Il Partito Comunista dei Lavoratori sarà presente alla grande manifestazione della Cgil del 4 aprile con la proposta pubblica dell’occupazione delle aziende che licenziano e per la loro nazionalizzazione sotto controllo operaio».
È quanto afferma il leader del Pcl Marco Ferrando. «La rabbia sociale che sale in Europa - spiega - non è un rischio come afferma Epifani, ma l’unica leva possibile di una svolta vera. La funzione dei sindacati e delle sinistre non può essere quella di disinnescare la miccia: ma deve essere quella di investire nella ribellione sociale e di darle un progetto.
Il Pcl chiede a tutte le sinistre politiche e sindacali di portare insieme in piazza il 4 aprile la proposta di ’licenziare i licenziatorì, come oggi chiedono testualmente settori importanti del movimento operaio francese. ’Fare come in Francià non può essere solo uno slogan».
«La parola d’ordine dell’occupazione della aziende in crisi e che licenziano può dare una prospettiva alla stessa manifestazione di Roma, evitando che si riduca ad una pura testimonianza del dissenso, o che addirittura si trasformi nell’atto simbolico conclusivo della mobilitazione».
«L’esperienza delle lotta operaie in Francia dimostra che solo la lotta radicale può strappare risultati. È l’ora di una svolta anche in Italia. Epifani non può continuare a dire che l’esplosione sociale è ’un rischiò: nei fatti è l’unica via perchè il mondo del lavoro possa uscire dall’attuale vicolo cieco». Lo afferma Marco Ferrando, del Pcl, che aggiunge: «Di fronte alla enormità della crisi, le vecchie regole del gioco sono saltate. Alla radicalità dei licenziamenti si può rispondere solo con la radicalità della lotta operaia, unitaria e di massa». «Proponiamo che la grande manifestazione della Cgil del 4 aprile diventi il punto di partenza di una svolta generale di lotta -sottolinea- È necessario che la Cgil , a partire dalla Fiom, e l’intero sindacalismo di base, uniscano le proprie forze in una mobilitazione continuativa e ad oltranza, accompagnata dall’occupazione delle aziende in crisi e dalla costituzione di una cassa nazionale di resistenza. È necessaria una piattaforma unitaria che parta dalla rivendicazione del blocco generale dei licenziamenti e della ripartizione fra tutti del lavoro che c’è con la riduzione progressiva dell’orario di lavoro a parità di paga. Una grande assemblea nazionale intercategoriale di delegati eletti, unitariamente convocata, potrebbe aprire questa vertenza generale di svolta». «In ogni caso il Partito comunista dei lavori è ovunque impegnato, nei luoghi di lavoro e nelle organizzazioni sindacali, per favorire questa svolta di lotta, unitaria e radicale», conclude Ferrando.
«Ora che Barack Obama salva i banchieri bancarottieri con i soldi delle loro vittime, cosa diranno le sinistre ’obamistè italiane? Continueranno a idolatrare il mito o confesseranno il proprio ennesimo abbaglio? Continueranno a chiedere a Berlusconi di fare come Obama, o svilupperanno finalmente un’autonoma battaglia anticapitalista?». Lo afferma Marco Ferrando, Partito comunista dei lavoratori Pcl. «Il Pcl, unico partito non obamiano della sinistra italiana, prosegue la propria campagna per la nazionalizzazione delle banche e delle aziende in crisi, senza indennizzo e sotto controllo sociale, quale unica misura strutturale di svolta, capace di recidere la radice della crisi -aggiunge- Nel silenzio mediatico, la nostra campagna sta raccogliendo l’adesione di centinaia di delegati sindacali in tutta Italia, nell’industria, nel terziario, nei servizi». «Chiediamo a tutte le sinistre, politiche e sindacali, di sostenere questa campagna anticapitalistica, abbandonando ogni vecchia illusione riformista», insiste Ferrando.
Testo del volantino del PCL in occasione della manifestazione nazionale CGIL del 4 aprile
DARE UNA PROSPETTIVA A QUESTA GRANDE MANIFESTAZIONE APRIRE UNA LOTTA VERA, RADICALE, A OLTRANZA NON PER PARTECIPARE, MA PER VINCERE.
L’imponente manifestazione di oggi- cui il PCL da’ la sua piena adesione- non può finire su un binario morto. Di fronte all’enormità della crisi e alle politiche reazionarie di Berlusconi, le sole manifestazioni trimestrali e gli scioperi dimostrativi sono del tutto insufficienti .
