mercoledì 15 aprile 2009

Il nuovo Editto Bulgaro per Santoro

di Tommaso Vaccaro
ROMA - Mancano soltanto cinque giorni al settimo compleanno dell’Editto Bulgaro con cui Silvio Berlusconi operò la prima grande epurazione in casa Rai. Correva l’anno 2002, per la precisione il 18 aprile, quando Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi, venivano accusati dal Cavaliere di fare un “uso criminoso” del servizio pubblico. Soltanto qualche giorno dopo tutti e tre andavano a casa e i loro programmi venivano rapidamente sostituiti dai neo nominati vertici di viale Mazzini.
Poco o niente sembra cambiato da allora. L’occasione per rilanciare un nuovo assalto alla diligenza della tv di Stato è quella del tragico terremoto in Abruzzo. L’oggetto della polemica, la puntata di Annozero dal titolo “Resurrezione”, ospiti in studio Guido Crosetto del Pdl, l'ex magistrato Luigi De Magistris, l'esponente di Sinistra e Libertà Claudio Fava, il direttore del Giornale Mauro Giordano e il presidente dell'Istituto nazionale di geofisica Enzo Boschi.. Ad aprire il fuoco di fila contro la trasmissione di Michele Santoro, in onda ogni giovedì su Raidue, lo stesso Silvio Berlusconi, che durante la visita alla tendopoli di Monticchio, non riesce a trattenersi e afferma: “La tv pubblica non può comportarsi in questo modo”. E ancora: “Non parlo più di questo - precisa - ma mi sembra che i fatti mi abbiano dato ragione”. A fare infuriare Berlusconi e il centrodestra, le perplessità avanzate dalla squadra di giornalisti di Santoro, sull’andamento dei soccorsi.
Durante uno dei collegamenti dall’Aquila, Sandro Ruotolo raccontava: “Siamo nel Comitato operativo misto e a quattro giorni non c'è ancora un coordinatore, un responsabile. Le tende ci sono, ma alcuni paesi non hanno ancora tendopoli e in alcune tendopoli mancano i bagni chimici, le cucine, l'acqua. E' una macchina che si deve mettere ancora in moto, non è a punto”, quando “ci sono paesi in cui la gente continua a dormire in macchina”.
Ipotesi, queste, che nonostante siano state ampiamente motivate e documentate con immagini e racconti diretti, non sono affatto andate giù al governo ed alla maggioranza. E in effetti di un “fulmine a ciel sereno” si è trattato, tenendo conto che l’informazione sulla tragedia abruzzese, è stata affidata in toto al “docile” Bruno Vespa.
Ma l’offensiva contro Santoro e il suo programma, aumenta di proporzioni nel giro di poco. Dopo le accuse mosse dal premier, arrivano quelle del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Il numero uno di palazzo Montecitorio bolla la puntata andata in onda il 9 aprile come “semplicemente indecente” e poi come “l’unica cosa stonata in questa tragedia”.
Si unisce al coro anche il solito Maurizio Gasparri. Il capogruppo al Senato del Pdl, raccontando di aver ricevuto la proposta di sostituire nello studio di Annozero il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, quest’ultimo impossibilitato a partecipare alla trasmissione, ha riferito di aver declinato l’invito “perché non ho alcuna stima né di Santoro, né di Travaglio né di Vauro, persone con le quali non ho alcun interesse a confrontarmi perché so come fanno le trasmissioni”. Secondo Gasparri: “La capacità di faziosità e di stravolgimento della realtà di Santoro e dei suoi sodali motiva e mobilita i nostri elettori. Grazie a gente come quella noi saremo al governo per sempre. Vauro e Travaglio sono anche peggio di Santoro”. E con la solita sua delicatezza, conclude affermando che “Santoro, e i bassifondi delle città ad alto rischio sono i soli posti che evito”.
Ma anche dal Pd, arrivano nette prese di posizione contro Santoro. Giorgio Merlo, vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai, si associa al fuoco di fila e domanda provocatoriamente: Santoro “può dire e può fare ciò che vuole, contro chi vuole e a danno di chi vuole a prescindere?”. “Sarebbe auspicabile – continua Merlo – che i vertici Rai, di fronte a questo giornalismo, non assumessero una posizione qualunquisticamente pilatesca, ma battessero un colpo”.
Intanto si fa avanti anche l’unica novità di questo ormai collaudato sistema di siluramento della libera informazione: l’indignazione di un alto prelato.
Il vescovo dell’Aquila si spinge, infatti, a dichiarare: “E' vergognoso che si permetta sulla televisione pubblica un dileggio così incivile su un dolore tanto grande affrontato dagli aquilani con molta dignità e un così evidente disprezzo di tutti i soccorritori e i volontari che hanno contribuito con meravigliosa generosità e affrontando gravi rischi a salvare moltissime vite umane”.
Così, mentre il neopresidente e neodirettore generale della Rai, Paolo Garimberti e Mauro Masi, mettono in moto la macchina degli “approfondimenti previsti dalla normativa vigente e dai regolamenti aziendali” (non prima di aver sottolineato il “pieno e forte sostegno alle azioni svolte dalla Protezione civile”), c'è però chi difende l’operato di Santoro. Per Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, "è preoccupante la canea bipartisan che si è scatenata nei confronti di Michele Santoro e della sua trasmissione. Non si manca di rispetto nei confronti delle popolazioni colpite dal terremoto nè dei soccorritori se si cerca di documentare le responsabilità del passato o i limiti della gestione dell'emergenza". Per Ferrero "il servizio pubblico non dovrebbe mai essere plaudente con il potente di turno né al servizio dell'opposizione di sua Maestà, ma fare il suo dovere, quello di informare. Capisco - conclude l'esponente del Prc - che la destra invochi un'informazione irreggimentata che celebri l'efficienza del governo e del premier. Trovo incomprensibile che anche gran parte del PD si associ alla campagna contro Santoro e Anno Zero. Per Vincenzo Vita e Giuseppe Giulietti di Art21 “è davvero grave e preoccupante l'attacco rivolto dal presidente del Consiglio ad Annozero”. Secondo i due esponenti dell’associazione, questo attacco “appare come l'ennesima vocazione della censura contro chi ha opinioni diverse”. Antonio Di Pietro, risponde invece alle accuse avanzate dal presidente della Camera e dal presidente del Consiglio, affermando che “pretendere di mettere il bavaglio a un giornalismo che approfondisce la verità dello svolgimento degli avvenimenti è da criminali”.
Nel frattempo il compleanno dell’Editto Bulgaro è sempre più vicino e chissà che questo nuovo teatrino censorio non riservi qualche bella sorpresa al giornalismo italiano.

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