschi" - Il Manifesto 3 maggio 2001 di G.A. da Berlino
Corriere della Sera del 9 luglio 1981 - Giornale di Autonomia pubblicò il dossier CIA mandato da Gelli - di Sandro Acciari
www.intermarx.com/ossto/archivio.html - Quando il fascismo si colora di rosso - Archivio Antifascista Venezia
LA CONTRADDIZIONE - bimestrale di marxismo n. 70, 74 , 75, 76, 78 - Destra sinistra - tra patti neocorporativi, ceto medio e metaterritorio - Alle radici del corporativismo - patto sociale, patto territoriale e "cartismo" corporativo fascista - Comunitarismo e postoperaismo - per una critica di diritto e reddito di cittadinanza -Immaterialità del cybercomunitarismo - passato e presente del soggettivismo operaio e post operaio - immaterialismo storico - a proposito di neosoggettivismo postoperaista - Roberto Di Fede
TRIBUNALE CIVILE E PENALE DI MILANO - UFFICIO ISTRUZIONE - SEZIONE DECIMA - R.G.G.I. 2322/73 Stralcio + 2762/73 F + 1650/74 F R.G.P.M. 6703/73 www.diorama.it/rast-marin.html
ORION aprile 1998 n. 163www.labibliotecadibabele.it/riviste.htm www.labibliotecadibabele.it/antaagonista.htm www.libroelibri.com/barbarossa.htm
LaPADANIA pagina 11 -martedi 5 settembre 2000 - Libri-plagio a scuola: la faziosità a sinistra. firmato Augusto Zuliani