E’ necessaria una svolta radicale di lotta, unitaria e di massa.
In tutta Europa si vanno sviluppando, in maniera diversa, forme di lotta radicale, sino ad evocare una vera rivolta sociale. E’ ciò che la borghesia teme come la peste. Invece in Italia Epifani si vanta sul Corriere della sera di “ saper evitare l’esplosione della rabbia sociale come in Grecia e in Francia” con l’intento di tranquillizzare Confindustria. E questo nel momento in cui, paradossalmente, la Cgil è all’opposizione del governo. Così non va. Non si può fare opposizione a Berlusconi cercando di tranquillizzare Marcegaglia. Non si può contrastare efficacemente le politiche del padronato e del governo con manifestazioni rituali una tantum: che certo sono un’importante espressione di dissenso, ma che non incidono sui rapporti di forza reali. E che per di più vedono spesso assurdamente divisi la Cgil e i sindacati di base.
E’ necessaria una vera prova di forza contro le classi dirigenti del paese. La piazza di oggi ci dice che è possibile.
Proponiamo che tutte le organizzazioni sindacali del mondo del lavoro, dalla Cgil (a partire dalla Fiom) a tutto il sindacalismo di base, convochino unitariamente una grande assemblea nazionale di delegati eletti che promuova una svolta di lotta.
Proponiamo l’apertura di una grande vertenza generale del mondo del lavoro, dei precari, dei disoccupati, che sfoci in una mobilitazione prolungata ( sino ad uno sciopero generale ad oltranza), che si combini con l’occupazione delle aziende in crisi e con la costituzione di una cassa nazionale di resistenza.
Proponiamo una piattaforma di lotta unificante che miri a ricomporre tutto ciò che la crisi tende a dividere; che parta dalla rivendicazione del blocco generale dei licenziamenti, della ripartizione tra tutti del lavoro che c’è ( con la riduzione progressiva dell’orario a parità di paga), di un grande piano di opere pubbliche di utilità sociale, dell’assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari ( con l’abolizione di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro), di una vera indennità per tutti i disoccupati ( non inferiore ad almeno 1000 euro netti mensili detassati), del permesso di soggiorno per tutti i lavoratori immigrati; e che soprattutto dica: “Paghi chi non ha mai pagato”. A partire dalle grandi imprese e delle banche, che vanno nazionalizzate, senza indennizzo per i grandi azionisti, e sotto il controllo dei lavoratori: una soluzione che garantirebbe i posti di lavoro e consentirebbe il risparmio di enormi risorse pubbliche, oggi regalate a banchieri e capitalisti, destinandole al lavoro, ai salari, a vere protezioni sociali.
Questa svolta di lotta non solo è possibile, ma è la condizione decisiva per dare una prospettiva alla grande manifestazione di oggi, per ricomporre la più vasta unità dei lavoratori, per ottenere risultati. Perchè l’esperienza dice che solo la forza di massa può strappare conquiste nuove e difendere conquiste vecchie. A chi obietta che questa proposta d’azione è “incompatibile” con le attuali regole del gioco, rispondiamo che è vero: infatti solo rompendo le regole del gioco di questa società capitalista, si può aprire il varco di un’alternativa vera. Solo la lotta per cacciare i capitalisti e i banchieri, e per affermare un governo dei lavoratori può dischiudere una prospettiva nuova. Il resto è un film già visto (e subìto), troppe volte.
In ogni caso il PCL- unico partito della sinistra a non essersi mai compromesso con le politiche antioperaie- impegna le proprie forze, in ogni luogo di lavoro e in ogni sindacato, per questa svolta unitaria e radicale del movimento operaio. E chiede pubblicamente a tutte le sinistre, politiche e sindacali, di realizzare un fronte unico d’azione su questo terreno decisivo.
IL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI HA AVVIATO UNA CAMPAGNA NAZIONALE PER LA NAZIONALIZZAZIONE DELLE AZIENDE IN CRISI E DELLE BANCHE, CHE STA GIA’ REGISTRANDO L’ADESIONE DI NUMEROSE STRUTTURE SINDACALI E DIRIGENTI SINDACALI ( A PARTIRE DAL LIVELLO DELLE RSU).
IL TESTO DELLA CAMPAGNA SI PUO’ TROVARE SUL SITO DEL PARTITO(pclavoratori.it). SE INTENDI DARE L’ADESIONE, PUOI INVIARLA ALL’INDIRIZZO DEL PCL (info@pclavoratori.it) indicando nome e cognome, carica sindacale, luogo di lavoro.
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