Rifondazione Comunista e Rebeldìa lanciano nuovamente l'allarme: "il silenzio aiuta solo la multinazionale a difendere i propri interessi"
Nonostante il passare delle settimane l'incertezza sul futuro della fabbrica Saint-Gobain e dei 400 lavoratori che vi gravitano è sempre più forte.
A lanciare l'ennesimo allarme sulla situazione e a denunciare il comportamento della multinazionale del vetro sono Rifondazione Comunista ed il Laboratorio delle disobbedienza Rebeldìa in una conferenza stampa svoltasi negli scorsi giorni proprio davanti ai cancelli della Saint-Gobain sull'Aurelia.
"L'annullamento da parte della Saint-Gobain dell'investimento per la costruzione del nuovo Forno Float ed il rinvio anche della riparazione (placcaggio) del forno attualmente in funzione anche se in fase di esaurimento", osserva Luca Barbuti, segretario provinciale del Prc "rappresenta una decisione molto grave e ad altissimo rischio per la permanenza della fabbrica a Pisa. Viene così disatteso l'accordo del 2007 siglato tra il comune di Pisa che prevedeva la concessione di una variante urbanistica per l'area della Saint-Gobain ad ovest dell'Aurelia in cambio della costruzione del nuovo Float che avrebbe garantito la permanenza dell'azienda."
"La città, oggi, invece, oltre la cementificazione dell'area dismessa verrà a perdere - prosegue Luciano Turini ex-operaio della Saint-Gobain e abitante nel quartiere di Porta a Mare a pochi passi dalla fabbrica - "una struttura produttiva "storica" con i suoi oltre 400 posti di lavoro, fra dipendenti diretti ed addetti ai servizi e all'indotto. E' paradossale che per settimane si sia discusso sul se fare come fare il placcaggio dell'attuale Float per garantire la produzione per altri 15-18 mesi, visto che il forno è molto vecchio ed usurato, ed ora si dica che è tutto a posto e si può andare avanti. Quale è mai l'affidabilità di una azienda che sottoscrive accordi per centinaia di milioni di euro e dopo pochi mesi non li rispetta più".
Anche Rebeldìa attacca duramente il comportamento della Saint-Gobain che di fatto "si prende gioco, dei lavoratori, dei sindacati e della città intera. La crisi economica può servire talvolta come alibi per giustificare impegni non mantenuti e procedere a ristrutturazioni aziendali; così la Saint-Gobain motiva il suo voltafaccia. Come se fosse credibile che una multinazionale che occupa nel mondo 2000 .000 addetti di cui 4.500 in Italia per 1.700 milioni di fatturato non fosse in grado di pianificare con chiarezza un investimento di 100 milioni di euro in 5 anni, di cui 20 già recuperati dalla vendita dell'area dismessa."
Il problema di cui oggi si discute proseguono gli attivisti di Rebeldìa è come si affronta la crisi e quali strumenti si mettono in campo: "il rallentamento del mercato del vetro a seguito della crisi dei settori trainanti (auto, edilizia) offre oggi l'opportunità per sospendere senza danni la produzione per il periodo necessario per la costruzione del nuovo Float: così da essere in grado di presentarsi al massimo livello produttivo e con le adeguate strumentazioni alla ripresa. Il mancato investimento per la realizzazione del nuovo forno di fatto significa pregiudicare per sempre la possibilità della permanenza della fabbrica nel territorio pisano, e la salvaguardia dei posti di lavoro."
"La strada della liquidazione della fabbrica intrapresa dalla Saint-Gobain - conclude Antonio Piro, responsabile lavoro del PRC- "è perdente non solo per i lavoratori, ma anche per la città e deve essere respinta. Per questo è necessaria una forte mobilitazione di tutta la cittadinanza ed anche delle istituzioni. L'amministrazione comunale deve mettere in campo tutti gli strumenti, compresi quelli urbanistici, a sua disposizione per garantire il rispetto degli accordi siglati nel 2007 ."
