lunedì 13 aprile 2009

Milano, più vigili contro gli artisti di strada che per i controlli sulla sicurezza nei cantieri

Milano, i vigili multano la statua vivente. I passanti protestano e scatta la colletta.
Il 19enne, un romeno da due mesi in Italia, aveva cominciato a lavorare in anticipo e a qualche metro dalla porzione di strada assegnata dal Comune: si era spostato per ripararsi dal sole. L'episodio alle spalle del Duomo.

E’ mezzogiorno e mezzo, l’imperatore è immobile in corso Vittorio Emanuele. Arrivano tre vigili e gli chiedono l’autorizzazione. Il foglietto salta fuori da una tasca della tunica, ma i ghisa staccano un verbale da 100 euro. E’ tutto in regola: gli agenti contestano alla statua di avere cominciato a lavorare in anticipo, però, e di trovarsi a qualche metro di distanza dalla zolla di pavimento che gli è stata assegnata dal Comune. Comincia a formarsi il capannello dei curiosi, i passanti si informano. Parlano solo i vigili, l’imperatore sta in silenzio: un po’ perché è un mimo, e un po’ perché sotto il cerone c’è Leon, un ragazzo romeno di 19 anni che non parla bene italiano, arrivato a Milano da due mesi.
I vigili, di fronte alla piccola folla, cominciano a raccontare: «Questo non rispetta le regole, fa il furbo». Spiegano della mezz’o ra di sforamento sull’orario consentito e del fatto che, per non cuocere al sole, il ragazzo si sia spostato dall’altra parte della strada. La gente non ci sta. Attacca una signora in bicicletta: «Non ha fatto nulla, è un’ingiustizia». Poi una ragazza di neanche vent’anni: «Anziché multare le auto in doppia fila tampinate un mimo, che senso ha?». Un signore elegante, con una copia di Libero sottobraccio: «Capisco che non è colpa vostra, eseguite ordini, ma è brutto vedere questo accanimento contro un poveraccio». Leon sta lì, immobile. Butta l’occhio ogni tanto alla gazzarra che ha sollevato, suo malgrado. «Le statue pensano di fare quello che vogliono - cerca di spiegare un agente - anche per loro ci sono delle regole». Dalla folla qualcuno comincia a dare offerte al mimo. Monetine, ma anche biglietti da 5 euro, «almeno ci si paga la multa».
Arriva un quarto vigile in motocicletta, si unisce ai colleghi, il verbale passa di mano in mano. Una multa che Leon pagherà. «Lo hanno umiliato ma non è un ladro. Versa regolarmente i soldi per l’o ccupazione del suolo», dice un amico, connazionale e collega. Leon pagherà in nome del regolamento comunale sugli artisti di strada, votato nel 2000. Una serie di regole poco applicate fino al gennaio scorso, quando un ordine di servizio del comando dei vigili ha destinato ogni giorno 18 agenti al controllo dei permessi per madonnari, suonatori e uomini statuta. In tre mesi sono stati fatti 3mila accertamenti, ma i verbali staccati sono poco più di 30, quasi tutti a ritrattisti fuori posto.
Per Marco Radaelli, sindacalista di Cgil-Polizia locale, «i colleghi non hanno colpe e a loro va tutta la mia solidarietà. Ci si chieda però se per controllare gli artisti di strada abbia senso impiegare 18 uomini, più di quelli che verificano la sicurezza nei cantieri».


Nessun commento:

Posta un commento