martedì 10 marzo 2009

Come si salvano i banchieri

Di Cavalieri Tiziano
Nell’ultima settimana di febbraio e nella prima di marzo la borsa americana, continuando un trend che dura da sei mesi, ha registrato un’accentuata e brusca caduta dei valori azionari in particolare nel settore dell’auto (General Motors), dei settori base (chimica e metalli) e delle banche (Citigroup, Bank of America, JPMorgan chase, Wells Fargo).

L’attuale caduta dei valori bancari sembra trascinata dalla situazione dell’American International Group (A.I.G.) il gigante assicurativo che ha registrato la peggiore perdita trimestrale della sua storia (61,7 miliardi di dollari). Durante la bolla immobiliare si era soliti stipulare fra le istituzioni finanziarie ed A.I.G. contratti sul mercato deregolamentato dei derivati con i quali le istituzioni finanziarie assicuravano obbligazioni garantite da mutui o altre attività (contratti di Credit-Default Swaps). In tal modo da un lato A.I.G. evitava di seguire la regola di costituire riserve e dall’altro le banche creavano liquidità ed allargavano i loro affari. Quando e se l’originario titolo di credito-debito (ad esempio la rata del mutuo) non viene pagato si può avere un effetto domino: dal creditore iniziale, ossia la banca, rimbalza sull’assicuratore e di nuovo sulla banca .
Sul New York Times del 3 marzo è uscito un editoriale dal titolo “The Never- Ending Bailout” ossia ed è riferito al caso A.I.G. anche se può essere esteso all’insieme delle istituzioni finanziarie, come sembra fare pochi giorni dopo (6 marzo) Krugman con un articolo dal titolo significativo “The Big Dither” ossia .
In entrambi gli articoli si rileva come al di là delle grandi enunciazioni il Tesoro e la Federal Riserve erogano soldi alle banche in varie forme, in singole tranche di diversa grandezza, in vari e separati momenti, trasformando una forma di intervento in un’altra (da azione privilegiata ad azione ordinaria, da crediti ad acquisti di attività) pagando più del dovuto (ossia di quanto sono i valori di mercato delle attività che detengono e delle azioni), portando la perdita a carico dei contribuenti. Non solo, operando in tal modo gli interventi perdono di trasparenza e non si sa bene chi salvino (sono parole dell’editoriale citato).
Come si legge nell’editoriale: “i salvataggi di A.I.G. mancano di trasparenza: chi ne esce con il danaro? Le maggiori istituzioni finanziarie non sono vittime innocenti di un eventuale fallimento di A.I.G. Si tratta di sofisticati investitori, ed avrebbero dovuto conoscere i rischi che stavano assumendosi, che molto profittarono delle relazioni d’affari prima che tutto crollasse…dovrebbero essere indagati e, per quanto possibile, fatti pagare per il salvataggio……i salvataggi in serie di A.I.G. suscitano particolari perplessità per la loro connessione con le vicende della banca Goldman Sachs a Wall Street”.
Sembra possibile dedurre che il Tesoro americano e la Federal Reserve si stiano muovendo per salvare i banchieri ed il loro potere, ma anche favorendo alcuni e non altri, come per ristrutturare quel potere. In altri termini si continua ad operare come operava il precedente ministro del Tesoro americano. Siamo di fronte ad una continuità che è riconducibile probabilmente alla lobby bancaria di maggior peso: sta qui il fortino del potere che Obama difficilmente potrà espugnare, come si capisce dal seguente articolo, anch’esso sopra richiamato, di Paul Krugman.

Sul New York Times del 6 marzo Krugman rilevava come l’amministrazione Obama quando tratta di come intervenire sulla crisi bancaria si mostri vacillante, si lanciano uno dietro l’altro piani di salvataggio che non sono credibili rispetto al problema che devono affrontare. Secondo Krugman ciò accade per la ragione che i maggiori responsabili del Tesoro e la Federal Riserve ritengono che i crediti difficilmente esigibili, cosiddetti titoli spazzatura, in realtà valgono più di quanto ognuno è disposto a pagare per essi e che se fossero valutati appropriatamente tutti i problemi sarebbero risolti. Per cui, come il Ministro del Tesoro Geithner ha detto (sono parole di Krugman), il lavoro del Governo è quello di provvedere a dare finanziamenti per aiutare i mercati a rimettersi al lavoro spingendo in alto il prezzo dei titoli spazzatura al livello in cui dovrebbero essere. Krugman afferma che questo tipo di finanziamento sarebbe inadeguato a rivitalizzare il sistema bancario: “usando i soldi dei contribuenti per sussidiare i prezzi dei titoli spazzatura l’amministrazione distribuisce a pioggia benefici a coloro che sbagliarono comprando quella merce, qualche beneficio gocciolerà giù dove sarebbe necessario, puntellando i bilanci delle principali istituzioni finanziarie, ma la maggior parte del beneficio andrebbe a persone che non hanno necessità o che non meritano di essere salvate”. Per riportare i titoli spazzatura al valore che salverebbe le banche, ed i banchieri, il Governo , ci dice Krugman, dovrebbe sborsare migliaia di miliardi di dollari. Krugman si domanda come questa che chiama “zombie idea” di sostenere i prezzi dei titoli di difficile esigibilità trovi sostegno : “la risposta -scrive- è che al Tesoro non si vuole ancora vedere in faccia la realtà, non vogliono affrontare lo stato disastroso delle maggiori istituzioni finanziarie perché è veramente difficile salvare una banca sostanzialmente insolvente senza, almeno temporaneamente, nazionalizzarla”

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