A lanciare l'ennesimo allarme sulla situazione e a denunciare il comportamento della multinazionale del vetro sono Rifondazione Comunista ed il Laboratorio delle disobbedienza Rebeldìa in una conferenza stampa svoltasi negli scorsi giorni proprio davanti ai cancelli della Saint-Gobain sull'Aurelia.
"L'annullamento da parte della Saint-Gobain dell'investimento per la costruzione del nuovo Forno Float ed il rinvio anche della riparazione (placcaggio) del forno attualmente in funzione anche se in fase di esaurimento", osserva Luca Barbuti, segretario provinciale del Prc "rappresenta una decisione molto grave e ad altissimo rischio per la permanenza della fabbrica a Pisa. Viene così disatteso l'accordo del 2007 siglato tra il comune di Pisa che prevedeva la concessione di una variante urbanistica per l'area della Saint-Gobain ad ovest dell'Aurelia in cambio della costruzione del nuovo Float che avrebbe garantito la permanenza dell'azienda."
"La città, oggi, invece, oltre la cementificazione dell'area dismessa verrà a perdere - prosegue Luciano Turini ex-operaio della Saint-Gobain e abitante nel quartiere di Porta a Mare a pochi passi dalla fabbrica - "una struttura produttiva "storica" con i suoi oltre 400 posti di lavoro, fra dipendenti diretti ed addetti ai servizi e all'indotto. E' paradossale che per settimane si sia discusso sul se fare come fare il placcaggio dell'attuale Float per garantire la produzione per altri 15-18 mesi, visto che il forno è molto vecchio ed usurato, ed ora si dica che è tutto a posto e si può andare avanti. Quale è mai l'affidabilità di una azienda che sottoscrive accordi per centinaia di milioni di euro e dopo pochi mesi non li rispetta più".
Anche Rebeldìa attacca duramente il comportamento della Saint-Gobain che di fatto "si prende gioco, dei lavoratori, dei sindacati e della città intera. La crisi economica può servire talvolta come alibi per giustificare impegni non mantenuti e procedere a ristrutturazioni aziendali; così la Saint-Gobain motiva il suo voltafaccia. Come se fosse credibile che una multinazionale che occupa nel mondo 2000 .000 addetti di cui 4.500 in Italia per 1.700 milioni di fatturato non fosse in grado di pianificare con chiarezza un investimento di 100 milioni di euro in 5 anni, di cui 20 già recuperati dalla vendita dell'area dismessa."
Il problema di cui oggi si discute proseguono gli attivisti di Rebeldìa è come si affronta la crisi e quali strumenti si mettono in campo: "il rallentamento del mercato del vetro a seguito della crisi dei settori trainanti (auto, edilizia) offre oggi l'opportunità per sospendere senza danni la produzione per il periodo necessario per la costruzione del nuovo Float: così da essere in grado di presentarsi al massimo livello produttivo e con le adeguate strumentazioni alla ripresa. Il mancato investimento per la realizzazione del nuovo forno di fatto significa pregiudicare per sempre la possibilità della permanenza della fabbrica nel territorio pisano, e la salvaguardia dei posti di lavoro."
"La strada della liquidazione della fabbrica intrapresa dalla Saint-Gobain - conclude Antonio Piro, responsabile lavoro del PRC- "è perdente non solo per i lavoratori, ma anche per la città e deve essere respinta. Per questo è necessaria una forte mobilitazione di tutta la cittadinanza ed anche delle istituzioni. L'amministrazione comunale deve mettere in campo tutti gli strumenti, compresi quelli urbanistici, a sua disposizione per garantire il rispetto degli accordi siglati nel 2007 ."
Il Volantino PRC - Rebeldia sul caso Saint Gobain
L'annullamento da parte della Saint-Gobain dell'investimento per la costruzione del nuovo Forno Float ed il rinvio anche della riparazione (placcaggio) del forno attualmente in funzione anche se in fase di esaurimento, rappresenta una decisione molto grave ed altissimo rischio per la permanenza della fabbrica a Pisa.
Viene così disatteso l'accordo del 2007 siglato tra il comune di Pisa che prevedeva la concessione di una variante urbanistica per l'area della Saint-Gobain ad ovest dell'Aurelia in cambio della costruzione del nuovo Float che avrebbe garantito la permanenza dell'azienda.
La città, oggi, invece, oltre la cementificazione dell'area dismessa verrà a perdere una struttura produttiva “storica” con i suoi oltre 400 posti di lavoro, fra dipendenti diretti ed addetti ai servizi e all'indotto.
La crisi economica può servire talvolta come alibi per giustificare impegni non mantenuti e procedere a ristrutturazioni aziendali; così la Saint-Gobain motiva il suo voltafaccia. Come se fosse credibile che una multinazionale che occupa nel mondo 2000.000 addetti di cui 4.500 in Italia per 1.700 milioni di fatturato non fosse in grado di pianificare con chiarezza un investimento di 100 milioni di euro in 5 anni, di cui 20 già recuperati dalla vendita dell'area dismessa.
Al contrario il rallentamento del mercato del vetro a seguito della crisi dei settori trainanti (auto, edilizia, fotovoltacio, etc..) offre oggi l'opportunità per sospendere senza danni la produzione per il periodo necessario per la costruzione del nuovo Float: così da essere in grado di presentarsi al massimo livello produttivo e con le adeguate strumentazioni alla ripresa.
La strada della liquidazione della fabbrica intrapresa dalla Saint-Gobain è perdente non solo per i lavoratori, ma anche per la città e deve essere respinta.
Per questo è necessaria una forte mobilitazione di tutta la cittadinanza ed anche delle istituzioni.
L'amministrazione comunale deve mettere in campo tutti gli strumenti, compresi quelli urbanistici, a sua disposizione per garantire il rispetto degli accordi siglati nel 2007.
Laboratorio delle disobbedienze Rebeldìa Pisa
Viene così disatteso l'accordo del 2007 siglato tra il comune di Pisa che prevedeva la concessione di una variante urbanistica per l'area della Saint-Gobain ad ovest dell'Aurelia in cambio della costruzione del nuovo Float che avrebbe garantito la permanenza dell'azienda.
La città, oggi, invece, oltre la cementificazione dell'area dismessa verrà a perdere una struttura produttiva “storica” con i suoi oltre 400 posti di lavoro, fra dipendenti diretti ed addetti ai servizi e all'indotto.
La crisi economica può servire talvolta come alibi per giustificare impegni non mantenuti e procedere a ristrutturazioni aziendali; così la Saint-Gobain motiva il suo voltafaccia. Come se fosse credibile che una multinazionale che occupa nel mondo 2000.000 addetti di cui 4.500 in Italia per 1.700 milioni di fatturato non fosse in grado di pianificare con chiarezza un investimento di 100 milioni di euro in 5 anni, di cui 20 già recuperati dalla vendita dell'area dismessa.
Al contrario il rallentamento del mercato del vetro a seguito della crisi dei settori trainanti (auto, edilizia, fotovoltacio, etc..) offre oggi l'opportunità per sospendere senza danni la produzione per il periodo necessario per la costruzione del nuovo Float: così da essere in grado di presentarsi al massimo livello produttivo e con le adeguate strumentazioni alla ripresa.
La strada della liquidazione della fabbrica intrapresa dalla Saint-Gobain è perdente non solo per i lavoratori, ma anche per la città e deve essere respinta.
Per questo è necessaria una forte mobilitazione di tutta la cittadinanza ed anche delle istituzioni.
L'amministrazione comunale deve mettere in campo tutti gli strumenti, compresi quelli urbanistici, a sua disposizione per garantire il rispetto degli accordi siglati nel 2007.
Laboratorio delle disobbedienze Rebeldìa Pisa
Partito della Rifondazione Comunista Pisa
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